BOLZANO. Una giornata storica. Con l’attribuzione della terza stella Michelin a Norbert Niederkofler del ristorante St Hubertus di San Cassiano, l’Alto Adige, tutto, entra, nell’olimpo dell’enogastronomia internazionale, nel giorno in cui Carlo Cracco è sceso a una stella. «Un successo che deve inorgoglirci tutti e motivarci ancor di più», è stato uno tra i commenti a caldo fatto da Andrea Fenoglio del ristorante Sissi di Merano prontamente sottoscritto da molti altri chef altoatesini. E non solo: festeggia il mondo dell’enologia che grazie ai superwine ha messo un piede nei mercati e nei ristoranti che contano, e naturalmente, il sistema alberghiero, non sono della val Badia, che in questi ultimi anni ha investito ed è cresciuto enormemente. Dietro alla terza stella di Norbert Niederkofler, insomma c’è un sistema, il sistema Alto Adige, ma anche un uomo coraggioso e un cuoco capace di visioni. Al netto di dubbi e scetticismi che dopo la svolta decisa dal grande cuoco pusterese con Cook The Mountain e successivamente con il convegno Care’s, The Ethycal Chef Days, realizzata con Paolo Ferretti titolare dell’agenzia di comunicazione hmc di Bolzano, Niederkofler ha vinto una scommessa che appariva quasi impossibile: portare nell’altissima ristorazione internazionale i temi della cucina del territorio e le scelte di etica ed ecologia. Sale quindi a 9 il ristrettissimo numero dei ristoranti con tre stelle Michelin in Italia, che in tutto il mondo sono poco più di 100, mentre arrivano a malapena a 400 i ristoranti con 2 stelle Michelin. In Alto Adige i ristoranti con due stelle rimangono 5 grazie alla new entry di Matteo Metullio del ristorante Siriola sempre di San Cassiano (così a distanza di 700 metri si sommano ben 5 stelle Michelin, tre più due). Anche questo riconoscimento rappresenta un successo enorme che rischia di passare un po’ in ombra per il successo di Niederkofler ma che va giustamente sottolineato e festeggiato. Due stelle confermate anche a Terra di Heinrich Schneider di Sarentino, Trenkerstuber di Gerhard Wieser del hotel Castel di Tirolo, Stafler di Peter Girtler e Jasmin di Martin Obermarzoner. Tra i ristoranti con una stella Michelin arriva anche Culinaria am Farmerkreuz dei fratelli Manfred e Stefan Kofler di Tirolo. Un piccolo e panoramicissimo locale che ha scelto di puntare sulla qualità senza compromessi premiato dalla guida francese. Confermate tutte le altre stelle: la Stüa di Michil, del Hotel Perla di Corvara in primo luogo, l’eccelso Herbert Hintner che conserva la stella più “anziana” dell’Alto Adige, il ristorante Kuppelrain di Castelbello della famiglia Trafoier. Il Tilia di Dobbiaco, lo storico Schöneck di Falzes e, naturalmente il Sissi di Merano. Premiato anche quest’anno la Fragsburg di Merano con il promettente chef Enzo Bellia arrivato da pochi mesi. Theodor Falzer della Johannestube di Nova Lervante viene confermato, così come il ristorante Alpes del Hotel Bad Schörgau. L’Alpenroyal di Selva di Val Gardena con lo chef Mario Porcelli sempre sugli scudi insieme all’Anna Stuben del Hotel Gardena. Zum Löwen di Tesimo di Anna Matcher si conferma l’unico ristorante stellato a guida femminile in regione.

Sei i ristoranti stellati in Trentino con Alfio Ghezzi di Locanda Margon che conferma l’ottima performance dello scorso anno con due stelle Michelin. Ancora fermo a una stella Alessandro Gilmozzi di El Molin, ma tra i papabili per la seconda a partire dal prossimo anno e sempre in grande forma. Due ristoranti di Madonna di Campiglio confermati: il Gallo Cedrone del Hotel Bertelli con lo chef Sabino Fortugno e il Dolomieu con lo chef Enrico Croatti. Paolo Donei di Malga Panna sempre sugli allori con una stella ormai quasi ventennale a Moena e Stefano Ghetta del Chimpl di Vigo di Fassa. In totale 25 ristoranti stellati per una delle più piccole regioni italiane ma tra le più premiate in assoluto.