Ex Bersaglio, Svp e Sportclub vogliono riaprire la trattativa 

Pronta una nuova proposta da presentare all’Aesse L’obiettivo è di tornare al progetto originario, con l’Est Ovest


di Simone Facchini


MERANO. Uno squarcio di luce fra tante nubi. Nell’enigmatica scacchiera delle future sedi di Est Ovest, Sportclub e Aesse Merano, società che unite sfondano abbondantemente il muro dei diecimila iscritti, spuntano i margini per la riapertura di un tavolo per far convergere i tre sodalizi all’ex Bersaglio. Ipotesi alla quale si lavorava ormai da anni, prima del recente break con cui il sindaco Rösch da una parte e l’Est Ovest dall’altra hanno deciso di sfilarsi a causa dell’impasse nelle trattative. Frutto, questo, di divergenze tra le due associazioni sportive. «Abbiamo confezionato una proposta che la prossima settimana presenteremo all’Aesse. Siamo fiduciosi» annuncia Karl Freund, presidente dello Sportclub e consigliere comunale in quota Svp.

Nei giorni scorsi Rösch aveva ipotizzato per l’Est Ovest la destinazione di un’ala in disuso del macello municipale di via San Giuseppe. A fornire l’assist per tornare sulla strada del Bersaglio è stato l’assessore al patrimonio Nerio Zaccaria, che ha smontato l’idea del mattatoio sulla base di ragioni logistiche, normative ed economiche. «Anche noi crediamo ancora nel progetto Bersaglio – spiega Freund – e malgrado l’accordo fra le parti sia sempre sfuggito siamo pronti per riparlarne. Per inciso, voglio sottolineare che i rapporti tra le due società sportive continuano a essere amichevoli. C’è una buona collaborazione, penso per esempio all’organizzazione congiunta di un evento di successo come il Cool Swing Meeting che ha portato a Merano calibri del nuoto quali Paltrinieri e Detti. La sede comune all’ex Bersaglio è divenuta un nodo, è evidente, ma i due club non sono in guerra. E il dialogo può e deve riprendere. Anche per salvaguardare un immobile di valore storico e architettonico. Sulla questione del macello non ci esprimiamo, non essendo la nostra associazione coinvolta». A questo ci pensa l’Obmann cittadino della Svp, Andreas Zanier: «La soluzione delle tre società in un unica casa all’ex Bersaglio è quella ideale e approviamo quanto detto da Zaccaria. Capisco che il sindaco subisca le pressioni per trovare una sede all’Est Ovest, ma il macello non è la via giusta, ci si era pensato anche la scorsa legislatura ma l’idea non è funzionale né economica. E si rischia di perdere altro tempo». Sulla vicenda ha diffuso una nota pure l’Heimatschutzverein, l’associazione dei protezionisti sudtirolesi, preoccupata per l’innegabile decadimento dello stabile. Realizzato nel 1882, come ricorda la lettera aperta firmata dai componenti del direttivo Johannes Ortner (Obmann) e Josef Vieider e rivolta a Sportclub, Aesse ed Est Ovest, «secondo i progetti di J. Musch e C. Lun e del costruttore Giovannini (...). L'edificio con la sua vivace storia appartiene alla memoria collettiva della città e per il suo valore storico e la cifra stilistica è stato posto sotto la tutela degli insiemi nel 2009». Pur con un accenno a “compensazioni” delle perdite subite in epoca fascista, anche i protezionisti in nome della conservazione del bene architettonico esortano le tre associazioni a trovare una soluzione. Al di là delle questioni etniche.

Zaccaria sostiene che la mossa del sindaco sul mattatoio è stato un modo per riportare l’Est Ovest al tavolo delle trattative. Ora lo Sportclub ha pronta questa nuova proposta, della quale non svela i dettagli prima dell’incontro con l’Aesse. Le frizioni, lo ricordiamo, riguardano un passaggio della donazione del Bersaglio ad opera della Provincia allo Sportclub (era il 2012) in cui si obbliga a cedere degli spazi all’Aesse. Proprietà, concessione d’uso, affitto: gli accordi si erano ingrippati sull’interpretazione. Di certo Freund dovrà presentare ad Antonio Todaro, omologo dell’As Merano, un’offerta al rialzo rispetto a quelle che finora si sono rivelate un insuccesso. Solo così si potrà riaprire la partita legata alla ristrutturazione dell’ex Bersaglio da trasformare in casa unica per le tre associazioni, per la quale il Comune a suo tempo si era detto pronto a mettere sul piatto 1,5 milioni in cambio della concessione del pianterreno per un lungo periodo (20-30 anni) da assegnare alle attività del circolo Est Ovest. La Provincia da parte sua aveva promesso 800 mila euro.

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