Edilizia, gli artigiani dell’Apa guardano al mercato tedesco

Pardeller: «Il 28 per cento delle nostre aziende di settore già opera in Germania, importanti logistica e lingua»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Il settore «non tira» dove hai l’azienda? Ed allora il lavoro lo cerco fuori dalla provincia. Così l’artigianato altoatesino del comparto costruzioni guarda all’estero. La difficile situazione tuttora esistente a livello locale nel campo dell’edilizia rende il comparto delle costruzioni tedesco un mercato decisamente interessante dal punto di vista della vendita e delle esportazioni. Nel corso di una manifestazione informativa promossa da lvh.apa Confartigianato Imprese, alcuni esperti hanno chiarito quali sono le effettive opportunità offerte dalla Germania e le sfide che attendono le ditte altoatesine intenzionate ad esportare in questo universo.

L’artigianato “made in Alto Adige” è piuttosto richiesto all’estero. I prodotti ed i servizi di qualità offerti dagli operatori economici della nostra provincia sono infatti decisamente conosciuti a livello internazionale. «Secondo uno studio dell’Astat, nel terzo trimestre del 2015 dall’Alto Adige sono stati esportati beni per un valore complessivo di 1054,5 milioni di euro. - evidenzia il direttore di lvh.apa Thomas Pardeller - Di questi, il 33,4% ha raggiunto il suolo tedesco, il 10,1% quello austriaco ed il 6,2% quello svizzero». Negli ultimi anni il numero delle imprese esportatrici altoatesine è cresciuto costantemente ed anche le aziende di piccole dimensioni si stanno dimostrando sempre più attive in questa ramo di mercato. «Gli operatori economici sono molto interessati al settore edile tedesco. - afferma la responsabile del comparto Innovazione & nuovi mercati di lvh.apa Sandra Kainz - Il 28% delle ditte appartenenti a questo comparto esporta già in Germania». Al fine di sfruttare concretamente il mercato tedesco, entrando con successo in tale realtà, servono in ogni caso le adeguate strategie di esportazione. «Come primo passo un’azienda deve analizzare con precisione le proprie possibilità di esportazione e studiare i futuri concorrenti nel Paese scelto come target. - spiega Luisa Callegari, esperta dello studio Icos - Il passaggio successivo è quello di fissare le proprie aspettative per l’operazione che si vuole realizzare. Solo a questo punto sarà possibile attivarsi concretamente, sfoderando tutte le armi a disposizione per ottenere un export di successo». Nel proprio ingresso sul mercato tedesco, gli imprenditori altoatesini possono approfittare della vicinanza esistente da un punto di vista logistico, culturale ed in diversi casi linguistico. «Questi vantaggi sono importanti e facilitano indubbiamente l’accesso sul nuovo mercato», osserva Andreas Gfall, esperto di Bayern Handwerk International. Secondo quest’ultimo, un elevato potenziale di mercato in Germania esiste nel campo delle misure di risanamento energetico: nel corso del 2015 gli investimenti in questo comparto hanno toccato i 20 miliardi di euro ed il totale dovrebbe crescere sino a raggiungere i 30 miliardi entro il 2020. «Importante ricordare anche un fattore ulteriore come quello della mancanza di forza lavoro qualificata derivante dallo sviluppo demografico previsto nei prossimi anni. - conclude Gfall - Entro il 2020 solo in Baviera mancheranno oltre 230.000 operai artigiani qualificati, 1,8 milioni complessivamente in Germania».













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