Linfomi, 100mila euro per progetto su forma aggressiva



(ANSA) - ROMA, 11 NOV - Sostenere i giovani ricercatori e creare equipe di lavoro in rete tra più centri italiani: questo l'obiettivo concreto del bando Giovani Ricercatori, promosso dalla Fondazione Italiana Linfomi (Fil). Quest'anno a Rimini verrà premiato il progetto "Mantle first bio", finalizzato a identificare i caratteri biologici responsabili della resistenza alla terapia nei casi di linfoma mantellare, permettendo la personalizzazione delle cure. Obiettivo è il miglioramento dell'aspettativa di vita dei pazienti con questa patologia, aggressiva e che rappresenta il 6% dei casi di linfoma non Hodgkin, ad oggi senza possibilità di guarigione, ma che negli ultimi trent'anni ha visto raddoppiare la sopravvivenza, mentre il periodo libero da progressione di malattia è passato da 3 a 7 anni. "Lo standard terapeutico per i pazienti giovani - spiega la responsabile del progetto, la giovane ematologa Francesca Maria Quaglia - è costituito da chemio-immunoterapia e autotrapianto di staminali. Ma una percentuale significativa, circa il 15% dei pazienti, è refrattario alle cure o destinato a una recidiva precoce. Il nostro studio si focalizza su questo 15%, mirando a individuare le cause biologiche dell'insuccesso terapeutico, in modo da personalizzare la cura fin dall'inizio e gestire al meglio la prima recidiva, quando la malattia è ancora potenzialmente curabile ". Partner del progetto sono altre due ematologhe under 40."Si tratta di una proposta - spiega Michele Spina, presidente Fil - che interpreta molto bene la mission della Fondazione, che negli oltre 80 studi clinici portati avanti in 9 anni ha sempre puntato molto sulla medicina personalizzata e la diagnostica avanzata, coinvolgendo più di 1000 pazienti all'anno". A disposizione un finanziamento di 100 mila euro grazie ai fondi della Fondazione Giulia Maramotti (50%), dalla Fondazione Grade Onlus (30%) e dalla Fil (20%).(ANSA).   









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