Merano Festival,  inizia vox humana col Coro Tenebrae

È un dialogo che si dipana fra il chiarore e l’oscurità: col nome di tenebrae si definivano un tempo le messe notturne della settimana santa, per le quali Monteverdi, Gesualdo o Frescobaldi scrissero...



È un dialogo che si dipana fra il chiarore e l’oscurità: col nome di tenebrae si definivano un tempo le messe notturne della settimana santa, per le quali Monteverdi, Gesualdo o Frescobaldi scrissero le loro lamentationes. Il coro inglese a cappella omonimo - che ama esibirsi in chiese illuminate solo da candele - con grande precisione, passione e un amalgama sonoro a dir poco sorprendente, riesce a ricreare l’atmosfera mistica e meditativa tipica della liturgia delle tenebrae. Stasera alle ore 20.30 nella Chiesa parrocchiale di Lana di Sotto Tenebrae mette in luce le tracce della polifonia rinascimentale che si celano dietro la musica vocale romantica. Dopo alcuni brani celebri del Seicento, come “Versa est in luctum“ di Alonso Lobo, la “Missa ego flos campi“ di Juan Gutiérrez de Padilla e il leggendario “Miserere mei, Deus” di Gregorio Allegri, i cantanti saltano nell’Ottocento, cimentandosi con brani di Brahms e Max Reger.













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