Passione horror: i Predator del cinema nascono a Maia Alta 

Alex Tiger crea perfette copie-costume del celebre mostro «L’ultima mi è stata chiesta per promuovere il sequel»


di Jimmy Milanese


MERANO. Primo episodio della saga che avrà un suo sequel a settembre, quel «Predator» interpretato nel 1987 da Arnold Schwarzenegger, assieme alla celebre serie degli «Alien» di Sigourney Weaver rappresenta un punto di riferimento per i designer che nel mondo del cinema costruiscono mostri, alieni e creature fantascientifiche.

Il meranese Alex Tiger non lavora per il cinema, ma è un custode che nel suo laboratorio di Maia Alta ha sviluppato la passione per un hobby particolare: costruire Predator, ovvero costumi perfettamente identici agli originali.

Come è nata questa passione?

«Era il 1987, al cinema ho visto il film Predator, ed è stato amore a prima vista».

Ok, ma come le è venuto in mente di costruirne uno?

«Ci ho pensato subito, ma allora coi materiali era difficile e quel sogno è rimasto nel cassetto. Poi, sono usciti due episodi, nel 1990 e nel 2010, quindi, ho pensato di comprare un costume per carnevale. Per un Predator mi hanno chiesto 6000 dollari e ho lasciato perdere».

Poi, cosa è successo?

«Qualche anno fa ho provato a fare il primo pezzo del costume, in gomma. Dopo una lunga ricerca su materiali e colori più adatti, ho contattato altri amatori del genere, perfino la produzione del film, ma ho capito una cosa: in questo settore nessuno ti dice quali sono i segreti che utilizza».

Come è riuscito a raggiungere tale perfezione?

«Infinite prove, perché sono un completo autodidatta. Non ho studiato, se non leggendo molto e cercando in Internet. Alla fine, ho capito che la chiave per rendere realistico un mostro è il colore».

In che senso?

«Uso materiali gommosi, ricavati da stampi in gesso, ma se non trovi la giusta miscela cromatica, nessuna delle parti di un Predator assomiglierà mai a un vero e proprio mostro vivente».

Usa dei modelli o cerca solo di approssimare?

«Guardo molti video e cerco foto online. Insomma, scannerizzo il Predator in tre dimensioni, usando anche la mia stampante 3D. Io miro alla perfezione assoluta, per creare una copia alta 190 cm e pesante non più di venti chili che possa essere indossata e utilizzata».

Come fa con le armi, i laser e gli effetti ottici e sonori che si vedono nel film?

«Ho riprodotto tutto: sia i movimenti delle armi sia il suono originale del Predator. A differenza del Predator che vediamo nel film, dove gli effetti sono stati manovrati dall'esterno o aggiunti in post produzione, chi indossa il mio Predator può puntare il laser, azionare l'autodistruzione, estrarre armi, oppure, emettere i versi tipici dell'animale».

Lei è solo in questa passione, oppure la condivide con altri?

«Nel mondo esistono molti appassionati che si ritrovano anche a manifestazioni o eventi, ma dalle nostre parti sono l'unico a produrre questi mostri. Proprio recentemente, alla rassegna Weekend of Hell di Dortmund, uno dei miei Predator è sfilato tra altri mostri celebri del cinema, accanto ad attori e designer. Una enorme soddisfazione!».

Li tiene per lei, questi Predator, o li utilizza, in qualche modo?

«Questo Predator mi è stato richiesto da una ditta tedesca che lo userà per dimostrazioni pubbliche in quei cinema che a settembre proietteranno il terzo episodio della saga».

Il suo prossimo Predator, cosa avrà di diverso?

«Studiando continuamente, miro alla perfezione dei dettagli, al realismo, in modo che quando una delle mie creature viene indossata, la sensazione sia quella di avere di fronte un vero Predator. Ma il prossimo obiettivo sarà quello di creare un Superpredator: il Predator evoluto e dominante che sarà protagonista nel film di imminente uscita».

Lo vedremo, questo Superpredator, fuori dal suo laboratorio, magari in città?

«Potrebbe essere, perché forse ci saranno delle sorprese, ma non vorrei anticipare nulla...».















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