Sanità: Gimbe, polveriera su cui incombe spettro nuovi tagli



La Sanità è una "polveriera" su cui "incombe lo spettro di nuovi tagli dovuti al ridimensionamento della crescita economica nel DEF". Parallelamente, "numerose criticità politiche, economiche e tecniche, rischiano di arenare la stipula del Patto per la Salute, a cui è legato l'aumento del finanziamento per la Sanità". A lanciare l'allarme è la Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze).    Alla base delle forti preoccupazioni per la tenuta della sanità pubblica vi è il ridimensionamento della crescita economica del Paese "che rende poco realistici gli aumenti previsti dalla Legge di Bilancio per il 2020-2021", in quanto legati al rapporto spesa sanitaria/PIL che rimane stabile sino al 2020 per poi ridursi dal 2021. Il DEF 2019, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, "ha certificato che gli aumenti del fabbisogno sanitario nazionale 2020-2021 sono utopistici, considerate le previsioni di aumento del PIL cui sono legati". Inoltre, con la clausola di salvaguardia, "il blocco di 2 miliardi di spesa pubblica nel 2020 finirà inevitabilmente per aggredire la sanità pubblica". Infine il DEF 2019 indica il nuovo Patto per la Salute come strumento di governance per ottimizzare la spesa pubblica, ma in realtà il Patto condiziona anche le risorse per la sanità, come previsto dalla Legge di Bilancio 2019". Tuttavia, stretto tra il rovente clima di competizione elettorale per le consultazioni europee e tra le complessità aggiuntive dovute al regionalismo differenziato il Patto per la salute, ha superato ampiamente la scadenza fissata per la sottoscrizione ovvero il 31 marzo.    "Governo e Regioni hanno impiegato 4 mesi per annusarsi a vicenda - conclude Cartabellotta - nel frattempo gli scenari politici, economici e tecnici sono mutati, rendendo la strada per la stipula sempre più in salita e piena di ostacoli".    (ANSA).   









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