Parla Daniele Spini: «Ci piace essere colti e popolari» 

Il direttore artistico. In febbraio ritorno alle origini con Mozart «Suoneremo a Monaco e poi ci aspetta una tournée in Giappone»


Daniela Mimmi


Bolzano. Questa volta non è un ossimoro: la musica classica guarda al futuro. E’ questo infatti il motto, “Guardiamo al futuro”, su cui Daniele Spini, il direttore artistico dell’Orchestra Haydn, ha costruito il programma della prossima stagione 2019-2010. «Guardiamo al futuro perchè anticipiamo le celebrazioni per i 60 anni dell’Orchestra, che cadranno precisamente il 2 novembre del 2020. Guardiamo al futuro perchè presentiamo le opere che quattro compositori stanno ancora scrivendo. Guadiamo al futuro perchè, come ormai da anni, il repertorio della nostra orchestra parte dal passato, arriva al presente e va verso il futuro, e soprattutto attraversa tutti i generi musicali, da quello popolare a quello colto».

Andiamo nello specifico. Quali sono le opere non ancora scritte?

Si tratta di un progetto che abbiamo chiamato “Haydn: 60 anni e oltre”, dedicato a quattro composizioni nuove da noi commissionate. Après Sinfonia 104 è una rielaborazione di Haydn di Mauro Cardi, poi ci sono Infinito Concerto doppio per violoncello e pianoforte di Arturo Fuentes, Background Check di Fabio Cifariello Ciardi, che è romano ma insegna a Trento, e The Offline Side del giovane compositore trentino Andrea Mattevi.

Anticipate anche le celebrazioni per il 250° anniversario della nascita di Beethoven.

Beethoven è nato nel dicembre del 1770, ma noi ci portiamo avanti. Nella stagione 2018-19 abbiamo eseguito 4 sinfonie, l’anno dopo altre 4. Quest’anno l’Orchestra Haydn proporrà la Sinfonia n. 6, la n. 8 diretta da Nchele Mariotti, la Sinfonia n. 2 , diretta da Volmer.

Qualche curiosità?

L’Orchestra eseguirà in febbraio, il primo concerto che aveva eseguito 60 anni fa, il requiem di Mozart. Cominciamo presto i festeggiamenti!.

Quanto agli artisti che saliranno sul palco insieme alla nostra orchestra?

Alcuni sono vecchi amici con cui ci troviamo bene, altri sono musicisti tutti da scoprire. Tra gli amici di vecchia data ci sono Ottavio Dantone che recupera il repertorio del Settecento e la sua musica fa bene alla salute, Michele Mariotti, grande italiano che quest’anno dirige a Parigi, John Axelrod, Marco Angius e Hans-Jörg Albrecht. Sono per noi tutti da scoprire Timothy Redmond, Felix Bender e Ariel Zuckermann. Fra i solisti, ci sono Jean-Efflam Bavouzet, Alexey Stadler e Boris Brovtsyn, che hanno già collaborato con Arvo Volmer, mentre esordiscono sui nostri palcoscenici il violinista ungherese Kristóf Baráti, la pianista russa Varvara Nepomnyashchaya, Francesco Dillon ed Emanuele Torquati, e il violinista Stefano Ferrario.

Ma oltre al cartellone dei concerti in Alto Adige e Trentino, c’è dell’altro.

In pochi sanno che in realtà la maggior parte dei concerti della nostra orchestra è all’estero, e in giro per l’Italia. Suonerà Bach a Monaco, poi in giugno una tournée in Giappone, la Messa di Bach a Erlangen in Germania e in settembre Rossini al Duomo di Pisa.

E il pubblico vi segue sempre fedelmente.

Devo dire di sì, sia in Alto Adige che in Trentino. Anzi ogni anno aumenta e ogni anno ci sono più giovani. Per fortuna aumentano anche gli sponsor, sia pubblici che privati, perchè senza di loro la nostra orchestra non potrebbe esistere...















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