Credito cooperativo, si cambia 

Smontata la riforma Renzi: il governo cancella l’obbligo di aderire ai gruppi unici, norma anti-spread 



BOLZANO. Serie di emendamenti al Decreto fiscale da parte della maggioranza in Commissione finanze del Senato. Obiettivo cambiare la riforma Renzi del 2016 sul credito cooperativo. Orecchie aperte in casa delle Raiffeisen altoatesine. Tra il resto viene prevista la non obbligatorietà di costituire gruppi unici. «Sostenere l’autonomia delle banche del territorio è una priorità assoluta per il governo e per il Movimento 5 Stelle. Per questa ragione, abbiamo messo a punto una serie di interventi a tutela della natura mutualistica delle canche di credito cooperativo (Bcc), che nelle province di Trento e Bolzano svolgono da sempre una preziosa funzione propulsiva per l’economia», così il ministro per i Rapporti con il parlamento, Riccardo Fraccaro. «Una novità è che le Bcc non dovranno contabilizzare costantemente perdite legate all’andamento dello spread: una norma per tenere al riparo le Bcc dalle speculazioni finanziarie, evitando che le oscillazioni dei rendimenti dei titoli impattino negativamente sui bilanci», ancora Fraccaro. «Il nostro obiettivo - aggiunge - è garantire l’autenticità del credito cooperativo». Tra gli interventi contenuti negli emendamenti presentati nel Dl fiscale in Senato dalla maggioranza, si prevede per le Bcc la facoltà di adottare sistemi di tutela istituzionale, in alternativa all’obbligo di costituire l’holding previsto dalla riforma delle Bcc proposta dal governo Renzi. «Prevediamo inoltre che i gruppi non debbano diventare Spa, magari scalabili da banche straniere. Una scelta che, per gli istituti di credito cooperativo come quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano, risulta coerente con le peculiarità di un territorio in cui questo sistema opera da più di 125 anni. In questo modo si rispettano anche le particolari competenze legislative attribuite dallo Statuto speciale d’autonomia», evidenzia Fraccaro.

Soprattutto, nella Legge di Bilancio sarà introdotta la possibilità per le banche e le società finanziarie non quotate, maggiormente radicate nel territorio, di scegliere l’applicazione di principi contabili che favoriscono la gestione dei crediti e dei titoli pubblici in bilancio, agevolandole nell’erogazione del credito e proteggendone la stabilità finanziaria. zUna misura che mette le Bcc - conclude Fraccaro - al riparo da possibili speculazioni e garantisce la solidità e l’autonomia del sistema di credito cooperativo». Negli emendamenti al Dl fiscale della Lega depositati in Commissione Finanze del Senato si sottolinea che le «banche hanno la facoltà di adottare, in alternativa alla costituzione del gruppo bancario cooperativo, sistemi di tutela istituzionale (modello tedesco, ndr)». Inoltre gli emendamenti prevedono che, in presenza di alcuni requisiti, le Bcc non siano obbligate ad aderire al gruppo unico. Si prevede l’obbligo solo per le banche con un "patrimonio netto inferiore a cento milioni di euro, Cet 1 ratio inferiore a otto punti percentuali o a diverso limite indicato da Banca d'Italia, un «Net Stable Funding Ratio» inferiore a cento punti percentuali, un «Liquidity Coverage Ratio» inferiore a cento punti e un Nnpl ratio superiore a 15 punti percentuali". Soglie sotto le quali, secondo quanto si ricava dai dati al 30 giugno scorso, non ricade nessuna delle banche di credito cooperativo.















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Valeria Frangipane

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