Ajax,da Arancia Meccanica a De Jong&Co. 50 anni di show

(ANSA) - ROMA, 17 APR - Oggi come allora c'è di mezzo una notte, lunga appena 90 minuti, a far scoprire un'altra rivoluzione nel calcio. Una storia che in 50 anni e passa si è tramandata di padre in figlio, di successo in successo, con un unico filo conduttore che porta il nome di una squadra che ha fatto la storia del pallone, ma non solo: l'Ajax, che il mondo scoprì per la prima volta in una fredda serata di dicembre 1966 quando annichilì il Liverpool, allora la squadra più forte d'Europa. Quell' 'Undici' che stupì il mondo è stato poi capace di toccare il cielo, di sprofondare nell'anonimato e di risorgere, in un'unica narrazione che solo la favola del calcio può raccontare e che solo le squadre di Amsterdam sono mai riuscite a regalare. Da Johan Cruijff a De Jong, da Suurbier a De Ligt, da Rensembrink a Van De Beek, in mezzo secolo sono cambiati gli attori ma non la filosofia di gioco basata su un atletismo spinto e la rinuncia alle specializzazioni di ruolo. Ecco così che i Lancieri di Erik Ten Hag oggi come quelli di Rinus Michels ieri assurgono improvvisamente a mito, marchio, icona di un'idea, come fossero i Beatles o Picasso. Qualcosa di intramontabile. Il mondo del calcio scoprì l'Ajax in una fredda serata di 54 anni fa, in mezzo a una nebbia che faceva vedere poco o niente, quando il Liverpool allenato da Bill Shankly, allora la squadra più forte d'Europa, affrontò nel 2/o turno di Coppa dei Campioni una sconosciuta squadra olandese, dalla divisa biancorossa e piena di calciatori dai capelli lunghi. Finì 5-1 per i 'capelloni' guidati in campo dal profeta Johan Cruijff e in panchina dal rivoluzionario Rinus Michels - "il migliore allenatore di sempre' per France Football - che da quel giorno cambiarono il mondo e il modo di intendere il calcio, con la rottura degli schemi in campo e fuori. Non a caso il 'Fog Game' del 7 dicembre 1966, in cui l'allora 15enne Louis Van Gaal fece da raccattapalle, era la partita che a Cruijff piaceva più di ogni altra ricordare, più delle finali vinte: fu l'inizio di qualcosa di completamente diverso, di un calcio fatto di passaggi di prima, continue sovrapposizioni senza ruoli di riferimento e con portieri che giocavano anche con i piedi. Insomma, il calcio totale. I tulipani sbocceranno definitivamente di lì a poco, dopo finale persa nel '69 contro il Milan, inanellando lo storico tris vincente '71-'73, una volta che si era cementata l'intesa di Cruijff con i vari Keizer, Swart e Suurbier, tutti cresciuti a un paio di chilometri dal campo. Vennero poi Krol, i fratelli Muhren e Rep, che stese la Juve a Belgrado e che chiuse il ciclo vincente. Da lì a poco Cruijff, dopo un litigio con i compagni perché non lo rielessero capitano, decise di andarsene al Barcellona e a poco a poco altri campioni lasceranno il club olandese, anche se il 'calcio totale' continuò a vivere in nazionale e al Mondiale '74 la 'reunion' dei campioni dell'Ajax portò l'Arancia Meccanica' (quasi tutti 'Lancieri', a parte il portiere e un paio di giocatori del Feyenoord) a sfiorare la Coppa e a regalare al mondo un ultimo indimenticabile spettacolo. Come quello di ieri sera allo 'Stadium', che fa il paio con la notte indimenticabile del Bernabeu poche settimane fa, quando l'Ajax annichilì i tre volte vincitori di Champions, senza dimenticare che il blitz di Torino parte da più lontano: dalla sconfitta contro il Manchester United nella finale di Europa League 2017 quando i Lancieri furono celebrati con termini entusiastici dal 'Telegraph': "I Red Devils hanno battuto una squadra meravigliosa, giovanissima, la più giovane di sempre ad approdare all'ultimo atto di un torneo continentale (età media di 22 anni e 282 giorni)". Viatico di quello che i nipotini di Johan Cruijff sarebbero riusciti a diventare: da boccioli a tulipani.



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Alcaraz campione fragile, le immagini del ko con Dimitrov a Miami

Un gigante dai piedi di argilla: grandissimo talento ma anche una inattesa fragilità nei momenti più delicati della sua carriera. Carlos Alcaraz cade ai quarti a Miami contro Grigor Dimitrov e si scopre ancora una volta più debole - se è possibile dirlo per un grande campione come lui - rispetto alle grandi aspettative che in tanti nel Circus nutrono nei suoi confronti. Dopo un avvio di stagione difficile a causa di alcuni stop inattesi come l'eliminazione agli Open d'Australia, negli Usa lo spagnolo sembrava aver ripreso smalto e fiducia in se stesso. La vittoria contro l'amico e rivale Jannik Sinner in semifinale ad Indian Wells e poi lo stesso titolo conquistato con una gran partita in finale contro Daniil Medvedev apparivano come l'uscita dal tunnel nel quale si trovava. Ma l'illusione della ripresa è durata pochi giorni, almeno fino ad oggi quando nuovamente ed inaspettatamente il murciano è caduto contro Dimitrov. "Mi sono sentito frustrato. Grigor mi ha fatto sentire come se avessi avuto 13 anni. Ha giocato un tennis fantastico quasi perfetto", ha detto dopo il ko contro l'esperto bulgaro. "Non vedevo alcun suo punto debole. Ero spaesato. Per questo mi sento frustrato. Parlavo con la mia squadra e non sapevo cosa fare", ha poi ammesso. Ed è questo uno dei pochissimi punti deboli dello spagnolo. Non la tecnica che è quasi perfetta e neanche la prestanza fisica - la sua esplosività impressiona gli avversari - ma la tenuta psicologica. Già in passato, Alcaraz ha dichiarato di avere un rapporto quasi simbiotico con il suo coach Juan Carlos Ferrero e che, senza di lui a guidarlo all'angolo, in campo si sentiva un po' perso. Ad esempio, quando ad inizio stagione l'allenatore spagnolo a causa di un intervento chirurgico non è andato in Australia, il giovane numero due al mondo ha ammesso di sentirsi in difficoltà perché gli mancavano la capacità di lettura del match ed i consigli dell'ex campione spagnolo. Va anche detto che Dimitrov è un avversario particolare. Il bulgaro è sempre stato considerato uno dei grandi talenti del tennis mondiale: l'erede "inespresso" di Federer, un tennista capace di colpi incredibili con una tecnica pressoché perfetta ma anche di una mancanza di continuità che per buona parte della carriera lo ha relegato fuori dai top dieci del mondo. Oggi, però, era in una delle sue giornate di grazia. Resta da comprendere quanto nella debacle di Alcaraz sia dovuto al talento di Dimitrov e quanto ad un suo calo. Una risposta che soltanto il tempo potrà dare. Di certo, quel percorso che vedeva lo spagnolo avviato verso il numero uno del ranking mondiale a scapito di Novak Djokovic è più irto e complesso di quanto si potesse inizialmente pensare. Anzi, in caso di vittoria di Sinner a Miami, l'italiano gli strapperà il numero due della classifica Atp relegandolo al terzo posto. Ma sbaglia chi sottovaluta Alcaraz che, tra l'altro, si appresta a giocare sulla terra battuta, la sua superficie, dove per i rivali ci sarà tanto da faticare.

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"Cannibale" Odermatt vince anche il gigante di Bansko

L'elvetico ha chiuso la sua gara 2.15.75, precedendo di circa un secondo il norvegese Alexander Sten Olsen (2.16.66) e l'austriaco Manuel Feller (2.16.83). Primo degli azzurri il bergamasco Filippo della Vite, buon decimo in 2.17.76, l'unico a migliorarsi veramente nella seconda manche recuperando sei posizioni. In classifica poi ci sono Giovanni Borsotti 17/o, Luca De Aliprandini 23/o dopo una deludente seconda manche e Alex Vinatzer 27/o. Domani a Bansko si gareggia in slalom (foto Ansa)

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Gigante donne a Soldeu: in testa Bassino davanti a Brignone

Le due azzurre separate da 3 soli centesimi. Terzo tempo per la neozelandese Alice Robinson a 11 centesimi mentre la svizzera Lara Gut-Behrami, leader di disciplina davanti a Brignone, è solo nona Assente l'infortunata Sofia Goggia, per l'Italia in classifica ci sono poi Elisa Platino in 1.02.49 e poi con uno sfortunato errore per Roberta Melesi in 1.03.84 mentre è uscita Asja Zenere (foto Ansa)

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Sinner a Mattarella: orgoglio per una vittoria di squadra

"L'orgoglio di essere qui è per una vittoria che e' frutto del sacrificio e del gioco di squadra". Cosi' Jannik Sinner, nel suo intervento al Quirinale dove il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceva gli azzurri vincitori della Davis 2023. "E' un successo per tutti gli italiani. La cosa piu' importante non e' stato vincere, ma esserci capiti tra compagni, di essere felici in campo e sorridere anche quando le cose non vanno per il meglio" (foto Ansa)

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Sinner, da 'Apoteosi' a 'sembra Nadal': il mondo lo celebra

Il trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open di tennis a Melbourne ha monopolizzato le prime pagine dei quotidiani, non solo sportivi, sia in Italia che all'estero. "Sinner si traveste da Nadal per superare Medvedev ed essere incoronato campione", scrive in Spagna "Marca", facendo riferimento alla finale vinta dallo spagnolo rimontando due set contro il russo proprio come accaduto a Jannik. "Apoteosi", titola l'Equipe aggiungendo: "Ancora e ancora. Sinner conquista il suo primo Grande Slam. Le promesse dell'italiano di fine 2023 sono state mantenute, in gran stile. Al termine di una folle finale degli Australian Open, Sinner ha domato Medvedev, dopo una rimonta strepitosa. E' tra i grandi". E in Francia ne parlano anche i giornali generalisti come Le Figaro: "Seguendo le orme del padre, che era chef, Jannik Sinner sembra aver trovato sui campi le ricette giuste per invitarsi stabilmente alla tavola dei re". L'altoatesino - aggiunge Le Figaro citando anche il super finale di 2023 di Jannik, con la vittoria della Coppa Davis - ha fatto "la storia del suo paese". Per il generalista spagnolo El Mundo "Sinner vince in Australia e anticipa una grande rivalità con Alcaraz". "L'italiano parte sotto di due set, poi vince al quinto. Prima finale del Grande Slam e prima vittoria: meglio di così non si può", si legge, in Germania, su "Bild". Negli Una ne parlano i più importanti network a partire dalla dalla NBC: "Il primo italiano a vincere gli Australian Open in quello che potrebbe essere un cambio generazionale nel tennis". Poi c'è la CNN, che dedica ampio spazio alla vittoria in Australia, con anche un richiamo nella home page del suo sito. "Jannik Sinner rimonta due set per aggiudicarsi il suo primo titolo slam". E in Gran Bretagna sulla sempre istituzionale Bbc: "Jannik Sinner ha vinto gli Australian Open dopo una grande rimonta". Sempre in Inghilterra il Daily Mail titola: "la rimonta del ragazzo", mentre The Australian chiude così: "La gloria appartiene a Sinner, il ragazzo della montagna ha scalato un'altra cima" (Ansa / Afp)

il campione

Djokovic: "Io come Tom Brady, voglio giocare fino a 40 anni"

Il numero 1 al mondo intervistato a margine dell'esibizione che lo attende alla Riyadh Season Tennis Cup. L'esempio citato è lo storico quarterback di football americano vincitore di sette Super Bowl e per cinque volte nominato MVP della finale in cui si assegna il titolo. "E' un grande esempio di campione capace nel suo sport di costruirsi una carriera longeva e ricca di successi" (foto Ansa)

Sci: Shiffrin vince libera St.Moritz davanti a Goggia

(ANSA) - ROMA, 09 DIC - La statunitense Mikaela Shiffrin ha vinto la discesa libera di St.Moritz, battendo di una manciata di centesimi le azzurre Sofia Goggia, vincitrice ieri del SuperG sulla pista Corviglia, e Federica Brignone. Nella prima libera della stagione di cdm femminile dopo la cancellazione delle prove previste a Cervinia, la leader della classifica generale ha chiuso con il tempo di 1:28.84, staccando di soli 15 centesimi Goggia che a sua volta ha superato Brignone, partita col pettorale n.1, per soli due centesimi. Giù dal podio le austriache Cornelia Huetter (+0.28) e Miriam Puchner (0.39), quarta e quinta, e la tedesca Emma Aicher (+0.43), sesta. Tra le altre azzurre, dopo la discesa delle prime trenta Marta Bassino è al decimo posto (+0.69), Nicol Delago al ventesimo, Laura Pirovano al 24/o e Nadia Delago al 26/o. (ANSA).









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