Gloria Guida, riparto da 'Le ragazze' in tv

(ANSA) - ROMA, 24 OTT - A 62 anni Gloria Guida, dopo cinema, fiction, teatro e anche musica e dopo un periodo di stop, ha deciso di "rimettersi in gioco, perché non è mai troppo tardi" debuttando come conduttrice tv. Dopo essere stata in gioventù tra le più celebri icone della commedia sexy soft all'italiana, l'attrice esordisce su Rai3 alla guida del programma 'Le Ragazze', realizzato da Pesci Combattenti, sei prime serate in onda la domenica dal 28 ottobre alle 21.10. Un programma al femminile, in onda sulla rete diretta da Stefano Coletta, in cui Gloria Guida accompagnerà il pubblico raccontando le donne attraverso un percorso intergenerazionale dagli anni '40 ad oggi. Ogni puntata inizia con una ragazza degli anni '40 e si conclude con una del nuovo millennio, cinque storie in tutto che si alternano di volta in volta con quelle di donne degli anni '50, '60, '70, '80 e '90. Il modello cui si è ispirata Gloria Guida per prepararsi? "Alberto Angela, lo apprezzo molto", ammette conversando con i cronisti.



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Ornella Muti, oggi è cambiato tutto, mi offrono l'Isola

(di Francesco Gallo) (ANSA) - CAGLIARI, 23 GIU - Ironia e poco ottimismo con la consapevolezza che questo non è certo un grande momento per il cinema italiano. Così la grande Ornella Muti, premio alla carriera in questa sesta edizione del Filming Sardegna Festival di Tiziana Rocca, si racconta alla stampa, ma sempre con uno sguardo al passato e al grido: "Non mi date mai del Lei, è istituzionale". "Ho amato Monicelli, ho amato Ferreri, ho amato Citto Maselli, Ettore Scola, Verdone e Muti. Anzi se penso al passato dovrei nominare i pochi che non ho amato" dice l'attrice all'anagrafe Francesca Romana Rivelli. E facendo riferimento all'oggi dice: "Mi offrono cose orribili come L'isola dei famosi. E io mi interrogo: perché me lo chiedono? Perché se vai poi sull'isola alla fine vieni distrutto. Si è vero ci sono soldi di mezzo, ma non amo fare scelte che non siano nella mia linea di pensiero e io non sono fatta per queste cose e preferisco così stare a casa". Diventare una star oggi? "Diventare icone attualmente è molto più difficile. È cambiato il cinema, è cambiato il mistero, è cambiata l'atmosfera. Tutto è già cotto e mangiato. Questo lo si vede anche nella qualità dei film. Non vado molto al cinema, ma scopro che ci sono molti film stranieri, in genere francesi e spagnoli, meravigliosi. Film che spesso vengono riproposti, pari pari, in italiano. Ma noi insomma non abbiamo la Casa di carta, noi non facciamo cose così e mi dispiace dirlo" sottolinea l'attrice notata da Damiano Damiani che la rese protagonista della sua pellicola La moglie più bella (1970) . Bellezza? "Quella ero e questa sono - dice ironica-. È difficile dire quanto la bellezza mi abbia aiutato. Ho sempre solo cercato di fare le cose che mi piacevano di più e insieme alle persone che mi piacevano di più. Vai a capire che sarebbe successo se fossi nata diversa?". Secondo Ornella Muti c'è insomma oggi "molta confusione, almeno per me che vengo da un tipo di cinema con signori registi e signori produttori che venivano sul set e controllavano tutto, così, alla fine, preferisco fare teatro". Progetti per il futuro? "Ho appena finito di fare una piccola parte nel film di Giorgio Amato, Lo sposo indeciso, in cui faccio la madre di Ilenia Pastorelli. Mi piace partecipare a dei piccoli film in cui c'è qualcuno che ancora ci crede e ci prova". Perché non misurarsi con la regia? "Quanti sono gli attori che ci hanno provato e hanno fatto un buco nell'acqua? Quasi tutti. Ognuno deve avere l'umiltà di capire quello che può fare o meno". E cosa pensa della politica oggi? "Io sono una che si è sempre tenuta fuori dalla politica, perché sono un'ingenua, una credulona e la politica è tutto meno che questo. Ho solo un po' di paure per il mondo arcobaleno, per noi donne. Ho conosciuto la Meloni prima che diventasse premier e l'ho trovata una persona molto gradevole, ma le idee sono le idee e ognuno ha le sue. Così per quanto riguarda il mondo gay è un mondo che c'è e va protetto come vanno regolamentate le adozioni senza esasperare troppo le cose. L'amore andrebbe protetto sempre se no di che parliamo? Di foto su Instagram?". (ANSA).

Napoli abbraccia i Coldplay, magica notte al Maradona

(ANSA) - ROMA, 22 GIU - Prendersi Napoli e il Maradona per due sere, trasformare l'amore per il palco in un enorme coro di musica di alta qualità, pensata per coinvolgere i fan di tutto il mondo. E' l'obiettivo pienamente riuscito dei Coldplay che ieri sera hanno invaso con i loro successi brit la città partenopea, scelta come prima tappa dell'arrivo in Italia del tour "Music Of The Spheres", partito un anno fa da Francoforte con replica stasera al Maradona prima delle quattro date a Milano del 25, 26, 28 e 29 giugno. Una serata scelta da 47.000 fan che hanno invaso il terreno di gioco e gli spalti, uniti dai braccialetti collegati al sistema di luci della band che hanno creato effetti visivi di completo coinvolgimento del pubblico. Ma l'unità era in quello che ama il leader Chris Martin, cantare tutti insieme, dall'avvio con "Music of the Spheres", il brano dell'ultimo album, fino alla parte centrale con i grandi successi "Paradise", "Viva la Vida", "Himn for the weekend". Un grande show, con due enormi maxischermi ovali per i primi piani di Martin, gli assoli alla chitarra di Jonny Bucklan e Will Champion alla batteria, di Gurry Berryman al basso, ma anche con i primi piani del pubblico sul campo che cantava i pezzi dei Coldplay, sentendosi parte della band. E' quello che vogliono gli artisti inglesi, con Martin che fa anche salire un fan sul palco, facendolo cantare con lui. Il ragazzo è emozionato ma ha la consapevolezza che quando si avvicina al microfono la prima volta deve urlare solo due parole allo stadio "Forza Napoli", facendo impazzire il pubblico e prendendosi l'abbraccio del musicista che sale sul palco con una maglietta di Maradona attaccata al jeans e si mette al collo una sciarpa del Napoli. "Voglio fare i miei complimenti al Napoli campione d'Italia, quindi vi regalo questa canzone e perdonate il mio italiano", dirà poi il musicista prima di cantare perfettamente un brano della tradizione del Golfo, "Napul'è" che Pino Daniele cantò nello stesso stadio nel 1998, davanti a 80.000 spettatori. Ma la serata è una grande festa, che i Coldplay animano con gli effetti della realtà virtuale, con enormi sfere gonfiabili che rappresentano meteore e pianeti, per portare tutto il pubblico a viaggiare nello spazio oltre che nel tempo, cantando "Something just like this" sul palco con maschere di alieni, prima che cominci una grande e lunga coreografia proiettata nei due enormi maxischermi in cui Chris Martin sembra nel virtuale correre in un lungo corridoio spazio-temporale. E lancia messaggi anche sulle sue t-shirt, da quella con la scritta "Everyone is an alien somewhere" e poi quella finale "We are all one in the universe". Uno sguardo al cielo che al Maradona viene illuminato dai fuochi d'artificio, mentre sul palco si accendono grandi fiammate e il pubblico balla "Sky of full stars" nella calda serata napoletana. Il concerto funziona, i Coldplay per i brani finali attraversano il terreno di gioco e vanno su un piccolo palco sotto la curva affollatissima, per tre pezzi acustici aperti dal violino di Davide Rossi. Poi si torna sul palco centrale per chiudere alla fine il concerto sulle note di "Biutyful", per il congedo da una città che la band ha visitato nei giorni scorsi, godendosi Castel dell'Ovo e la pizza sul lungomare, ma anche l'antichità ancora viva di Pompei. "Grazie per farci sentire così sul palco, siamo in questa città incredibile e ora posate le videocamere e sentite i vostri sentimenti", dice Martin, in una serata in cui anche il sindaco di Napoli Manfredi, il presidente del Napoli De Laurentiis e il tecnico campione d'Italia Luciano Spalletti si godono la nuova magia dello stadio. Raccolta differenziata e rispetto per l'ambiente i messaggi lanciati nel corso della splendida serata che si ripete stasera per altri 45.000 che hanno acquistato i biglietti un anno fa. (ANSA).

Debutto di Pharrell da Vuitton, torna il motivo Damier

(di Beatrice Campani) (ANSA) - FIRENZE, 21 GIU - Ci sono molte cose che non verranno dimenticate facilmente riguardo lo show di debutto di Pharrell Williams alla guida della direzione creativa della linea uomo di Louis Vuitton, avvenuto ieri sera con una sfilata-evento allestita sul Pont Neuf, a Parigi, quel ponte proprio di fronte all'heaquarter della maison e al nuovissimo hotel di lusso Cheval Blanc, sempre del gruppo Lvmh. Pharrell ha scelto questo ponte poichè è un simbolo che collega - metaforicamente - Parigi alla Virginia, suo stato natale, ricordandogli la Princess Anne High School dove ha studiato. Ma veniamo allo show. In primis c'è la componente 'entertainment', con una produzione da mille e una notte: ad assistere allo show, insieme al nuovo Ceo Pietro Beccari, ci sono star del calibro di Rihanna con Asap Rocky, Zendaya, Anitta, Lenny Kravitz, Naomi Campbell, Kim Kardashian, Beyoncè con Jay-Z, che è stato protagonista di una performance con Pharrell al party post evento. C'è poi la colonna sonora della sfilata, arricchita da una esibizione dal vivo: il produttore e interprete musicale ha deciso di puntare su tracce da lui stesso prodotte, tra cui il brano Joy (Unspeakable), realizzato assieme al coro gospel della Virginia Voices of fire. C'è poi il contenuto moda, che non è da meno: tra rimandi all'heritage del brand e focus su concetti come amore e inclusività la collezione primavera-estate 2024 è davvero un nuovo capitolo per la griffe francese. In primis c'è il nuovissimo motivo Damoflage, rilettura in chiave camouflage-contemporaneo dell'iconico motivo a scacchi della maison creato nel 1888, il Damier, ora pixelato e stampato su shorts, bomber e pantaloni. (ANSA).

Tom Cruise, 'con i miei film combatto per le sale'

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - "Io faccio film per il grande schermo, amo il senso di comunità che si vive in sala. Persone di culture ed esperienze diverse si uniscono al cinema per viverla insieme. È qualcosa con cui sono cresciuto, che mi ha ispirato nel sognare e mi ha spinto a viaggiare". Lo dice Tom Cruise, a Trinità dei Monti, su uno dei due red carpet romani (l'altro è all'Auditorium Conciliazione) per l'anteprima mondiale di uno dei film più attesi della stagione, Mission Impossible - Dead Reckoning Parte 1 di Christopher McQuarrie, settima avventura (in arrivo nelle sale italiane il 12 luglio con Eagle Pictures) per l'agente segreto Ethan Hunt. Nel cast con lui fra ritorni e new entry Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby, Henry Czerny, Esai Morales, Frederick Schmidt, Shea Whigham, Pom Klementieff, Greg Tarzan Davis, Mariela Garriga e Cary Elwes, molti dei quali presenti nella capitale, in una giornata che si conclude con un after party serale sulla Terrazza Caffarelli. "Da piccolo il mio sogno era fare i film e viaggiare per il mondo, non come turista, ma per immergermi e conoscere profondamente le differenti culture. E vedendo i miei film penso di esserci riuscito. Ho realizzato il sogno e il privilegio di intrattenere, qualcosa che non ho mai dato per scontato. La mia passione per i film riflette la mia passione per nel creare intrattenimento. Combatto per le sale, perché portano a tutti queste esperienze". L'aver scelto il nostro Paese per la premiere di Mission Impossible è dovuto anche al sostanzioso capitolo italiano nel film, con parti della storia ambientate a Venezia e Roma, dove Hunt /Cruise ammanettato a uno dei personaggi chiavi di Dead Reckoning, l'enigmatica Grace (Atwell), è protagonista di un rocambolesco inseguimento a bordo di una 500 gialla, per le strade della Capitale, dal Colosseo a Piazza Venezia, da Via Nazionale a Trinità dei Monti appunto. "Girare in quella 500 è stato molto divertente, ma non è stato per niente facile - dice sorridendo - anche perché a Christopher McQuarrie è venuta l'idea di realizzarla ammanettandomi a Hayley, così ho guidato con una sola mano. E' straordinario però girare in luoghi come questo, non lo dimenticherò mai". In Dead Reckoning, Ethan Hunt con la sua squadra deve ritrovare una pericolosissima arma, prima che cada nelle mani sbagliate. Tra alleati e nemici ci sono Grace (Atwell), la collega Ilsa (Ferguson, già presente in altri due film della saga), la 'Vedova bianca' (Kirby) e Paris (Klementieff). Le riprese di Dead Reckoning - Parte 1, costato 290 milioni di dollari (i sei film precedenti hanno incassato nel mondo circa 3 miliardi e 600 milioni di dollari) sono state più volte interrotte a causa del Covid, che ha portato la lavorazione ad allungarsi su tre anni. "Questi film sono grosse sfide produttive - dice Tom Cruise all'ANSA - e ancora di più nel periodo che abbiamo attraversato. Non saremmo riusciti a realizzare questo capitolo senza il sostegno che abbiamo ricevuto dalle persone e le istituzioni in tutti i posti nei quali abbiamo girato, come Roma e Venezia". Per l'attore e produttore "la sfida principale è sempre la creare la migliore storia possibile, dare a ogni ogni personaggio lo spessore che merita, creare un cinema che coinvolga". Anche per Hayley Atwell "ogni giorno ha rappresentato una nuova sfida, un nuovo sapore. Ci sono stati di supporto una straordinaria squadra di stuntman, per garantire allo stesso tempo la spettacolarità, la nostra sicurezza, e la gioia per noi di vivere quest'esperienza". Un'avventura che insieme alla seconda parte di Dead Reckoning si pensava potesse essere la chiusura del ciclo per Tom Cruise (che come di consueto ha limitato l'uso degli stuntmen nelle sue spettacolari scene d'azione), contemplando un possibile proseguimento della saga con altri protagonisti. Un'idea però da poco smentita proprio da Chris McQuarrie che già starebbe pensando insieme a Cruise a nuovi capitoli. Le riprese di Dead Reckoning parte 2 sono già partite: "Tutto quello che si vede in questa prima parte nasce da tutto ciò che abbiamo imparato nei precedenti film insieme - spiega il premio Oscar McQuarrie - e non parlo solo di Mission Impossible, ma anche di film come Edge of tomorrow o Maverick. Allo stesso modo arricchiremo la seconda parte di Dead Reckoning con le esperienze della prima. Sarà un film ancora più senza limiti". (ANSA).

Amadeus, 'Fiorello mi ha promesso che a Sanremo ci sarà'

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - Fiorello ha annunciato che sarà a Sanremo 2024 nella serata finale, per portar via l'amico Amadeus dopo cinque festival: "Sicuramente me lo ha promesso. Poi, come dico sempre, con lui non c'è mai certezza sul nulla, ma il fatto che possa essere sul suolo ligure mi rende già felice, non può mancare", sorride il direttore artistico e conduttore, ospite del Tg1 Mattina Estate, rispondendo alle domande di Giorgia Cardinaletti. Per Amadeus è un anno speciale, festeggia 20 anni di amore con la moglie, Giovanna Civitillo: "Un bel traguardo importante, è amore come 20 anni fa: Giovanna è fondamentale in tutto, nella vita, nel lavoro, mi dà sempre consigli preziosi, io sono piuttosto istintivo, lei è riflessiva e mi aiuta a ragionare. Averla al mio fianco è motivo di felicità da 20 anni". Con l'amico Ciuri il rapporto dura invece da 35 anni: "Festeggio 20 anni d'amore con Giovanna, 35 con lui", scherza Amadeus. "È veramente geniale, sono felice di essergli amico da 35 anni". Lavorare con Fiorello "è sempre un imprevisto piacevole, mi affido completamente a lui". Il primo incontro a metà degli anni '80: "Lui veniva dai villaggi, io dalla provincia, eravamo e siamo molto diversi, ma forse per questo ci compensiamo. Ho trovato subito che era fantastico, geniale, ricordo tutto con gioia. Venendo dai villaggi, non aveva un rapporto con la realtà: quando guadagnammo i primi soldi e li mettemmo nella banca di fronte alla Rai, pensava di poter utilizzare il mio libretto di assegni, come se avessimo un unico conto". Fiorello è l'amico su cui si può contare sempre: "Ricordo che una volta eravamo a Ibiza, per Deejay Television: erano le 2 del pomeriggio - racconta Amadeus - e io ero in difficoltà nel fare un annuncio, e lui venne in soccorso. E poi la mia prima trasmissione in Rai, Festa di classe, su Rai2: la prima puntata era andata benino ma non benissimo, allora gli chiesi di venirmi a dare una mano. Lui venne e la puntata fece record di ascolti e poi il programma andò bene, insomma diede il via. So che lui c'è sempre, anche per Sanremo c'è sempre stato, come nell'anno del covid. Un'amicizia importante si vede in questi casi, quando uno è in difficoltà l'altro è il primo a correre. Se abbiamo avuto mai un battibecco? Mai, sa darmi sempre i consigli giusti. E poi sono 35 anni che mi fa ridere". Ora li aspetta, come da tradizione, la vacanza insieme: "Prendo una casetta vicino alla sua, nel sud della Sardegna, e stiamo insieme una quindicina di giorni. Anche d'estate si sveglia prestissimo, mi telefona alle sette per fare colazione". (ANSA).

Prada, il sartoriale è fluido come una camicia

(ANSA) - MILANO, 18 GIU - E' un superamento del linguaggio convenzionale della rigidità sartoriale la collezione uomo Prada per la prossima estata, quasi uno studio sull'architettura fluida, costruita attorno al corpo umano, che parte da una semplice camicia bianca ed è rappresentata, in passerella, da cascate di slime che scendono sul pavimento di alluminio industriale. Una creazione di Rem Koolhaas che è una citazione delle opere dell'artista Matthew Barney e del suo lavoro sul corpo, che ha a sua volta ispirato Miuccia Prada e Raf Simons. Come una tela bianca, la camicia è il punto di partenza di tutta la collezione: la sua struttura comoda e leggera e i suoi dettagli - colli, polsini - diventano la base per trasformare un intero guardaroba di capi maschili, dagli abiti agli impermeabili, dagli indumenti tecnici alle reporter jacket. "Siamo partiti - racconta Miuccia Prada, che firma la collezione con Raf Simons - dalla camicia bianca, il capo più semplice, basilare e ordinario che, proprio come una tela bianca, permette di fare qualsiasi cosa, dà spazio alla trasformazione e all'individualità. Quando si parla di corpi si parla di individui, della singolarità di ognuno, ma anche dell'individualità del pensiero". "Spesso parliamo di semplificazione - qui, invece, - spiega ancora Miuccia Prada - abbiamo puntato all'espansione di qualcosa di semplice. Se la vita e la sua comprensione sono molto complesse, la semplicità può essere a volte troppo semplice. Ci interessava invece elaborarla ed estenderla, riconsiderando le cose semplici attraverso la sofisticazione dei pensieri". Così il nuovo completo ha la giacca-camicia con le spalle ampie con la vita segnata, infilata nel pantalone nello stesso tessuto tipicamente maschile, o persino nello short con le pinces, mentre l' abito da sera è un pantalone con una camicia con maniche Xlong decorata da cascate di frange o romantici fiori tridimensionali. Anche l'impermeabile color glicine o lime ha il colletto a contrasto preso dalla camicia, che a sua volta può avere tasche utility come quelle del gilet di nylon in colori saturi. Gli elementi sartoriali sono proposti anche su popeline di cotone, in nuovi capi ibridi che sono un superamento del sartoriale. "Come può un cliché diventare qualcosa di diverso? L'abito, la camicia: questa collezione - sottolinea Raf Simons - mette in discussione le convenzioni della struttura e della mascolinità. La sartorialità può essere completamente diversa da come la conosciamo e la nostra esplorazione parte proprio da qui. Guardando la sfilata, di primo acchito si vede un classico abito sartoriale da uomo, ma osservandolo bene ci si accorge che è completamente diverso. Il corpo, che è in costante movimento e trasformazione, può finalmente sentirsi libero e a proprio agio." "Siamo partiti dall'idea di camicia, con la sua struttura e leggerezza, per focalizzarci sul corpo e dargli libertà, anche se quello che ci interessa mostrare sono i riferimenti agli archetipi e all'architettura della moda, che di solito è restrittiva. Abbiamo quindi applicato questo concetto - conclude il codirettore creativo di Prada - a un intero spettro di capi maschili, conferendogli leggerezza, fluidità e comodità". (ANSA).

Auguri Raffa, boom ascolti Techetechetè per puntata su Carrà

(ANSA) - ROMA, 18 GIU - Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio di due anni fa, avrebbe compiuto ottant'anni oggi 18 giugno. Per celebrare la ricorrenza della più amata e popolare showgirl italiana Techetechetè ha realizzato una puntata monografica, tutta dedicata a "Raffa", attingendo allo sconfinato partimonio delle Teche Rai, trasmessa ieri da Rai 1. Una scelta premiata dal pubblico, con 2 milioni e 862mila spettatori (share del 20,2%) che l'hanno scelta nell'access prime time, dalle 20.45 alle 21.30. Un successo, quello della trasmissione, che dimostra ancora una volta l'affetto del pubblico italiano per Raffaella: e proprio per continuare a tenerne vivo il ricordo la Rai sta già preparando una serie di iniziative nel corso dei prossimi mesi. (ANSA).

Al Pacino padre per la quarta volta a 83 anni, è nato Roman

(ANSA) - ROMA, 16 GIU - A 83 anni Al Pacino è di nuovo padre. L'attore di Scarface e la compagna Noor Alfallah, 29 anni, hanno dato il benvenuto a Roman. Lo riferiscono i media americani citando un portavoce. Per Pacino si tratta del quarto figlio. Al momento non sono stati rivelati altri dettagli, non è chiaro quando e dove è nato il piccolo. Per Alfallah, che su Instagram si definisce una 'raconteur' (un'aneddotista), si tratta del primo figlio mentre l'attore ha già una figlia di 33 anni, Julie Marie e i gemelli Anton e Olivia di 22 anni. Pacino è diventato padre a breve distanza dall'amico di vecchia data Robert De Niro, che a sua volta, a 79 anni, ha avuto il settimo figlio, si tratta di una bambina, Gia Virginia Chen-De Niro, avuta dalla compagna, la campionessa di tai chi Tiffany Chen. (ANSA).

È morta Glenda Jackson

(ANSA) - ROMA, 15 GIU - L'attrice inglese due volte vincitrice dell'Oscar Glenda Jackson, che è stata anche deputata, "è morta serenamente" oggi all'età di 87 anni. È stato reso noto dal suo agente. "Glenda Jackson, attrice e politica due volte vincitrice dell'Oscar, è morta serenamente nella sua casa di Blackheath Londra questa mattina dopo una breve malattia con la sua famiglia al suo fianco", ha detto Lionel Larner. Nata a Birkenhead, vicino a Liverpool, da una famiglia operaia, Glenda Jackson fece il suo esordio teatrale nella pièce Tavole separate di Terence Rattigan. Dopo il debutto cinematografico nel film The Extra Day, avvenuto nel 1956, entrò a far parte della Royal Shakespeare Company e lavorò con il regista Peter Brook in molte piece, incluso il Marat/Sade di Peter Weiss, nella parte di Charlotte Corday, ruolo che interpretò anche nella versione cinematografica girata nel 1967. Nel 1971 per il suo ruolo in Donne in amore vinse il primo Oscar cui seguì il secondo nel 1974 per Un tocco di classe. Nel 1992 ha abbandonato la carriera artistica per dedicarsi alla politica ed è stata deputato laburista alla Camera dei comuni per il collegio di Hampstead and Kilburn fino al 2015. Nel 2016, dopo venticinque anni dal ritiro dalle scene, è tornata a recitare a teatro nei panni di Re Lear all'Old Vic di Londra e nel 2018 è tornata sulle scene newyorchesi dopo trent'anni di assenza nell'opera teatrale di Edward Albee Tre donne alte, per cui ha vinto il Tony Award alla miglior attrice protagonista. Glenda Jackson ha vinto anche due Premi Emmy, due Premi Bafta e un Golden Globe. (ANSA).

Tamborini (Smi), Pitti Uomo è capace di reinventarsi

(ANSA) - ROMA, 13 GIU - "Frequento il Pitti da tanti anni, ma la sensazione che più mi resta al di là della qualità della manifestazione è la capacità di questa fiera di reinventarsi: data per morta più di una volta, è stata capace di rigenerarsi tutte le volte". Lo ha affermato Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, intervenendo all'apertura di Pitti Immagine Uomo a Firenze. Per Tamborini questa capacità non verrà meno "anche coi lavori, doverosi" per il restyling del polo espositivo della Fortezza da Basso, che si svolgeranno in futuro anche in contemporanea con le fiere di Pitti. "Abbiamo tutti avuto i muratori per casa - ha detto -: sappiamo cosa vuol dire, sarà un disastro, però la capacità di reinventarsi anche in questo caso credo che non mancherà". Il titolo di questa edizione estiva di Pitti Uomo, 'Pitti Games', per il presidente di Smi "vuol dire che c'è una sfida, un gioco, una competizione: ma ricorda anche il gaming, un tema che abbiamo già affrontato durante la pandemia, un nuovo linguaggio a cui tutti ci dobbiamo abituare se vogliamo avere a bordo le nuove generazioni, che magari su alcuni concetti sono un po' lontane". (ANSA).









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