InDanza, cinque pezzi di classe 

Presentata la stagione 2019-2020. La rassegna curata dal Centro Santa Chiara di Trento sbarca a Bolzano con molte proposte interessanti Il direttore Masi: «È una stagione che guarda al contemporaneo con uno sguardo al passato». Si comincia il 12 dicembre con il Ballets Trockadero


Daniela Mimmi


Bolzano. Cinque compagnie di ballo provenienti da tre diversi continenti: America, Europa e Australia. Cinque appuntamenti con la danza classica e contemporanea che non ha confini. Questa sarà l’edizione 2019-20 di InDanza, rassegna curata dal Centro Servizi Santa Chiara di Trento con la consulenza artistica di Emanuele Masi, e presentata durante la conferenza stampa di ieri. La rassegna, che sarà ospitata al Teatro Comunale di Bolzano, parte il 12 dicembre per concludersi il 21 aprile. «Abbiamo creato una stagione che guarda al contemporaneo, con uno sguardo al passato - ci ha detto il direttore artistico Emanuele Masi – Abbiamo voluto dare un’idea generale del balletto, declinando la tradizione nei suoi vari aspetti, da quello narrativo dell’Australian Dance Theatre di Adelaide alla lettura contemporanea di Giselle del Balletto Yacobson di Sanpietroburgo. Poi c’è il Ballets Trockadero de Monte Carlo che è ormai un classico. Ma rilegge la tradizione in modo ironico e divertente. Senza dimenticare Ailey II che unisce tradizione e contemporaneo. Per fare il programma ci siamo basati molto sui gusti e le preferenze del nostro pubblico. Alcuni di questi di questi balletti sono molto impegnativi, dal punto di vista economico e produttivo. Per portare questa Giselle a Bolzano ci abbiamo messo due anni, ed è stata una operazione molto grossa. Il Balletto Yacobson di Sanpietroburgo è la prima compagnia di balletto privata in Russia e riprende la grande tradizione del balletto di quel paese. Il programma è un bel mix di titoli, generi, compagnie tra le più appassionanti della scena attuale e si chiude, non a caso, con un inno alla natura e alla cultura aborigena con l’Australian Dance Theatre di Adelaide». Si parte dunque il 12 dicembre (ore 20.30) con gli esilaranti Ballets Trockadero de Monte Carlo, compagnia statunitense esclusivamente maschile, da oltre quarant’anni sono punto di riferimento di un genere: quello della parodia dei vezzi e manie delle protagoniste del balletto. Famosissimi anche per le loro ripetute apparizioni televisive, i Trocks, come vengono affettuosamente chiamati, affrontano in scarpette da punta e tutù i brani più celebri del repertorio con il loro acuto senso del teatro e conoscenza filologica. Nel programma di Bolzano, l’immancabile secondo atto del Lago dei cigni, ma anche un’esilarante Walpurghisnacht e altri brani a sorpresa. Il secondo appuntamento è il 21 gennaio 2020, sempre alle 20.30, con un’altra eccellenza americana: la Ailey II, ovvero la compagnia giovanile dell’Alvin Ailey American Dance Theatre, fondata da Alvin Ailey nel 1974 e nel tempo diventata monumento della danza “made in USA”. Oggi diretta dal ballerino Troy Powell, la Ailey II raccoglie il patrimonio del maestro afroamericano e lo coniuga ai nuovi creatori. Nel programma ci sono due titoli dell’attuale direttore della compagnia senior, Robert Battle, (“Takademe” su musica jazz e “The Hunt” sui tamburi del Bronx), il pulsante “Breaking Point” della giamaicana Renne McDonald e “Where There Are Tongues” del sudafricano Bradley Shelver. Il 18 febbraio 2020 è la volta del Nuovo Balletto di Toscana (ore 20.30), formazione fiorentina guidata da Cristina Bozzolini, impegnata nel nuovo lavoro narrativo “a serata” , “Cenerentola”, firmato da Jirí Bubenícek e coprodotto dal Maggio Musicale Fiorentino. Primo ballerino al Balletto di Amburgo e all’Opera di Dresda, Bubenícek si dedica ora alla coreografia (recente la sua Carmen per il Balletto dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato). Per i quattordici danzatori del Nuovo Balletto di Toscana ha creato una versione di “Cenerentola”, su musica di Prokofiev, ispirata alla fiaba dei fratelli Grimm, con un risvolto più triste rispetto a quella di Charles Perrault. Nel mese di marzo, per la precisione il 17 marzo 2020 (ore 20.30), sarà in scena al Teatro Comunale il balletto romantico per eccellenza: “Giselle”, nella versione di Coralli-Perrot ripresa da Petipa. A riproporla con tutta la sua purezza e fascino il Balletto Yacobson di San Pietroburgo, prima compagnia privata nata in Unione Sovietica. Il Balletto Yacobson fu fondato nel 1969 a San Pietroburgo dal ballerino e coreografo Leonid Yacobson. “Giselle” racconta la travolgente storia d’amore di una contadinella sprovveduta che perde la testa per un ragazzo nobile a cui non potrà mai maritarsi. Ne consegue la pazzia di lei, la morte e la “resurrezione” nel regno delle Willi, creature ultraterrene impalpabili e spietate. InDanza chiude i battenti il 21 aprile 2020, sempre alle 20,30, con “The Beginning of Nature”, ultima creazione del geniale coreografo australiano Garry Stewart, direttore da oltre vent’anni dell’Australian Dance Theatre di Adelaide. “The Beginning of Nature” apre un dialogo con le tradizioni più antiche dell’Australia e la cultura aborigena nel segno della danza contemporanea, attraverso loops elettronici, musica di un quartetto d’archi e le voci di due soprani che cantano in Kaurna, al lingua degli indigeni delle pianure di Adelaide.

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