STORIA E MEMORIA»DENTRO LA VITA DELLA CITTÀ

BOLZANO. Puntualmente, come ogni autunno da dieci anni a questa parte, appare in questi giorni nelle librerie il più recente volume della serie “Bolzano Scomparsa”, dovuta al giornalista Ettore...


di Marzio Terrani


BOLZANO. Puntualmente, come ogni autunno da dieci anni a questa parte, appare in questi giorni nelle librerie il più recente volume della serie “Bolzano Scomparsa”, dovuta al giornalista Ettore Frangipane, nostro collaboratore. Anche in questo caso il volume ( “Bolzano Scomparsa 10”) raccoglie e ripropone gli articoli apparsi sull’”Alto Adige” nelle cinquantadue domeniche precedenti. Il tutto diluito su 150 pagine e impreziosito da 88 fotografie d’epoca. Un cenno a parte meritano quelle riprodotte sulla copertina (il “palazzo ducale” il giorno della sua inaugurazione nel 1932, con contemporanea consegna al duca di Pistoia Filiberto di Savoia-Genova, presente un folla festante, tra feluche, labari, gagliardetti e saluti romani) e sulla controcopertina (una riproduzione a colori del lago di Carezza, dipinta da Winston Churchill, durante una sua vacanza al vicino Grand Hotel, nell’immediato dopoguerra). Il contenuto è variamente articolato. Vi si parla di una lunga serie di personaggi che hanno frequentato le nostre valli, dall’erede del trono degli Asburgo Rodolfo (suicidatosi a Mayerling con la giovane amante), alla sua vedova (che tornò a frequentare i nostri monti col suo nuovo marito, un conte ungherese). Si parla del re di Serbia Milan I ospite di Dobbiaco, dello scià di Persia che qui transitò con le sue “belle” mogli, del Kaiser di Germania Guglielmo II e del suo treno imperiale formato da una dozzina di vagoni, stesso discorso per la regina Vittoria d’Inghilterra, per il cui treno fu improvvisato al Brennero un nuovo tracciato, che evitasse una precedente valanga. Venne a scalare le Dolomiti il re del Belgio Alberto, che raggiunse vette importanti con la scalatrice e sciatrice bolzanina Paula Wiesinger e il fassano Tita Piaz, l’ardimentoso “diavolo delle Dolomiti”. Alberto morì precipitando in solitaria da una modesta roccia in Belgio. E si racconta dei reali d’Italia che qui giunsero nel 1921: Vittorio Emanuele III rese omaggio alla casa natia di Andreas Hofer. Ecco il racconto di una mongolfiera che volò su Bolzano nel 1885 (il pilota cadde e morì, ma in Sicilia), costruirono un obelisco destinato ad essere eretto sulla cima dell’Ortles nel quarantesimo anniversario di regno di Francesco Giuseppe (ma portarlo fin lassù non fu possibile e così l’obelisco restò al passo dello Stelvio, dove alla fine nel ventennio gli si appose una targa d’impronta fascista). Figura la storia di un segretario federale di Bolzano fucilato in Lombardia, quella di maestre degli anni Trenta diffidate dalle autorità scolastiche per il loro “sgonnellare”, dei vescovi di Bressanone e Trento troppo vicini alle autorità della svastica e del fascio, di ebrei perseguitati, della nascita di “Shangai”, come era definito all’epoca con disprezzo il quartiere delle casette “semirurali”, di un’impiccagione giudiziaria nel carcere di via Bottai, oggi casa d’abitazione. Vi si legge dell’esistenza di partigiani combattenti sudtirolesi (c’erano, ma sono sprofondati nel dimenticatoio di un opportunismo colpevole). Ed altro ancora. Anche questa volta nell’opera di Frangipane emerge dal passato la Bolzano dei ricordi, nella quale si identificano molti lettori dai capelli bianchi. Dice l’Autore: «Racconto cose che ho vissuto o che - le più lontane - apprendo dai giornali d’epoca asburgica. A Bolzano se ne stampavano ben quattro, ed è possibile consultarli oggi nelle biblioteche scorrendo tra i loro caratteri gotici, giornali improntati alla devozione per le case regnanti del passato (Asburgo ma anche Savoia), a ferma fede religiosa (für Gott, Kaiser und Vaterland), oppure ad un dichiarato laicismo antiromano, permeato di valori protestanti. Anche di un antisemitismo foriero degli anni bui del nazifascismo». La Bolzano di oggi, rinata dalle rovine dei 23 bombardamenti degli anni della guerra, è tutt’altra cosa rispetto a quella delle strade impolverate, delle rogge a cielo aperto, di immondizie scaricate nel greto del Talvera e nell’Isarco, della tubercolosi e dell’alcolismo. E’ una Bolzano da 73 anni in pace. Con i suoi problemi, naturalmente. Ma problemi che sono ben piccola cosa, rispetto a quelli dei nostri nonni e bisnonni. “Bolzano Scomparsa 10” sarà presentata lunedì 19 novembre alle 18,30 al Centro Trevi di Bolzano, nell’ambito della Settimana dello Scrittore. E inoltre mercoledì 21 novembre alle 18, al Circolo militare di Presidio, ad iniziativa dell’Associazione combattenti e reduci e del Circolo unificato.













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