Bankitalia: l’Alto Adige a gonfie vele 

Nell’aggiornamento congiunturale l’export continua a crescere e anche il settore delle costruzioni sembra ripartire bene 


di Fabio Peterlongo


BOLZANO. L’Alto Adige prosegue nella fase di crescita e guarda al futuro con un certo ottimismo, in Trentino crescono turismo e industria ma vanno ancora male le costruzioni. L’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia fotografa la situazione economica puntando sulle differenze tra le due province.

I segni più in Alto Adige. Dai dati di Bankitalia emerge la vivacità dei comparti economici altoatesini, che hanno saputo cogliere le occasioni offerte dai mercati e sfruttare gli incentivi pubblici. Le costruzioni hanno consolidato il trend della ripresa, è aumentato il numero dei lavoratori ed è calato ulteriormente il tasso di disoccupazione. L’export è cresciuto del 7,4% nel primo trimestre 2017, consolidati anche i consumi e il credito bancario alle famiglie. «Per l’Alto Adige è la conferma dei segnali di consolidamento e rafforzamento dell’economia locale evidenziati negli ultimi anni. Sono indicatori positivi tanto più importanti – osserva il governatore Arno Kompatscher – se pensiamo che anche lo studio 2017 si basa sulle informazioni statistiche raccolte con la collaborazione di enti, operatori economici, istituzioni del credito, associazioni di categoria. Insomma, quello fornito dalla Banca d’Italia è un quadro completo e attendibile sullo stato di salute dell’economia regionale».

Trento, male l’edilizia. In Trentino, industria e servizi registrano nel primo semestre 2017 una crescita del +3,7% su base provinciale, sostenuta dalla ripresa dei consumi interni e dall’aumento delle esportazioni (+9,8%, contro l’8% della media italiana). Significativo è l’incremento dell’export di macchinari e prodotti alimentari verso paesi Ue. La crescita delle imprese altoatesine resta sui livelli del precedente biennio: va però aggiunto come, dal 2007, in provincia di Bolzano si è registrata una crescita del 7,9%, ben 15 punti sopra il risultato nazionale. Antonio Accetturo, analista economico di Bankitalia, legge così i dati: «In Italia siamo al tredicesimo trimestre di crescita consecutivo. Questa tendenza, che si riflette anche sul Trentino, nasce dall’aumento della domanda delle famiglie, che tornano ad aver fiducia e a spendere un po’ di più, visto anche il miglioramento della situazione occupazionale nel Nord-est». Il settore delle costruzioni si conferma l’area di maggiore sofferenza nell’economia trentina. Si è registrato un leggero calo nel fatturato delle imprese coinvolte, con una diminuzione delle ore lavorate. Di segno opposto i risultati altoatesini: crescono le ore lavorate (+10%) e il fatturato.

Turismo e commercio, continua la crescita. Le due province vedono una segno più nelle presenze turistiche, con Trento che supera Bolzano per incremento percentuale (+3,6% contro +2,8%), benché molto indietro per presenze assolute. Trento mostra tuttavia un calo nelle presenze di italiani, bilanciato da un aumento dei turisti stranieri; Bolzano al contrario risente di un rallentamento in entrambe le categorie. Tra le imprese del commercio del Trentino, vi è stata un +1,8% nelle vendite a dettaglio e del +6,6% nell’ingrosso; anche in provincia di Bolzano si conferma il trend positivo del precedente biennio.

Le banche e i prestiti. Lievemente positivo in Trentino il tasso di variazione dei prestiti erogati dalle banche alle imprese (+1,3%): tuttavia, diminuiscono quelli destinati alle aziende piccole e medie (-3,7%). Luigi Barisotto, direttore di Bankitalia Bolzano: «Nella provincia di Trento le grandi banche concedono prestiti alle aziende di maggiori dimensioni, mentre le banche di credito cooperativo riducono ancora i prestiti erogati (-1,4%). Manca chi sostenga la piccola e media impresa, sull’esempio delle Raiffeisen altoatesine: esse investono nel microtessuto economico e da esso sono ripagate a loro volta». È migliorata la capacità di restituzione dei prestiti alle banche da parte delle imprese trentine, con un flusso di crediti deteriorati calato al 2%. Resta tuttavia elevata l’incidenza dei crediti deteriorati, che si colloca al 19% del totale.













Altre notizie

Attualità