STORIE

Migranti morti in mare, in tasca la pagella o la terra di casa

Frammenti di identità trovati addosso alle giovani vittime nel Mediterraneo, le loro storie nel libro di un medico legale
 



ROMA. I voti di una pagella scolastica cucita nella tasca, la terra della patria in un sacchetto in tasca o la tessera di una biblioteca, come biglietto da visita per quel mondo nuovo, mai raggiunto. Hanno commosso i social le storie dei migranti morti in diversi naufragi e raccontate in un libro ("Naufraghi senza volto") da Cristina Cattaneo, il medico legale che negli ultimi anni si è occupata di riconoscere i corpi dei migranti annegati in mare.

 A moltiplicare condivisioni e commenti è in particolare la storia del 14enne del Mali morto in un barcone nel Mediterraneo il 18 aprile del 2015, che ha fatto il giro del web anche grazie ad una vignetta del disegnatore Makkox per Il Foglio. "Uau tutti dieci. Una perla rara", dicono guardando la pagella i pesci e molluschi al ragazzino che nel disegno rivive nel fondale del Mediterraneo, nel tratteggio di Makkox.

Proprio quella cucitura interna in cui era racchiusa la pagella scolastica è l'unico dettaglio che riesce, in piccola parte, a raccontare la vita del piccolo. Quel plico di carta sbiadito e ripiegato su se stesso riportava: "Bulletin scolaire e, in colonna, le parole un po' sbiadite mathematiques, sciences physiques… Era una pagella", si legge nel libro. Frammenti di identità, quelli raccontati da Cattaneo, che vengono ricostruiti per ridare dignità alle vicende di chi ha cercato disperatamente la fuga dalla propria casa per una vita migliore. Così come racconta umanità il ritrovamento del corpo di un ragazzo dell'Eritrea che aveva in tasca un sacchetto di terra del suo paese o quello di un altro, proveniente dal Ghana, con addosso una tessera della biblioteca. Tentativi di portare, nell'incognita di quel viaggio, un pezzettino di passato ancora con sé. Per non scomparire. Insegnando che si può morire con la speranza ancora addosso.













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