«Cresce l’occupazione ma salari non adeguati» 

A Bolzano si guadagna di più rispetto al resto d’Italia ma il caroprezzi è pesante Mayr e Buonerba: «Appalti sottocosto, stop ai ribassi dell’ottanta percento»



BOLZANO. Cresce ancora l’occupazione, ma le retribuzioni sono poco superiori a quelle nazionali. Appalti sottocosto? La qualità ha il suo prezzo, e la corsa al ribasso non deve penalizzare i lavoratori. Sono questi i due argomenti su cui interviene la Cisl altoatesina.

In Alto Adige il tasso di occupazione al 75,3% è da record. Lo certifica l’Astat. Allo stesso tempo la rilevazione dell’Istat sulle retribuzioni nel settore privato conferma che in Alto Adige si guadagnano mediamente 0,75 euro in più all’ora rispetto alla media nazionale. Si percepisce uno stipendio più alto nell’industria (+0,95 euro/h), ma più basso nei servizi (- 0,42 euro/h) e la retribuzione cresce all’aumentare della dimensione aziendale. Nei servizi lavora il 72% della forza lavoro. Il 94% delle aziende ha meno di 10 dipendenti. Il costo della vita in Alto Adige è paragonabile a quello di una metropoli e pertanto i pochi soldi che si guadagnano in più della media nazionale sono ampiamente assorbiti in particolare dagli elevati prezzi delle case. Si conferma che avere un lavoro non basta e che solo una contrattazione territoriale che preveda salario e welfare integrativo, «possono permettere un miglioramento complessivo della vita dei lavoratori e delle lavoratrici di questa terra». I sindacalisti si augurano che i buoni propositi ascoltati dalle associazioni economiche si tramutino in fatti nel 2019.

Appalti sottocosto? La qualità ha il suo prezzo, e la corsa al ribasso non deve penalizzare i lavoratori. Gli imprenditori edili denunciano la realizzazione di opere pubbliche a costi bassissimi attraverso appalti al ribasso che arrivano fino all’ottanta percento dei prezzi informativi, ovvero dell’importo provinciale di riferimento.

“Condividiamo le preoccupazioni espresse dalle imprese edili e di chi opera nell’indotto, come ad esempio i progettisti. Le loro perplessità e critiche sono giustificate”, così i segretari Generali Cisl Dieter Mayr e Michele Buonerba.

“Un simile dumping dei prezzi nella realizzazione di opere pubbliche va a scapito della qualità e dei più deboli, che sono le lavoratrici e i lavoratori”, affermano i due segretari.

“La mano pubblica non può sottrarsi alla responsabilità nei confronti della società. Questa politica di ribasso e la pressione che ne consegue sugli esecutori delle opere è controproducente. I ribassi non devono scaricarsi sulle spalle dei lavoratori e la qualità ha il suo costo. Di questo devono farsi carico gli appaltatori pubblici e agire di conseguenza.”

Inoltre, un simile dumping non avviene solo allorquando si realizzano opere edili. Lo troviamo anche in altri settori: negli appalti di servizi, nel pulimento, nella gestione delle mense e nei servizi di assistenza alla persona. “Ciò contribuisce ad accentuare le problematiche in settori già con livelli retributivi molto bassi determinando gravi conseguenze sul piano sociale”. Così concludono i due segretari.

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