La leggenda Eliot Zigmund domani sul palco del Laurin 

Bolzano, il batterista ha fatto parte del trio di Bill Evans e suonato con Chet Baker Assieme a lui Chris Cheek e Pietro Tonolo al sax, Luca Mannutza e Lorenzo Conte


di Giuseppe Segala


BOLZANO. Nel solco di una tradizione concertistica più che ventennale, le proposte del venerdì di “All That Music” al Laurin Bar di Bolzano hanno spesso inserito musicisti di portata storica: sul filo della memoria ricordiamo concerti di Lee Konitz, Benny Golson, Albert “Tootie” Heath, Tom Harrell, Gary Bartz, oltre ai nostri Enrico Rava e Franco D’Andrea. Nomi che figurano a buona ragione nelle storie del jazz, che il pubblico bolzanino ha potuto apprezzare in un contesto prezioso come la sala affrescata che narra la leggenda di re Laurino.

È ora la volta di un altro grande solista, un veterano le cui vicende hanno condiviso momenti cruciali della musica afroamericana: si tratta del batterista Eliot Zigmund, in scena al Laurin, domani venerdì 15 febbraio, con una formazione di tutto rispetto, in cui si affiancano i sax tenori di Chris Cheek e del nostro Pietro Tonolo, insieme al pianoforte di Luca Mannutza e al contrabbasso di Lorenzo Conte.

Zigmund è conosciuto in particolare per la sua presenza nel trio del grande pianista Bill Evans, dal 1975 al 1978, con al contrabbasso un altro protagonista del calibro di Eddie Gomez. Ma il batterista oggi settantaquattrenne, nato a New York e formatosi al City College di quella metropoli, ha incrociato le propria vicenda artistica con altri protagonisti, tra i quali spiccano i nomi di Chet Baker, Stan Getz, Jim Hall, Red Mitchell. E negli anni Ottanta ha registrato pure un paio di dischi con il fenomeno francese del pianoforte, Michel Petrucciani. Inutile dire che alla base di questa vasta esperienza c’è una capacità profonda di aderire ai diversi contesti, di interpretare il proprio strumento in chiave squisitamente musicale, di interagire con gli altri solisti su un piano di dialogo paritario, scavalcando i ruoli di solista e accompagnatore, in quella logica sviluppata al massimo grado da Bill Evans e che è stata efficacemente definita con il termine “interplay”. Il batterista ha collaborato spesso con musicisti italiani di rilievo, in particolare con i pianisti Paolo Birro e Dado Moroni, con il trombettista Flavio Boltro e con lo stesso Tonolo. Come dicevamo, di notevole interesse, nel caso del concerto al Laurin, è l’accoppiata di sax con Cheek e Tonolo. Il primo, nativo di St. Louis, si è messo in luce nei primi anni Novanta con il batterista Paul Motian e la sua formidabile Electric Bebop Band, nel cui organico era proprio presente un’accoppiata di sax tenori: insieme a lui incontriamo in quelle occasioni Chris Potter, Tony Malaby e in un paio di dischi lo stesso Tonolo. Ricordiamo Cheek in un concerto di qualche anno fa a Merano Jazz, nel quintetto di Steve Swallow, naturalmente con Carla Bley al pianoforte. Tonolo è senza dubbio uno dei musicisti più preziosi della nostra scena: a partire dagli anni Ottanta, la sua discografia sia come leader che come ospite è sterminata e comprende tra l’altro le collaborazioni con altri grandi della batteria, come Joe Chambers, Aldo Romano e Jorge Rossy. In un suo Cd del 2012, “Corner Brilliance”, incontriamo lo stesso Zigmund. La formazione del Laurin si basa dunque su contatti non certo occasionali, in grado di dare risultati di alto livello. Il concerto avrà inizio alle 21.30; prenotazioni allo 0471 311570 oppure on line.













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