In Alta Venosta scoppia la «guerra del personale» 

I gestori di bar e piccoli alberghi accusano i grandi hotel di “scippare” dipendenti «Promettono stipendi per noi insostenibili: rischiamo di chiudere». Appello all’Hgv


di Bruno Pileggi


MALLES. I gestori dei bar, delle pizzerie e dei piccoli alberghi dell’alta Venosta sono sul piede di guerra. «La nostra associazione non ci tutela»: è pesante l’accusa nei confronti della Hgv. «Rischiamo, dopo le feste, di dover chiudere le nostre attività».

È un grido d’allarme quello che proviene da Malles, il paese venostano baricentro geografico ed economico della parte più remota della vallata dove si sta scatenando la “battaglia del personale”. Quello qualificato, dicono, è sempre più raro. E gli hotel più grandi, con maggiori capacità di cassa, lo sottraggono ai più piccoli a suon di rilanci in busta paga. Si parla di promesse di stipendi più alti anche del 30 per cento, e magari l’alloggio a disposizione.

«Alcuni dipendenti – spiegano i portavoce degli esercizi più piccoli – nei prossimi giorni staccheranno per il riposo natalizio. Ma hanno già lasciato intendere che non faranno più ritorno al loro posto di lavoro, nei nostri locali». All’interno della categoria le ragioni di queste dinamiche sono note. Negli ultimi tempi s’è infatti scatenata una caccia al personale qualificato. Difficile trovarlo. Anche dall’est europeo, da dove in tempi recenti provenivano addetti preparati del settore, i flussi sono in rallentamento. I più bravi e affidabili vengono allettati dalle offerte degli hotel maggiori. Con proposte remunerative che per gli esercizi di dimensioni contenute non sono sostenibili.

Per reazione, ora si stanno ingrossando le fila di piccoli operatori del settore che minacciano di abbandonare la Hgv, la potente unione degli albergatori. Che viene sollecitata a intervenire, mettendo un argine a quella che i latori della protesta definiscono come un’asta per accaparrarsi dipendenti. «Non ci sentiamo più tutelati dall’associazione», affermano. «Occorrono regole che ci permettano di trattenere i dipendenti. Chiediamo contratti di lavoro omogenei, per evitare che il più grande divori il più piccolo. Altrimenti rischiamo di scomparire».













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