Appello a Confcommercio: no alle aperture domenicali 

Il vertice. Unione commercio e assessorato incontrano il vicepresidente nazionale Stoppani «La nostra situazione non è paragonabile a quella delle altre regioni italiane»


Davide Pasquali


Bolzano. Di recente l’Unione commercio turismo servizi Alto Adige ha espresso riserve sulla nuova proposta formulata dalle associazioni nazionali della grande distribuzione e del commercio – tra cui anche l’associazione di riferimento nazionale Confcommercio – relativamente al tema delle aperture domenicali e festive. La reazione da Roma non si è fatta attendere, e si è pertanto arrivati a tenere un incontro sul tema a Bolzano. Il presidente dell’Unione Philipp Moser e il vicepresidente Sandro Pellegrini hanno discusso l’argomento insieme all’assessore provinciale al commercio e ai servizi Philipp Achammer e al vicepresidente di Confcommercio Lino Enrico Stoppani. Nell’occasione i vertici dell’Unione hanno ribadito la propria opinione: “Per l’Alto Adige questa proposta non è ottimale. E i motivi sono chiari ed evidenti: con l’applicazione della soluzione proposta, per tutte le domeniche e per tutti i negozi fino a 400 mq di superficie di vendita si confermerebbe la liberalizzazione totale 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno”, sottolineano Moser e Pellegrini. In Alto Adige fa parte della suddetta categoria l’82,65 percento di tutti i punti vendita. La posizione dell’Unione è pertanto quella già espressa: per l’Alto Adige serve una normativa locale e una soluzione tagliata su misura dei bisogni del territorio. L’associazione può contare anche sul sostegno dell’assessore competente Achammer, favorevole anche a un percorso autonomo. Durante l’incontro, i vertici dell’Unione hanno presentato più da vicino le specificità della provincia al vicepresidente dell’associazione nazionale, sottoponendogli inoltre i diversi argomenti a sostegno di una regolamentazione autonoma. “Soprattutto la realtà unica del commercio altoatesino, con un equilibrato rapporto tra piccoli e medi negozi specializzati o a conduzione familiare e grande distribuzione nelle zone residenziali e il suo commercio di vicinato, ancora integro, senza paragoni nell’intero arco alpino e anche oltre, sono stati i temi trattati nell’incontro con Stoppani per sostenere l’inapplicabilità di una sola soluzione statale alle caratteristiche dell’Alto Adige.

“La nostra situazione non è paragonabile con quella di altre regioni italiane. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che l’Alto Adige ha una struttura commerciale unica che richiede pertanto una propria regolamentazione delle aperture domenicali e festive. Di questa particolarità, del resto, si tiene già conto in altri ambiti del commercio in Alto Adige, come per esempio l’esercizio del commercio al dettaglio nelle zone produttive”, afferma Achammer.

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