Tunnel sotto lo Stelvio, Lombardia in pressing 

Il progetto. La Regione confinante invia ai venostani un questionario per sondare il gradimento Sette varianti stradali e sei ferroviarie. Anche se la Provincia finora ha solo ipotizzato treni


giuseppe rossi


STELVIO. Che fine ha fatto il progetto di collegare l'alta Val Venosta con la Valtellina passando sotto il passo Stelvio? A chiederselo sono i Verdi con una interrogazione presentata nei giorni scorsi in consiglio provinciale. La domanda viene posta dopo che da alcune settimane in gran silenzio e senza che la giunta provinciale abbia battuto ciglio, la Regione Lombardia ha avviato tra la popolazione della Venosta un’indagine socio economica sui vantaggi che potrebbe portare il traforo dello Stelvio. La Regione Lombardia nella indagine ribadisce la presenza di sette varianti stradali e di 6 ferroviarie anche se la Provincia di Bolzano non più di un mese fa ha ribadito rispondendo a una interrogazione che l'unica strada praticabile è quella del tunnel ferroviario. L'ipotesi più probabile contenuta nello studio di prefattibilità composto da 700 pagine e 20 elaborati, che la società Mobility in Chain srl sta inviando a tutte le famiglie intervistate per conto di Regione Lombardia (ma compare anche il logo della Provincia altoatesina, scrivono i Verdi), è quella di costruire un tunnel ferroviario al servizio del traffico su gomma, un treno navetta sul quale caricare auto, bus e camion sul tipo dei servizi già operativi in Svizzera tra Iselle e Brigl e con il treno dei Vereina. Lo studio inviato alle famiglie venostane intervistate prevede per il traforo ferroviario dello Stelvio ingenti volumi di traffico con treni in partenza ogni 45 minuti e una capacità di trasporto di 7.500 passeggeri, 3.500 dei quali con veicolo su gomma al seguito. Il traforo prevede l'attraversamento di aree protette e del parco dello Stelvio, una durata lavori di almeno 10 anni, almeno 1,5 milioni di metri cubi di materiale di scavo da depositare e lavorare, un costo complessivo ad oggi variabile tra un miliardo e 1,3 miliardi di euro e quasi sei milioni di euro di costo di gestione annuale.

L’interrogazione.

Quella che nello studio viene chiamata “ferrovia bimodale con auto al seguito” – sostengono i Verdi nella loro interrogazione – sarebbe solo apparentemente una soluzione ferroviaria.«Siamo invece in presenza di un treno al servizio delle auto - affermano - che aprirebbe un canale di traffico privato su gomma tra due regioni, realizzando così quel canale Milano-Ulm che da anni diverse lobby economiche lombarde sostengono. Le conseguenze di un traforo ferroviario così pensato sono l'aumento del traffico di auto e camion in Valtellina e in tutta la val Venosta». I consiglieri provinciali Dello Sbarba, Foppa e Staffler dei Verdi vogliono sapere da Kompatscher se la Provincia effettivamente collabora a questo sondaggio e se abbia autorizzato la società che lo cura a inserire il proprio logo e quello della Sta nella brochure di presentazione, e se sia favorevole oltre che a una soluzione di tunnel per treni passeggeri anche a una alternativa come quella del treno navetta per il trasporto di auto al seguito, bus e camion. I Verdi infine chiedono alla Provincia di abbandonare il progetto o di scartare le ipotesi del tunnel stradale e con treno navetta, tenendo in piedi solo quella del treno passeggeri.













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