Domani al Conservatorio Monteverdi c’è “La serva padrona”

Anno 1733. Il 28 agosto, giorno del compleanno di Elisabetta Cristina imperatrice d’Austria, venne rappresentata per la prima volta, al Teatro San Bartolomeo di Napoli, “La serva padrona” di Giovan...



Anno 1733. Il 28 agosto, giorno del compleanno di Elisabetta Cristina imperatrice d’Austria, venne rappresentata per la prima volta, al Teatro San Bartolomeo di Napoli, “La serva padrona” di Giovan Battista Pergolesi. Era un semplice intermezzo di un’opera seria dello stesso compositore. Sono trascorsi quasi tre secoli, ma questa opera buffa continua ancora ad appassionare e divertire. Tanto che Il Conservatorio Monteverdi di Bolzano la porta in scena giovedì 14 febbraio alle 20 (e in replica venerdì 15 febbraio alle ore 11 nell’ambito di Haydn&Education) al Teatro Studio del Comunale di Piazza Verdi. Fin dalla prima rappresentazione a Napoli, La serva padrona si guadagnò una fama straordinaria e mai tramontata. Considerata il capostipite dell’opera buffa, resta una delle opere più amate tra i capolavori prodotti dal genio di Giovan Battista Pergolesi, le cui musiche non testimoniano solo una personalità creativa estremamente raffinata e complessa, ma ci restituiscono un'epoca e una società osservata e interpretata da tutti i punti di vista. La prevaricazione del servo astuto sul padrone un po’ babbeo è un tema collaudato e proposto con infinite varianti nei canovacci della commedia dell’arte. Nell’operina di Pergolesi l’esile vicenda della serva che riesce a farsi sposare dal padrone si trasforma, attraverso il linguaggio musicale, in una commedia di caratteri, briosa e credibilissima, con una precisa definizione della psicologia dei personaggi. Nell’edizione proposta dal Conservatorio bolzanino, il ruolo di Serpina è interpretato da Doris Ebner (14.02) / Greta Brenner (15.02), il ruolo di Uberto è affidato a Tomoyuki Saijo (14.02) / Rui Ma (15.02). A fare da contrappunto ai due protagonisti c’è Sorush Shokrollai nei panni di Vespone, il servo muto, che accentua con la sua mimica gli esiti esilaranti della vicenda. Scene e luci sono di Riccardo Canali, costumi di Chiara Defant. La direzione musicale è nelle mani diEmir Omar Saul, alla guida della Monteverdi Akademie. (d.m.)















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