La protezione civile dell'Ana: gli angeli custodi

Dal terremoto in Friuli nel 1976 a quello dell'Abruzzo nel 2009, le penne nere non si sono mai tirate indietro. Nel corso degli anni, il volontariato ha assunto forme e strutture d'eccellenza: la storia della protezione civile dell'ANA

ROMA. Fu in occasione del terremoto del Friuli, nel 1976, quando nessuno ancora parlava di Protezione civile, che gli alpini accorsero a migliaia, sotto la guida del presidente Bertagnolli. Il territorio del Friuli fu suddiviso in dieci cantieri, coordinati da una direzione tecnica, mentre la direzione logistica sovrintendeva ai materiali, ai viveri e alla distribuzione delle squadre di tecnici nei vari cantieri.

Significativo l'aiuto giunto dal governo degli Stati Uniti d'America: 50 miliardi di lire, affidati alla gestione dell'Associazione Nazionale Alpini. Non una sola lira andò dispersa; anzi, a questo contributo e a quello giunto dagli alpini di tutta Italia e del mondo, i volontari dei cantieri aggiunsero migliaia di ore di lavoro gratuito nella ricostruzione di scuole, case, chiese.

L'intervento in Friuli gettò le basi della Protezione civile ANA, che alla metà degli anni Ottanta era ormai una realtà ben strutturata, ma evidenziò anche l'esigenza di una organizzazione statale, strutturata a modello di quella degli alpini.

Oggi la P.C. Ana è un'agile struttura di pronto intervento e di aiuto, modulata per intervenire in diverse tipologie di emergenze, che assicura un indispensabile supporto al Dipartimento nazionale di P.C. Non c'è paese dove gli alpini non abbiano fatto qualcosa: il rifacimento dell'oratorio, la ristrutturazione della casa per gli anziani o del centro sociale, la bonifica del greto di torrenti, la prevenzione d'incendi boschivi con la formazione di piste tagliafuoco, piazzuole per l'atterraggio dei mezzi di soccorso, vasche per la raccolta delle acque meteoriche, il soccorso sanitario, l'addestramento di cani per la conduzione dei ciechi, lo sgombero della neve da strade e tetti.

La struttura della Protezione civile ANA, è concepita in modo ottimale. Gli oltre 14mila volontari sono divisi in quattro Raggruppamenti. Il 1° comprende i volontari di Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta; il 2° quelli della Lombardia e dell'Emilia Romagna; il 3° gli alpini del Triveneto e il 4° gli alpini del Centro Sud. Tutti i Raggruppamenti dispongono di magazzino dove sono disponibili materiali d'emergenza, attrezzature adeguate ad un veloce impiego.

L'ANA è una delle organizzazioni di volontariato riconosciute di interesse nazionale dal Dipartimento per la Protezione civile. Durante l'arco dell'anno, sia a livello di Raggruppamento che di singola Sezione, i volontari svolgono attività addestrative con la collaborazione degli enti istituzionali locali (Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Corpo Forestale dello Stato, Croce Rossa ecc.). Queste attività non sono solo semplici esercitazioni per mantenere efficiente tutta l'organizzazione, ma veri e propri interventi di prevenzione ambientali e bonifiche del territorio, specialmente boschivo e montano in genere.

Per capire il grado di efficienza raggiunto basti pensare che in Umbria, dei 18 campi di terremotati, ben 16 erano gestiti dai nostri volontari ed il grande magazzino di viveri e materiali di Foligno era sotto la responsabilità della Protezione civile dell'ANA. A Nocera Umbra era dispiegato l'ospedale da campo ANA, che fungeva da ospedale di presidio, con gli ambulatori nei quali i medici di base svolgevano la loro attività in collaborazione con i medici del nostro ospedale da campo.

Quello che differenzia la Protezione civile dell'ANA dalle altre associazioni di volontariato è l'organizzazione capillare, di tipo militare, mirata alla tipologia di intervento oltre che le attività di prevenzione sul territorio. Richieste dal Dipartimento Nazionale della Protezione civile, per prime partono le squadre che dovranno preparare il terreno per tende e strutture attrezzate (con servizi igienici, logistici, radio ecc.); seguono le cucine da campo e via via tutto il resto, dalle tende ai lettini, al posto medico avanzato per il pronto intervento d'urgenza.

Fanno parte della struttura di ogni Raggruppamento tecnici in grado di gestire l'emergenza del campo: dagli ingegneri agli elettricisti, ai muratori, cuochi, medici, infermieri professionali. Ma non è solo emergenza. Altre volte si tratta di interventi di particolare valore morale, come la partecipazione alla raccolta di viveri per la Fondazione Banco Alimentare, o la ricostruzione dell'Istituto scolastico multietnico a Zenica, in Bosnia, che ospita studenti delle tre etnie.

Questo istituto - che rientra nel progetto "Scuole per l'Europa" - è stato inaugurato nel febbraio del 2002, dopo due anni di lavoro. Gli alpini - con il denaro raccolto dalla campagna "pro Balcani" lanciata dal Consiglio direttivo nazionale - hanno contribuito alla ricostruzione e all'ampliamento dell'edificio danneggiato durante la guerra. Oggi ospita 800 studenti serbi, cattolici e musulmani, che sui banchi di scuola imparano non solo nozioni scolastiche ma anche a convivere nel rispetto dell'altrui diversità. Innumerevoli sono gli interventi svolti negli anni scorsi dai nostri volontari, da quello per la disastrosa alluvione in Piemonte nel 2000, a quello a favore della popolazione dell'alto Garda coinvolta nel terremoto del 2004 e la partecipazione ai soccorsi nel sud est asiatico devastato il 26 dicembre 2006 dall'apocalittico tsunami; a svariati interventi di tutti i generi (antincendio boschivo, ricerca persone scomparse, intervento locale e di comunità coinvolte in emergenza causa maltempo ecc.) svolti in tutto il territorio nazionale.

Il 6 aprile 2009, a poche ore dal sisma in Abruzzo, 11 nuclei cinofili della Protezione civile ANA erano a L'Aquila e provincia per individuare e salvare le persone sotto le macerie. Nella settimana sono state 700 le giornate/uomo dei volontari ANA impegnati negli aiuti alla popolazione e, al dicembre 2009, hanno raggiunto il numero di 8262 volontari che si sono alternati, con turni di 8 giornate ciascuno, nei diversi campi per assistere le migliaia di abruzzesi, sistemati nelle tendopoli o in ricoveri di fortuna. L'intervento degli alpini ha lasciato anche un magnifico e duraturo segno di solidarietà nella realizzazione di 33 case per gli sfollati, costruite a tempo di record a Fossa.

Il "Villaggio ANA" è stato inaugurato il 14 novembre 2009 grazie alle somme raccolte dall'ANA e da altri enti. Sempre a Fossa è stata costruita una magnifica e accogliente chiesa, mentre altri interventi sono previsti a L'Aquila. In occasione dell'Adunata a Torino la Protezione civile ANA metterà a disposizione oltre 2000 volontari impegnati in: Interventi per la Città: il recupero del Parco delle Rimembranze, luogo simbolo che ricorda gli oltre 4000 Caduti della città di Torino nella Grande Guerra. Saranno sistemati muri a secco, i percorsi perdonali, sarà effettuata la sistemazione di strade e viottoli, e saranno installate delle barriere protettive in legno; controllo della viabilità con creazione di posti tappa distribuiti lungo le principali direttrici di accesso alla Città. Controllo e razionalizzazione nell'uso dei parcheggi per autobus e autovetture; installazione di presidi sanitari con l'Ospedale da campo e Posti Medici Avanzati. Operatori radio per il controllo di attività e manifestazioni dell'Adunata. Controllo dei varchi di accesso alla città, a supporto delle forze dell'ordine. Operatori radio al centro di coordinamento prefettizio.