Madre Aldrovandi, taser? Morte per botte

Padre, pistolòa elettrica da usare su chi lo uccideva

BOLOGNA


(ANSA) - BOLOGNA, 14 SET - "Federico è morto perché hanno continuato a pestarlo, schiacciarlo e a dargli calci nella testa quando era già stato immobilizzato e stava chiedendo aiuto. Mi dispiace che si possa giustificare uno strumento pericolosissimo come il taser con questo paragone che non ha senso". Così all'ANSA Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, amareggiata per le parole dell'ex questore di Ferrara Antonio Sbordone che ha detto che se ci fosse stato il taser il ragazzo sarebbe ancora vivo.

La donna contesta anche l'affermazione secondo cui i poliziotti, quella sera del 2005, dovettero usare i manganelli "per fermare un giovane agitatissimo di un metro e 90".

"Federico era alto un metro e 75 e pesava 60 chili - ricorda -, evidentemente l'ex questore di Ferrara non si è informato bene, poteva almeno leggere le carte". Su Facebook il padre di Federico, Lino Aldrovandi, posta una sua intervista a Repubblica: "Il taser non sarebbe stato da usare su Federico, ma su chi lo stava uccidendo 'senza una ragione'".













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