Def: Gimbe, 'preoccupa il definanziamento della sanità'



(ANSA) - ROMA, 18 APR - "Il rapporto spesa sanitaria/PIL nel 2023 scende a 6,7% rispetto al 6,9% del 2022" e continuerà a scendere negli anni a venire, tanto che "sarà al 6,2% nel 2026, un valore inferiore a quello del 2019 (6,4%)". Questa l'analisi della Fondazione Gimbe, rispetto alle previsioni del Documento di Economia e Finanza 2023, che "sulla spesa sanitaria 2024-2026 certificano evidenti segnali di definanziamento" per il Servizio sanitario nazionale, "i cui princìpi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità sono minati da criticità che compromettono il diritto alla tutela della salute".
    Nel documento approvato dal Consiglio dei ministri, si legge nell'analisi del Gimbe, "rispetto al triennio 2024-2026, a fronte di una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, il Def 2023 stima quella della spesa sanitaria allo 0,6%. Il rapporto spesa sanitaria/PIL si riduce dal 6,7% del 2023 al 6,3% nel 2024 al 6,2% nel 2025-2026. Rispetto al 2023, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2024 scende a 132,7 miliardi (-2,4%), per poi risalire nel 2025 a 135 miliardi (+1,7%) e a 138,3 miliardi (+2,5%) nel 2026".
    In pratica, chiarisce Cartabellotta, "il risibile aumento medio della spesa sanitaria dello 0,6% nel 2024-2026 - spiega di Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - non coprirà nemmeno l'aumento dei prezzi". In altri termini, "le previsioni del Def 2023 sulla spesa sanitaria nel triennio certificano evidenti segnali di definanziamento: in particolare il 2024, ben lungi dall'essere l'anno del rilancio, fa segnare un -2,4%".
    I numeri "confermano che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta una priorità politica". Al contrario, "si prosegue con la strategia di definanziamento pubblico della sanità", che si traduce in "interminabili liste di attesa che aumentano la spesa out-of-pocket e impoveriscono le famiglie" così come in "diseguaglianze nell'offerta di servizi e prestazioni che determinano migrazione sanitaria, inaccessibilità alle innovazioni, fino alla riduzione dell'aspettativa di vita".
    (ANSA).
   









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