«A Merano maghi di livello internazionale» 

Domani parte il Magic Festival. Loria: «Dietro dieci minuti di spettacolo ci sono anni di lavoro»


di Jimmy Milanese


MERANO. Giunto alla sesta edizione, il Merano Magic Festival è ormai diventato l’ appuntamento fisso della prima settimana di settembre, questo sabato sera, 8 settembre ore 21, al Kurhaus. Una manifestazione, è il caso di dire, che negli ultimi anni ha stregato sempre più meranesi, grazie alla partecipazione di maghi di fama nazionale e internazionale.

Una passione, quella della magia, portata avanti da Gianni Loria, intraprendente presidente del Club Magico Italiano. Dirigente, organizzatore, prestigiatore, da ormai quarant’ anni Loria è un vero e proprio punto di riferimento per tutto il movimento della magia italiana e non solo.

Cosa è la magia, secondo Loria?

«Lei quanto tempo ha per la risposta? La domanda è difficile. Le dico che noi abbiamo 45 delegazioni regionali che si occupano di magia. La magia è teatro, è illusionismo è soprattutto un enorme lavoro di preparazione per far divertire il pubblico».

Una arte che non ha età, sia per chi la pratica sia per chi ne fruisce, giusto?

«Si, ci sono maghi dilettanti che se la cavicchiano appena e magari spendono ore ed ore per migliorare, poi ci sono i professionisti, come quelli che vedrete a Merano, capaci di creare illusioni per bambini di due anni o persone di 100 anni».

Harry Houdini, è stato lui il capostipite dei maghi?

«Lui si occupava di escapologia, si faceva legare oppure ammanettare e con dei trucchi ne usciva. Punto di riferimento dei maghi internazionali lo è stato sicuramente, anche grazie alla fama per via dei film che ha fatto, ma ne esistono altri che hanno proposto spettacoli molto più complessi. Certo, lui rimane una leggenda».

Ci sono stati altri come lui, quindi?

«Abbiamo decine di personaggi come lui. Il Cavalier Don Bosco, ma anche Jean Eugène Robert-Houdin. Di gran lunga migliore come capacità, rispetto ad Houdini».

Cosa fate con la vostra associazione, invece?

«Portiamo nove persone ai Campionati mondiali, e avviciniamo i giovani a quest'arte affascinante ma complessa da praticare. Facciamo battaglie per apparite nei teatri ma la fatica è tanta, per ottenere visibilità».

E a Merano, invece, cosa dobbiamo aspettarci?

«A Merano portiamo sempre parte del top di questa disciplina. Negli anni avete visto un campionato di buonissimo livello. In Italia abbiamo maghi che arrancano, ma a Merano arrivano solo maghi che hanno lavorato bene: validi professionisti nazionali o internazionali».

Si inventano ancora numeri nuovi?

«Giochi nuovi se ne inventano pochissimi. Per fare un gioco di prestigio, un trucco insomma, ci vuole molto tempo. È una attività molto complessa e la preparazione complicatissima. Insomma, una fatica è enorme. Piuttosto, modifichiamo quello che esiste. È bravo il mago che presenta in modo moderno giochi del passato».

Quindi, Merano è una passerella importante per voi?

«Sì. La città di Merano è fortunata ad avere persone che si occupano di eventi di questo tipo ma di questa qualità, come le manifestazioni che vengono organizzate a Roma o Bologna. Anche quest'anno ci sarà una passerella con le qualità che possiamo mettere in campo. Come dire: ogni anno maghi diversi ma tutti ad altissimo livello».

Un esempio?

«Ernesto Planas, ovvero un cubano che gira il mondo e fa un numero con ombrelli, posso dirlo, di livello internazionale. Il problema nella nostra arte è che gli spettacoli durano per forza una decina di minuti. Ma la gente non sa che Ernesto ci ha messo anni per preparare al meglio quei dieci minuti».

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