Elena Beccaro, costumista per talento e passione 

Il personaggio dietro le quinte. Assieme al regista Bernard ha vinto premi a livello europeo Ora è impegnata nell’opera, ma in passato ha lavorato anche per Gazzè, Dolcenera e altri artisti 


FABIO ZAMBONI


Bolzano. Nella carta d’identità di uno spettacolo teatrale, d’opera o cinematografico, sono sempre in primo piano autori, interpreti, registi. Poco o pochissimo spazio per chi firma le scene, le musiche e i costumi, dettagli non meno importanti ma pur sempre dettagli, almeno per lo spettatore. Ecco perché se un costumista non intasca almeno un Oscar resta nell’ombra. È il caso di fare un’eccezione, e di renderla protagonista, per una giovane costumista bolzanina che in pochi anni ha firmato progetti importanti crescendo davvero molto, e sempre accanto ad un regista bolzanino ormai in carriera: Andrea Bernard. Elena Beccaro, nata a Bolzano nel 1990 sotto il segno del Toro, nei prossimi mesi ha in cantiere importanti messe in scena: in agosto debutterà con l’opera di Donizetti “Fille du Regiment” che ha ottime chances di fare tappa anche a Bolzano; in novembre al festival Donizetti di Bergamo debutterà una “Lucrezia Borgia” sempre con la regia di Bernard; in settembre “Traviata” a Bologna, in giugno altra Traviata a Como per il progetto “200.Com” che coinvolge 200 coristi , con repliche anche in Svizzera; in febbraio 2020 un “Don Pasquale” al Maggio Fiorentino. E intanto lavora ai costumi dell’opera per bambini “La spada nella roccia”, che debutterà al Regio di Parma, e per la ripresa della Carmen a Rouen e Parigi.

Il futuro prossimo è dunque fitto di impegni gratificanti, ma Elena Beccaro ha anche un recente passato fatto di successi e una solida formazione: «Dopo il Liceo Classico a Bolzano – racconta la giovane costumista bolzanina -, mi sono trasferita a Milano laureandomi nel 2011 in Scenografia presso la Nuova Accademia di Belle Arti. È lì che ho conosciuto Margherita Palli, il mio “faro”. Affascinata dal teatro, ci ho lavorato intensamente per qualche anno debuttando con lo Stabile di Bolzano in “Brattaro mon amour” di Paolo Cagnan, con la regia di Andrea Bernard».

Ma poi l’Opera ha preso il sopravvento. «Assieme a Bernard, con il progetto sulla “Traviata” di Verdi ho vinto il prestigioso European Opera Directing Prize. Una Traviata messa poi in scena al festival Verdi di Parma e ripresa a Bolzano un anno fa. Un successo che è stato come una calamita per inanellare altri lavori e altri successi nel mondo dell’Opera nel quale Bernard è diventato ormai un regista affermato: nel 2017 la Carmen per OperaDomani nei teatri di Como e di Bregenz, nel 2018 la Cenerentola di Rossini con debutto al prestigioso Tobs svizzero»Non.

Non mancano però incursioni, anche importanti, in altri settori, soprattutto moda e musica. «Ora vivo a Bolzano con la mia famiglia ma quando ero a Milano ho allacciato contatti interessanti con il mondo degli eventi e delle sfilate: Campari, Pandora, Studio Bazzani per Antonio Marras. Per gli eventi, ho allestito il Padiglione Kuwait all’Expo 2015. Nel mondo della musica ho fatto esperienza con i videoclip di artisti come Max Gazzè, Dolcenera, Gemitaiz, Street Clerks e altri».

Tornando all’ opera bisogna cerchiamo però di capire meglio quale sia la ratio con cui Elena Beccaro si muove nel mondo dell’Opera. Cerca aderenza all’originale, rottura o innovazione? La risposta è chiara: «Cerco il lato contemporaneo e innovativo ma tutto dipende sempre dalle scelte registiche. Ed è per questo che mi trovo benissimo con Andrea Bernard, che ha una visione creativa e moderna pur rispettando la tradizione dell’Opera». La massima ambizione? «Mi piacerebbe lavorare ancora nel mondo della moda, perché dà la massima libertà. Ma per ora non posso seguire quel settore, vivendo a Bolzano. Mi dà già soddisfazione il fatto di poter seguire – oltre all’intenso lavoro nel mondo dell’Opera - alcuni progetti dell’Accademia dove ho studiato, assieme alla mia Maestra».

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