L’attacco della Cna 

Lo Sblocca-cantieri impedisce di riciclare

Bolzano. Lo Sblocca-cantieri impedisce di riciclare vari tipi di rifiuti. Sarti: «Legge inefficace per superare lo stallo. Intervenga la Provincia».«L’intento voleva essere positivo ma, nei fatti,...



Bolzano. Lo Sblocca-cantieri impedisce di riciclare vari tipi di rifiuti. Sarti: «Legge inefficace per superare lo stallo. Intervenga la Provincia».

«L’intento voleva essere positivo ma, nei fatti, una norma poco chiara contenuta nel decreto sblocca cantieri rischia di tenere bloccata l’economia circolare. C’è un lungo elenco di rifiuti che potrebbero essere esclusi dal processo di riciclo, rimanendo fuori dalla disciplina del cosiddetto end of waste che definisce i criteri in base ai quali un rifiuto può diventare nuovamente risorsa. Un intervento delle Province di Trento e Bolzano sul governo è necessario per fare chiarezza». Lo afferma Gianni Sarti, di CNA Trentino Alto Adige. Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, inerti, pneumatici, rifiuti da spazzamento strade, vetroresina e oli esausti. Sono solo alcune tipologie di rifiuto che rischiano di essere escluse dalla norma sull’end of waste e quindi dalle opportunità di riciclo con gravi problemi nel ciclo di gestione e inevitabili aumenti dei costi per lo smaltimento dei rifiuti, il tutto a discapito dell’ambiente. «L’Italia, in particolare la nostra regione, può mostrare risultati positivi rispetto agli obiettivi di riciclo uno dei cardini dell’economia circolare. Ma da oltre un anno il sistema delle imprese, chi smaltisce i rifiuti e chi li produce, è alle prese con una situazione ai limiti del caos per effetto dalla sentenza del Consiglio di Stato 1229/2018 che è intervenuta su uno dei tanti terreni in cui si intrecciano norme europee e nazionali e si sovrappongono competenze statali, regionali e provinciali». Il codice ambientale, che ha recepito le disposizioni comunitarie sulla cessazione della qualifica di rifiuto, prevede di stabilire i criteri di end of waste per specifiche tipologie di rifiuto attraverso riferimenti europei e, in mancanza di questi, con uno o più decreti del Ministro dell’ambiente. Un percorso che, però, è risultato lungo, considerando le poche fattispecie disciplinate sia con regolamento comunitario (rottami di metalli, rame e vetro) che con decreti nazionali (al momento della sentenza si aveva solo quello sul combustibile solido secondario-Css; nel frattempo sono andati avanti i decreti su fresato d’asfalto e pannolini).













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