Il disagio della memoria Ripensare le Opzioni superando il vittimismo

Riflettori puntati sulle Opzioni. Giovedì 2 ottobre, alle ore 18.30, si inaugura alla Lub il convegno su “La memoria delle opzioni”. Dopo la conferenza d’apertura dello studioso tedesco di cultural...



Riflettori puntati sulle Opzioni. Giovedì 2 ottobre, alle ore 18.30, si inaugura alla Lub il convegno su “La memoria delle opzioni”. Dopo la conferenza d’apertura dello studioso tedesco di cultural studies Christian Schneider su “Das Unbehagen an der Erinnerung” , ovvero “Il disagio della memoria”, lo storico Hans Heiss modererà una tavola rotonda cui parteciperanno protagonisti della svolta culturale compiuta negli anni Ottanta del secolo scorso. Nella giornata di venerdì 3 ottobre, a partire dalle ore 9, una decina di storiche e storici illustreranno gli esiti delle loro ricerche sulla memoria delle opzioni del 1939. Il convegno, con servizio di traduzione simultanea, è organizzato dall’Istituto di storia contemporanea dell’Università di Innsbruck, da Geschichte und Region/Storia e regione e dal Centro di competenza Storia regionale della Libera Università di Bolzano. Attorno all’attuazione dell’accordo sulle opzioni nell’autunno di settantacinque anni fa imperversava in Alto Adige una battaglia propagandistica senza eguali, che culminò il 31 dicembre 1939, termine ultimo per optare a favore o contro il trasferimento nel Reich germanico. Gli scontri e i conflitti del periodo delle opzioni, che assomigliarono a una guerra civile di stampo ideologico, avrebbero permeato per decenni la società sudtirolese. Il convegno si propone di analizzare la memoria di quel periodo.

Quando si concentra l’attenzione sul ricordo, si capisce bene quanto la memoria collettiva dei sudtirolesi di lingua tedesca e ladina diverga da quella degli altoatesini di lingua italiana. Per la memoria della comunità linguistica tedesca sembra giunto il momento di definire una propria storiografia, una “storiografia nazionale del Sudtirolo”, in cui il vittimismo e il suo usotrumentale si pongono in posizione centrale. Esso rafforza la costruzione di un’identità distinta nel senso di una “identità a se stante”, e si definisce attraverso la propria sofferenza, di cui sono responsabili la nazione italiana e il regime fascista. Le opzioni rappresentano ancora oggi una prova della validità della tesi vittimistica. Eppure negli ultimi decenni la memoria delle opzioni del 1939 è mutata in maniera significativa adeguandosi ai cambiamenti della società: fino agli anni Settanta è stata tramandata ai posteri in forma di racconto magistralmente confezionato dalla strumentalizzazione politica. Un profondo mutamento nella memoria collettiva si è prodotto anche grazie al rigore con cui la giovane generazione ha criticato negli anni Ottanta la storia raccontata dai propri padri. Dopo un decennio di polemiche ed elaborazioni storiche, anche le vittime delle due dittature, fascista e nazista, hanno trovato una collocazione nella memoria e in tutti i gruppi linguistici è cresciuta la coscienza della correità e dello spirito di emulazione regnanti fra le proprie fila. Grazie alla proliferazione degli studi storici e letterari sul periodo delle opzioni, nella memoria collettiva si è assistito, a partire dagli anni Novanta, a un evidente processo di storicizzazione e pacificazione. Contemporaneamente si rilevano una banalizzazione del tema delle opzioni da parte dei mass media e una strumentalizzazione populistica dell’argomento da parte delle forze politiche di destra.

Christian Schneider, che in veste di studioso di cultural studies si muove, come docente e ricercatore, fra sociologia, filosofia, arte e psicologia, affronterà il tema della memoria di eventi storici traumatici attraverso le generazioni. Padre della storia generazionale di matrice psicoanalitica, si è occupato della Scuola di Francoforte, dei movimenti dei dissidenti tedeschi e della memoria collettiva del nazismo. Nella conferenza inaugurale Schneider, richiamandosi alla storia del nazismo e alla sua elaborazione, parlerà del nesso fra storia, memoria e generazione, individuando i problemi che insorgono nella trasmissione della memoria dai protagonisti delle vicende alle generazioni successive. Attraverso la figura del “testimone oculare” sarà possibile mettere a confronto il punto di vista di tedeschi, (sud)tirolesi e italiani.

Seguirà una tavola rotonda incentrata sulla memoria delle opzioni. Moderati da Hans Heiss, i protagonisti della svolta culturale degli anni Ottanta, Martha Verdorfer, Alessandra Zendron, Benedikt Erhard e Gerhard Mumelter, discuteranno dell’avvenuta elaborazione critica del passato e del risveglio sociale, promosso per esempio dalla mostra Option – Heimat – Opzioni e dall’uscita del film Verkaufte Heimat tratto dall’omonimo testo di Felix Mitterer.

Articolate in cinque sezioni, le relazioni di venerdì 3 ottobre faranno il punto sui nuovi approcci metodologici alla memoria delle opzioni. Eva Pfanzelter e Carlo Romeo tracceranno una panoramica sull’argomento nei diversi gruppi linguistici. Pallaver e Federico Scarano parleranno delle condizioni politiche in cui quella vicenda vide la luce. Elisa Heinrich affronterà l’argomento in un’ottica di genere e Sabine Merler parlerà di continuità e fratture nei concetti di patria (Heimat) tramandati. Hansjörg Stecher e Stefan Lechner si occuperanno di oblio e/o vittime cadute nell’oblio. Julia Tapfer dedicherà al tema del “ricordare ancora” le sue riflessioni sull’uso didattico delle interviste realizzate con testimoni del tempo delle opzioni, mentre il regista Alexander Kratzer e la drammaturga Elisabeth Thaler indagheranno la connessione fra memoria e arte.













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