la ricerca in venosta 

Studio Chris, biobanca con 800 mila campioni

SILANDRO. L’obiettivo da raggiungere per ambire a risultati scientifici significativi era di 10 mila partecipanti; lo studio Chris ne ha coinvolti finora oltre 13 mila. Grazie alla disponibilità dei...



SILANDRO. L’obiettivo da raggiungere per ambire a risultati scientifici significativi era di 10 mila partecipanti; lo studio Chris ne ha coinvolti finora oltre 13 mila. Grazie alla disponibilità dei venostani i ricercatori di Eurac Research hanno creato una biobanca che conta al momento oltre 800 mila campioni di materiale biologico congelati: urina, sangue e Dna. Questa raccolta è una fonte unica per la ricerca biomedica in Alto Adige. Alla biobanca è collegata una banca dati di informazioni sullo stato di salute generale dei partecipanti. A breve inizierà la prossima fase dello studio: i ricercatori vogliono analizzare come si è evoluto nel tempo lo stato di salute della popolazione e quale influenza abbiano i fattori di rischio. Questa la sintesi presentata l’altra mattina all’Aquaprad di Prato allo Stelvio, alla quale sono intervenuti fra gli altri l’assessora provnciale alla salute Marta Stocker, Roland Psenner (presidente Eurac), Anton Theiner (ex direttore medico ospedale di Silandro), Andreas Tappeiner (presidente della comunità comprensoriale Val Venosta) e Peter Pramstaller (direttore dell’istituto di biomedicina di Eurac Reach).

Lo studio Chris è già parte attiva della ricerca scientifica altoatesina e internazionale. In ambito internazionale; ha contribuito all’individuazione di oltre un centinaio di varianti genetiche associate alla funzione tiroidea. I risultati potranno aiutare ad individuare nuovi trattamenti terapeutici per le disfunzioni tiroidee. In modo simile, sta contribuendo a studi sia genetici che epidemiologici in molti ambiti come funzionalità cardiaca, malattia renale cronica, obesità, disturbi del sonno, metabolismo dei lipidi, sistema immunitario e sindrome metabolica. I risultati di questi studi inizieranno ad essere pubblicati sulle riviste scientifiche nel 2019. Un software sviluppato dai ricercatori dell’Istituto di biomedicina di Eurac Research ha permesso di individuare, sulla base dei dati raccolti tra i partecipanti allo studio, quali famiglie mostrino una particolare predisposizione verso certe malattie. Le valutazioni si basano sugli alberi genealogici e sui fattori di rischio genetico. Lo studio Chris beneficia di alcune caratteristiche particolari, che possono avere ricadute sulle scoperte scientifiche. In primis, la ricostruzione di alberi genealogici estesi consente di mappare l’ereditarietà delle variazioni genetiche. Inoltre, lo stile di vita e le esposizioni ambientali dei partecipanti, che sono tutto sommato omogenee, potrebbero permettere di identificare i segnali genetici più chiaramente. «Oltre ai risultati scientifici che ci aspettiamo nei prossimi decenni, lo studio ha già lasciato un segno positivo in molte persone», ha Pramstaller. «Nel corso dei nostri esami abbiamo scoperto e comunicato ad alcuni partecipanti dei valori preoccupanti dei quali non erano a conoscenza e loro hanno potuto discuterne con i loro medici di base, intervenendo tempestivamente». (b.p.)













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Valeria Frangipane

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