Investire in conoscenza è la strada del successo 

Federmanager Bolzano. Ieri l’annuale assemblea, Riolfatti confermato alla presidenza «Una moderna politica industriale? Ricerca e sviluppo, tecnologie, ma soprattutto capitale umano»


Maurizio Dallago


Bolzano. I manager ci sono e vogliono contare sempre di più. Bene l’innovazione, ma si può fare meglio con gli «investimenti in conoscenza». Così ieri Maurizio Riolfatti, presidente di Federmanager Bolzano durante l’assemblea che si è tenuta ieri pomeriggio nel capoluogo altoatesino. Gli iscritti registrati alla fine del 2018 sono stati 326, di cui 165 dirigenti in servizio, 146 dirigenti in pensione e 15 quadri superiori.

«Continuiamo ad essere una delle poche realtà territoriali in cui i dirigenti in servizio sono in numero maggiore rispetto ai dirigenti in pensione. Nei primi mesi del 2019 si sono già registrate oltre 20 nuove iscrizioni che ci sprona a continuare nel cammino intrapreso», spiega Riolfatti.

Proroga dei vertici

Rimangono in carica gli attuali vertici in regime di «prorogatio», con prossime elezioni che si terranno, con tutta probabilità, nel 2020. Nel direttivo è stato cooptato di recente Lorenzo Lione, nominato anche membro supplente nel Consiglio nazionale di Federmanager (che è impegnato nello creazione e sviluppo del sito Linkedin di Federmanager Bolzano) in sostituzione di Erica Furini.

Le proposte

«Il 2017 è stato ricordato negli annali per l’incremento record del valore aggiunto della nostra industria manifatturiera (+ 3,8%) superiore a quella inglese, francese e addirittura a quella tedesca. Se guardiamo al quadriennio 2014 – 2017 l’incremento cumulato ha superato il 10%, un multiplo della crescita del Pil nello stesso periodo osservato. Questi dati confermano ancora una volta che la manifattura, anche per il peso del suo indotto e della significativa quota di export che genera verso l’Europa principalmente e nel mondo, continua a essere il motore della nostra economia», ha sottolineato Riolfatti. Un effetto trainante è da ascriversi senza dubbio alla crescita degli investimenti in capitale fisso e beni strumentali fortemente agevolati dalla legge di bilanciamento 2017, che ha sostenuto lo sviluppo delle tecnologie e, in particolare di quelle digitali. «Abbiamo visto, però che gli investimenti sull’innovazione sono condizione necessaria ma non sufficiente. Si può fare molto meglio per utilizzare le potenzialità ancora inespresse del nostro tessuto produttivo e per non disperdere fatto di piccole e micro imprese che rappresentano circa il 95% della nostra economia», ancora il presidente di Federmanager Bolzano. Per quest’ultimo «parlare oggi di una moderna politica industriale significa soprattutto parlare di “investimenti in conoscenza”: ricerca e sviluppo, tecnologie, ma soprattutto capitale umano, persone. La capacità di produrre valore e generare benessere principalmente attraverso l’impresa che genera occupazione di qualità è la strada che dobbiamo sostenere e sulla quale possiamo costruire la via della crescita strutturale e duratura».

«L’eccessivo peso della burocrazia accompagnata alla inadeguatezza dei servizi offerti dalla dimensione pubblica, i tempi biblici della giustizia civile e, una pressione fiscale eccessiva e iniqua, nonché l’eccessivo costo del lavoro sono le principali criticità da risolvere sulle quali andrebbe costruito un progetto concreto di rilancio del nostro Paese, anziché dedicarsi ad una politica governativa di mero assistenzialismo», chiude Riolfatti.

Visione pluriennale

Federmanager chiede, infine, una riflessione su 3 tematiche: 1) il “problem setting” delle imprese che frena gli investimenti in innovazione e la presenza sui mercati esteri, ma soprattutto l’inserimento di competenze manageriali; 2. il “divide” di sviluppo territoriale che tende ad accrescersi, in particolare aggravando la situazione del nostro Meridione, 3) la condizione di disequilibrio tra domanda e offerta di risorse con le competenze richieste del mercato, anche a causa del disallineamento della formazione didattica rispetto alle esigenze delle imprese.













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