Alaphilippe dice di no a Trentin 

Ciclismo. Il francese mette la firma sulla Milano-Sanremo con una vittoria in volata dopo che il campione trentino aveva aperto le ostilità È stata una gara perfetta quella del 27enne dominatore di questo inizio di primavera con due tappe della Tirreno-Adriatico e la “Strade Bianche” 



Sanremo. Ha dato la scossa a 6 chilometri dall'arrivo, nel tratto più duro del Poggio, poi si è preso la gloria sul traguardo di via Roma, dopo che per un po’ il trentino Matteo Trentin aveva fatto sognare gli appassionati italiani, non solo regionali, di ciclismo. E invece ci troviamo a dare conto dell’autentica vittoria - capolavoro di Julien Alaphilippe, che nel pomeriggio di ieri si è imponosto da campione, con una volata lunga e di potenza, nell’edizione numero 110 della Classicissima con la “C” maiuscola, che apre ogni anno la stagione del grande ciclismo mondiale, ovvero la Milano-Sanremo, 291 chilometri tra il capoluogo lombardo e la Riviera dei Fiori .

Il più in forma del momento.

Julien Alaphilippe si conferma così il ciclista più forte del momento. Il “moschettiere” della Deceuninck - QuickStep in volata ha messo in fila Naesen, Kwiawtowski e Sagan (che conferma la “maledizione” per la Classicissima), dando la quattordicesima vittoria alla Francia nella corsa della Riviera dei Fiori, cosa che, bisogna ammetterlo al di là della diplomazia che lasciamo fuori, ci fa rosicare un po’...

Una gara perfetta quella del 27enne dominatore di questo inizio di primavera (due tappe della Tirreno-Adriatico e la “Strade Bianche” portano la sua firma) che gli aveva dunque cucito addosso la casacca, non sempre portafortuna, di favorito numero uno alla vigilia della Milano - Sanremo. Ma da fuoriclasse qual è, oggi ha messo in fila tutti i migliori (Nibali ha chiuso ottavo), confermandosi un talento in piena esplosione.

Si parte e c’è la fuga.

Al pronti e via c’è subito la fuga: ad avvantaggiarsi sono Fausto Masnada della Androni Sidermec, Mirco Maestri e Alessandro Tonelli della Bardiani CSF, Guy Sagiv della Israel Academy, Luca Raggio e Sebastian Schonberger della Neri Sottoli, Jonas Henttala, Andrea Peron, Charles Planet e Umberto Poli della Novo Nordisk. L’unico a resistere, prima che la corsa si infiammi (in tutti i sensi, purtroppo, visto che i tifosi non lesinano “fumoni” che generano finanche un piccolo principio di incendio a bordo strada), è Masnada, che sul Capo Berta risponde ad un allungo di Schonberger. Il bergamasco prende per primo anche il Cipressa ma il gruppo torna compatto ai -26 dalla conclusione. In discesa si mette in evidenza un altro azzurro, Niccolò Bonifazio (Direct Energie), che pennella le curva di casa senza paura, riuscendo ad accumulare dai migliori un vantaggio massimo che si fissa sui 22 secondi.

Trentin fa sognare.

Troppo poco per resistere al lavoro della Lotto-Soudal e al ritmo imposto dall’olimpionico Van Avermaet. Sul Poggio la Deceuninck-QuickStep esce allo scoperto: Stybar allunga il plotone, Viviani si sfila, Bettiol ci prova ma è Alaphilippe a tentare una prima “scrematura”, forte di una gamba che non ha rivali. A resistere sono Nibali e Trentin ed è proprio il nostro talento regionale, sull’Aurelia, a scappare facendo per un po’ sognare, a poche centinaia di metri dal traguardo, per poi arrendersi all’evidenza. Evidenza che è quella della volata e per Alaphilippe è quasi un gioco da ragazzi alzare le braccia al cielo e mettere in bacheca la Sanremo.

Onori dal vincitore.

Ed è lo stesso Alaphilippe, a fine gara, a rendere onore a Metteo Trentin, ammettendo che era lui che aveva identificato come quello che poteva rompergli le uova nel paniere. «Non avrei mai immaginato di vivere una giornata così, la squadra mi ha protetto come se fossi uno sprinter - queste le parole a caldo del vincitore subito dopo l'arrivo -. Ho cercato di fare selezione sul Poggio ma non è stato sufficiente, poi quando è partito Trentin mi sono sentito sollevato, perché era partito uno dei più pericolosi. Poi sono riuscito a fare la differenza».

E così ecco l'attacco violentissimo di Trentin e la volata mozzafiato di Alaphilippe, che affianca Kwiatkowski, il primo a sprintare, riesce a rimanergli a ruota e poi lo supera negli ultimi metri per il fantastico e più giusto finale del ciclismo d’oggi.

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