«Diritto di recesso, poca trasparenza da Banca popolare»

Il Ctcu: comprensibile il disappunto di circa 1.300 azionisti Ma l’istituto di credito replica: «Tutto alla luce del sole»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Gli azionisti di Banca popolare-Volksbank che hanno esercitato il diritto di recesso sono sul piede di guerra. Del loro malcontento se ne fa portavoce il Centro tutela consumatori utenti (Ctcu). L’istituto bancario ha recentemente cambiato la propria forma societaria, trasformandosi in società per azioni. Il 15 dicembre scorso questa modifica è stata iscritta nel registro delle imprese. Successivamente, circa 1.300 dei 59.000 azionisti hanno esercitato il proprio diritto di recesso.

Le azioni dei soci receduti sono state ora offerte in opzione agli altri soci azionisti. L'opzione durerà fino al 17 marzo, e prevede un prezzo di acquisto di 12,10 euro ad azione, che è l'ammontare proposto ai recedenti per ciascuna azione in loro possesso. «La Banca popolare si sta dimostrando tuttavia ben poco disponibile a fornire informazioni a coloro che hanno esercitato il recesso: fino ad oggi la società si mantiene sul vago. Ciò è causa di grande disappunto fra gli interessati, i quali si chiedono se e quando sarà loro liquidato il controvalore dei titoli posseduti, e quali conseguenze potrebbero esserci nel momento in cui gli altri azionisti non siano disposti ad acquistare i titoli messi a disposizione con l'opzione», afferma il Ctcu.

La legge prevede che i titoli siano liquidati al massimo entro 180 giorni dalla data di recesso. Questo vale sia per gli azionisti che si sono dichiarati d'accordo con il prezzo di 12,10 euro fissato dal cda della banca, sia per coloro che l'hanno contestato.

«In caso di contestazione del valore è poi necessario fare riferimento ad un'altra norma del codice civile: la controparte diligente ha il dovere di incaricare un esperto, nominato dal tribunale, affinché determini definitivamente il prezzo di vendita dei titoli di cui i recedenti si trovano in possesso. La Banca popolare non si è finora pronunciata neanche su questo importante aspetto della questione», evidenzia il Centro consumatori. «Il disappunto degli azionisti è più che comprensibile” riassume il direttore del Ctcu, Walther Andreaus. «Questa modalità di procedere priva gli azionisti receduti della chiarezza e della trasparenza cui hanno diritto. Sarebbe pertanto più che auspicabile che la banca spiegasse loro chiaramente cosa intende fare, eliminando così ogni incertezza a riguardo», ancora Andreaus: «Nel caso in cui la banca non dovesse assumersi questo impegno nei confronti degli azionisti e del Centro tutela consumatori utenti, che li rappresenta, «entro sette giorni ci rivolgeremo alle autorità competenti». Ulteriori informazioni presso il Centro consumatori tramite il proprio servizio di consulenza al numero 0471/975597.

Dal canto suo Banca popolare ribadisce di «avere pienamente rispettato la normativa e di avere sempre compiutamente informato i propri soci sulle singole fasi dell’iter di rimborso delle azioni oggetto di recesso». All’esito dell’offerta in opzione, e dell’eventuale ulteriore fase del collocamento presso terzi delle azioni rimaste invendute, la banca «procederà al regolamento delle compravendite relative alle azioni cedute, e alla conseguente distribuzione tra i soci receduti delle somme incassate». Infine, l’istituto bancario darà adeguata informativa agli azionisti del regolamento previsto verosimilmente nel corso dell’ultima settimana del mese di marzo.













Altre notizie

Attualità