Nino Franchina, oggi al Trevi la storia di uno scultore atipico 

Le sue opere nascevano a Bolzano, nel Garage Touring L’amicizia con Piero Siena e l’ostilità verso il mercato  


di Cristina Costa


BOLZANO. «Le mie sculture, dal 1950, sono realizzate in gran parte in lamiera battuta e verniciata alla nitro. Le realizzo in un grande garage di Bolzano, località nei cui dintorni da anni trascorro le mie vacanze». Così scriveva Nino Franchina nel 1954. Erano gli anni in cui l’artista si sentiva proiettato verso la ricerca delle pure forme, dell’aerodinamica intesa come plasmata dal vento. Il laboratorio di cui parla è l’autogarage di Piero Siena, indimenticato inventore di Museion e instancabile promotore dell’arte nel nostro territorio.

Franchina e Siena avevano sviluppato un profondo legame di amicizia che divenne anche, in più occasioni, sodalizio artistico. Erano uniti dalla comune passione per le macchine, interpretate dallo scultore come costruzioni meccaniche travalicanti la forma e la funzione originarie.

A Nino Franchina, scultore coraggioso, incapace di compromessi con se stesso, ma soprattutto con il mondo del mercato artistico, ha dedicato un libro la raffinata casa editrice Quodlibet unitamente alla Fondazione Alessandro Passaré di Milano. Autrice la storica dell’arte Valentina Raimondo, i cui interessi accademici e di ricerca si imperniano sul periodo tra le due guerre mondiali, con una particolare attenzione al mondo della scultura, del disegno e del giornalismo d’arte.

La Raimondo presenterà il suo volume “L’arte del metallo. Storia di Nino Franchina scultore” nel corso di un appuntamento organizzato dalla Biblioteca provinciale italiana Claudia Augusta, per le ore 18 di oggi,13 settembre, nella sala al primo piano del Centro Trevi di via Cappuccini, a Bolzano.

Il libro è una biografia ricostruita con grande rigore scientifico, avvalendosi dei materiali conservati presso l’Archivio Severini Franchina (Nino Franchina è stato il marito, infatti, di una delle figlie di Gino Severini) e delle preziose testimonianze degli eredi dell’artista, tra i quali la nipote Alessandra che firma una bellissima postfazione al volume.

Numerose sono le immagini che corredano il libro e in appendice sono raccolti anche documenti e note redatti dall’artista.

L’opera di Valentina Raimondo conferisce a Nino Franchina e alla sua ricerca quel riconoscimento che gli è mancato da parte del grande pubblico, ma che mai gli è stato negato dagli altri artisti, dagli studiosi, dai collezionisti. In occasione della serata, saranno esposte anche alcune fotografie dello studio Pedrotti che documentano lo scultore al lavoro nel Garage Touring di Bolzano e alcune sue opere, cortesemente messe a disposizione da collezionisti locali.

La Biblioteca Claudia Augusta riprende così i suoi incontri con i libri e con gli autori, regalando nuova linfa al prezioso lavoro di indagine e documentazione che da anni svolge con serietà e con grande seguito.

Questa volta riportando alla luce una traccia importante forse dimenticata: il passaggio nella nostra realtà culturale di uno degli artisti più significativi del secolo scorso nell’ambito della scultura.

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