VALANGHE

Tragedia sul Gran Zebrù, i soccorritori: "Condizioni al limite"

Olaf Reinstadler, capo del soccorso alpino di Solda: condizioni al limite per affrontare l’ascesa. Il pericolo valanghe resta marcato grado 3



MERANO. Il grado di pericolo di caduta valanghe, ieri, 22 marzo, giorno della tragedia sul Gran Zebrù, era 3 su una scala di 5. Cioè molto elevato, «soprattutto nella zona del Gran Zebrù, dove ieri mattina tirava un forte vento che aveva già soffiato nei giorni scorsi. Diciamo che la situazione era al limite per affrontare una escursione».

A parlare è Olaf Reinstadler, capo del soccorso alpino di Solda. Che aggiunge: «Gli escursionisti austriaci hanno provocato loro stessi la valanga che li ha travolti».

Quella accaduta ieri mattina sul Gran Zebrù è la terza tragedia sulle montagne altoatesine in otto giorni. Mercoledì scorso un freerider di 22 anni, Andreas Rottonara, figlio del sindaco di Corvara in Badia, era morto travolto da una valanga staccatasi sul Vallon. Domenica una donna austriaca di 55 anni era stata uccisa da una slavina sul versante austriaco di passo Stalle nei pressi del confine italiano

Anche per oggi, 23 marzo, sulle montagne dell'Alto Adige il pericolo valanghe rimane marcato grado 3. Il problema principale è costituito dalla neve esposta al vento: I nuovi accumuli sono ben evidenti ma anche molto fragili. I numerosi distacchi sia spontanei che provocati di questi giorni confermano il problema. Inoltre nel vecchio manto, specie sulle esposizioni settentrionali, è presente uno strato debole che se sollecitato può propagare fratture con conseguenti valanghe importanti. Sono possibili sia distacchi provocati con debole sovraccarico come anche distacchi spontanei dai pendii molto ripidi alla base di rocce, dai siti sottovento o sotto le creste. 

 













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