Il lutto 

Silandro piange il maresciallo Beppino Fiammengo 

Silandro. Autorità dell'Arma, rappresentanti dell'Anc di Silandro e della Val Venosta, carabinieri in servizio ed in pensione, parenti, amici, e conoscenti, lunedì scorso si sono stretti attorno alla...



Silandro. Autorità dell'Arma, rappresentanti dell'Anc di Silandro e della Val Venosta, carabinieri in servizio ed in pensione, parenti, amici, e conoscenti, lunedì scorso si sono stretti attorno alla famiglia di Beppino Fiammengo per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Una vera e propria folla commossa ha partecipato alla sua esequie nella chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta.

Classe 1943, Beppino Fiammengo, Cavaliere della Repubblica e maresciallo maggiore dei carabinieri in congedo, era nato ad Arsiè in provincia di Belluno dove aveva vissuto i suoi primi anni dell'infanzia per poi trasferirsi con la famiglia a Naturno. Aveva frequentato le scuole a Merano. Veneto dunque di origine ma a tutti gli effetti un venostano. Entrato nell'Arma negli anni Sessanta, dopo aver frequentato la scuola di addestramento allievi a Roma e a Firenze era rientrato in Alto Adige e prestato servizio, sempre con onestà e abnegazione, presso le caserme di Laives, San Candido, e Vipiteno. Nel 1980 si era stabilito definitivamente a Silandro ricoprendo anche il ruolo di comandante del nucleo operativo radiomobile. Con il suo carattere cordiale e sincero era riuscito a farsi apprezzare sia dai colleghi sia dalla gente del paese. Inoltre per i suoi meriti nel 1995 gli era stato conferita l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica.

Appassionato di calcio ha seguito fin da giovanissimo la squadra del Naturno e spesso durante le partite si intratteneva con il cronista dell'Alto Adige, Leonardo Pellissetti, in gradevoli e proficue conversazioni “sportive”. Amava moltissimo la sua famiglia, la moglie Rita, le figlie Silvia e Claudia, le nipoti, Janina con cui trascorreva molto tempo, e la piccola Sara.

Beppino Fiammengo lascia un bel ricordo di sé: persona onesta, ligia al suo dovere e soprattutto ai suoi principi improntati sul rispetto, educazione e disciplina per stesso e per gli altri. D.G.













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