Tumori: 500 anziani colpiti al giorno, bocciati gli stili di vita



Cinquecento. Sono tanti gli anziani over 70 che ogni giorno si ammalano di cancro in Italia. La colpa è sicuramente del fisiologico avanzare dell'età, con l'accumulo di fattori cancerogeni nell'organismo, ma un peso rilevante giocano anche gli scorretti stili di vita che accomunano una quota "preoccupante" di ultrasettantenni. E se i casi di tumore nella popolazione anziana sono ben 184.500 l'anno - oltre la metà del totale delle diagnosi - il dato allarmante è che solo il 48% di questi pazienti è vivo a 5 anni, contro il 68% delle donne e il 56% degli uomini nella fascia 55-69 anni.     Per invertire la tendenza - considerando anche che gli over-65 sono oggi 13,5 milioni (22%) ma il loro numero è destinato a salire, con l'Italia che già si conferma il secondo paese 'più vecchio' al mondo dopo il Giappone - gli oncologi italiani dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) scendono in campo. E lo fanno lanciando il primo progetto nazionale per prevenire e vincere il cancro negli anziani, dal titolo 'Cancro, la prevenzione non si ferma dopo i 65 anni', promosso da Aiom e Fondazione Aiom in collaborazione con Senior Italia FederAnziani. Un progetto presentato oggi a papa Francesco da una delegazione Aiom, ottenendo il plauso del pontefice: "Grazie per il lavoro che fate ogni giorno con le vostre mani, con il vostro cuore e con la vostra mente per aiutare milioni di pazienti oncologici a uscire dal tunnel", ha detto il Santo Padre, benedicendo gli oncologi. Ma quali sono le cause della minore sopravvivenza degli over 70? Giocano un peso notevole, spiegano gli oncologi, stili di vita scorretti, non inserimento nei programmi di screening che solitamente si fermano all'età di 69 anni, ritardo nella individuazione della malattia, minor accesso alle terapie più efficaci e agli studi clinici. E proprio la diffusione di stili di vita scorretti "ci preoccupa molto - afferma Stefania Gori, Presidente nazionale Aiom -. Il 57% degli over 65 è infatti in sovrappeso o obeso, il 10% fuma, il 48,7% è sedentario, il 40% consuma alcol con il 19% che ha un consumo a rischio e solo l'11% mangia 5 o più porzioni di frutta e verdura ogni giorno". Per la prima volta, dunque, gli oncologi entreranno nei centri anziani innanzitutto con programmi di prevenzione: "Saranno distribuiti opuscoli sugli stili di vita sani e organizzati dibattiti ma anche corsi di cucina per insegnare le regole della corretta alimentazione e lezioni di danza per favorire l'attività fisica", afferma Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom. Non solo. Saranno sviluppate campagne per combattere il tabagismo e l'eccessivo consumo di alcol. Inoltre, saranno realizzati progetti per migliorare l'adesione agli screening, con la richiesta che questi siano estesi oltre i 69 anni. Va poi considerato, osserva il presidente Federanzioni Roberto Messina, "che il numero di guariti è in costante aumento ed è necessario garantire agli anziani colpiti da tumore il ritorno alla vita attiva". Insomma, concludono gli oncologi, la speranza di vita si è molto allungata e oggi un over 65 ha ancora davanti a sé più di un ventennio. Ecco perché diventa fondamentale correggere il proprio stile di vita e sottoporsi a regolari screening anche in età avanzata.    









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