Barbacovi festeggia Maia: «Porterò Sting e Knopfler...»

Bolzano. Il palco illuminato, il verde tutto intorno e dietro le montagne. E’ quello lo spettacolo che ha affascinato non solo i 15.000 spettatori, ma anche i musicisti e gli addetti ai lavori del...



Bolzano. Il palco illuminato, il verde tutto intorno e dietro le montagne. E’ quello lo spettacolo che ha affascinato non solo i 15.000 spettatori, ma anche i musicisti e gli addetti ai lavori del primo Maia Music Festival, che si è svolto all’ippodromo di Merano dall’11 al 14 luglio. Sul palco, per le 4 serate, si sono alternati Alvaro Soler, Wanda, Giorgio Moroder e Il Volo. Erano quasi trent’anni che l’ippodromo meranese non veniva più utilizzato per la musica, come ci conferma il direttore della Showtime, Roland Barbacovi, che ha organizzato l’evento e che abbiamo intervistato per fare il bilancio di questa prima edizione. «L’ultimo concerto lo abbiamo fatto noi il 29 agosto nel 1990. Sul palco c’era Ramazzotti e avevamo staccato 11.200 biglietti. Ci sono voluti un po’ di anni, ma poi siamo riusciti a riportare la musica all’ippodromo meranese».

Come mai tanti anni? Problemi tecnici?

I problemi ci sono perchè ad esempio dalle 5 alle 10 di mattina l’ippodromo viene usato per gli allentamenti dei cavalli, quindi noi dovevamo cominciare a lavorare solo dopo. Ma sono tutti problemi superabili. E’ impensabile utilizzare uno spazio del genere solo per le gare e gli allentamenti. Ben poche città hanno, in pieno centro, uno spazio verde come questo da poter usare per tante manifestazioni.Abbiamo avuto anche la collaborazione del Comune di Merano, l'Azienda di Soggiorno, la Merano Galoppo.

Passiamo ai musicisti e cantanti. Scelta azzeccata?

Abbiamo cercato di venire incontro ai gusti più svariati del pubblico più vario. Questa era un po’ una prova e una scommessa. Per Alvaro Soler c’erano soprattutto giovani, sia italiani che tedeschi e tutti i turisti di tutte le lingue. Per Wanda c’era soprattutto il pubblico tedesco. Per Giorgio Moroder pensavamo venissero i 40-50enni, e invece c’erano tantissimi giovani. Arno Kompatscher è venuto per le figlie diciottenni. Il Volo è conosciuto in tutta Europa, e c’era il pubblico che ama l’opera, ma anche quello che ama la musica pop.

Tante rassegne musicali in luglio e agosto in tutto l’Alto Adige. Il Maia Music Festival trova il suo spazio?

Sì, perchè il pubblico è molto diverso, ad esempio, da quello che lo stesso weekend è andato al Rock im Ring, o da quello che è andato al Festival del Jazz. Non fa concorrenza neppure al World Music Festival ai Giardini di Castel Trauttmansdorff, perchè lì c’è musica più di nicchia, per un pubblico meno numeroso.

E il prossimo anno?

Ci stiamo già lavorando. Ripeto, questa prima edizione è stata un prova e anche una sfida. Dobbiamo capire come fare funzionare al meglio questo Festival. Il periodo sarà sempre lo stesso, a metà luglio. Stiamo pensando di ridurlo a 2-3 giorni e chiamare dei nomi ancora più importanti. Cosa che potremo fare perchè il prossimo anno avremo a disposizione tutta la grande tribuna, con 8-9.000 posti.

A chi sta pensando?

Lenny Kravitz, Sting, Mark Knopfler...”D.M.













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