Primi scatti dall'asteroide Ryugu



Arrivate a Terra le prime immagini catturate dalla superficie di un asteroide: sono state scattate dalle due piccole sonde giapponesi della missione Hayabusa 2, atterrate sull'asteroide Ryugu. Si vede la superficie disseminata di massi e sono leggermente mosse perché sono state scattate dai due robot mentre saltavano sulla superficie. I due robot Minerva (MIcro Nano Experimental Robot Vehicle per Asteroid) della missione dell'Agenzia Spaziale Giapponese (Jaxa) hanno toccato l'asteroide Ryugu il 21 settembre scorso dopo essere stati liberati dalla sonda Hayabusa 2, mentre era alla distanza di 55 metri da Ryugu. Dalla forma di un piccolo disco e grandi quanto un piatto per il pranzo, i due robot pesano 1,1 chilogrammi e trasportano fotocamere, termometri e altri sensori per analizzare la superficie di Ryugu. Sono stati progettati per spostarsi sull'asteroide grazie a un meccanismo che li fa rimbalzare. Vedere le immagini che hanno inviato i due robot, per Takashi Kubota, portavoce della missione, è stato "un sogno di molti anni divenuto realtà". Nessuna missione precedente aveva inviato immagini dalla superficie di un asteroide e nel 2005 lo stesso Giappone aveva già tentato l'impresa, ma fallendo. La sonda Hayabusa aveva liberato un robot progettato per toccare l'asteroide Itokawa, ma il veicolo aveva mancato l'obiettivo. Il lander Philae della missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), invece nel 2014 è stato il primo che è riuscito ad atterrare su una cometa, ma purtroppo quando ha toccato il suolo non si sono azionati gli arpioni e Philae è rimbalzato, finendo incastrato in un burrone. "Non riesco a trovare le parole per esprimere la mia felicità per essere riusciti a posarci e muoverci sulla superficie di un asteroide", ha rilevato Yuichi Tsuda, responsabile di progetto della missione. Lanciata nel 2014, la sonda Hayabusa 2 ha portato con sé tre rover Minerva, il terzo scenderà su Ryugu l'anno prossimo, mentre il 3 ottobre 2018 è prevista la discesa sull'asteroide di un altro veicolo, il robot Mascot (Mobile Asteroid Surface Scout), sviluppato dalle agenzie spaziali tedesca e francese per studiare ambiente e composizione dell'asteroide.









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