Bolzano, si ripartirà da Bernard 

Hockey Ebel. Il capitano («Mi ci vorranno due settimane per smaltire la delusione») resta una delle note positive di questo amaro fine stagione Ha faticato all'inizio, poi ha preso per mano i Foxes e nei playoff ha trascinato la truppa degli “italiani in biancorosso” a tirare avanti la carretta


Thomas Laconi


Bolzano. Quando tutto finisce c'è sempre un velo di tristezza, quando il sipario cala. I 227 giorni dell’Hockey Club Bolzano, dal primo giorno di scuola a Corvara fino alla notte dell'esame fallito nella fredda Klagenfurt, rimane soprattutto un periodo della storia recente biancorossa in Ebel dal quale ripartire con nuove convinzioni e magari una nuova mentalità.

L’analisi del bilancio.

Il caro, vecchio, Bolzano, a un anno dalla cavalcata trionfale verso il secondo titolo chiude i conti con un bilancio positivo, un obiettivo straordinario mai raggiunto a livello europeo (gli ottavi di Champions League sono “tanta roba”), un altro, quello dei playoff, guadagnato con due giornate di anticipo e per il sesto anno di fila. Eppure, alla fine, il popolo biancorosso e soprattutto patron Dieter Knoll, genio e sregolatezza e un amore viscerale per il suo giocattolo, hanno dovuto ingoiare un boccone amaro, cedendo le armi con la spia della riserva accesa.

I problemi evidenti.

Impossibile, in queste condizioni, fare di più, con una squadra con la coperta corta, tradita anche da tanti imports che ai playoff si sono nascosti, cedendo il testimone ai locali, la grande nota lieta di questa stagione. E poi la bufera Suikkanen, arrivata quando i playoff erano oramai alle porte, le critiche dall'esterno verso una squadra che aveva potenziale, ma squadra non lo è mai diventata, travolta dai troppi eccessi di personalismo. L'anno dopo un trionfo, quello della riconferma è sempre il più difficile. Lo sa bene anche il Klagenfurt, che nel 2014 ha ceduto il trono proprio al Bolzano, fallendo il traguardo minimo della post-season. Adesso è tempo di guardare oltre, di staccare la spina e di ripartire. Dieter Knoll, i ben informati, lo danno già proiettato alla solita estate di passione, seduto nel suo ufficio, con centinaia mail (e ancora qualche fax...) da consultare e cestinare e altrettante chiamate di agenti. Il primo punto sarà la scelta del nuovo coach. L'opzione Clayton Beddoes, va detto, non è da scartare, ci saranno altri nomi sulla lista. Alla fine l'ultima parola spetterà al numero uno biancorosso, che punterà, statene certi, su una figura carismatica, capace di ribaltare, quando necessario lo spogliatoio. Vedremo.

Fra delusione e orgoglio.

Venerdì sera Anton Bernard, il più affranto dalla notte di gara 5, ha ammesso: «Mi ci vorranno due settimane per smaltire la delusione». Eppure il numero 18 biancorosso, tre reti nei playoff, può consolarsi. È lui, il capitano, il leader di questa squadra dal quale ripartire, magari con qualche giocatore di esperienza (un clone di Angelidis, tanto per intenderci) in grado di garantire carisma e forza allo spogliatoio. Bernard, criticato, forse fin troppo, dopo avere ereditato da Egger quella “C” di capitano pesante almeno 100 chili, ha faticato all'inizio, poi ha preso per mano il Bolzano. La sua squadra. Si riparte da lui, senza se e senza ma. I playoff lo hanno dimostrato: alla fine gli italiani tirano avanti la carretta. E senza il loro apporto, la loro valorizzazione, i Foxes in Ebel non avranno mai un futuro.

I posti per le semifinali.

Intanto, guardando la Ebel che prosegue oltre a Klagenfurt anche Vienna, come da pronostico, ha già strappato il ticket per le semifinali. I Capitals hanno chiuso 4-1 la serie contro Znojmo, trascinati dal solito De Sousa, il “perfetto sconosciuto” che a Bolzano ha scritto la storia e nella capitale austriaca sta facendo ancora meglio. Oggi sarà la volta di gara 6 a Salisburgo e Linz. I Red Bull, avanti 3-2 nella serie, hanno un match-point da sfruttare al “Volksgarten” contro il Fehervar. Più incerta la situazione tra Linz e Graz. I Black Wings hanno espugnato il Bunker e con un altro successo potrebbero spostare la contesa la decisiva gara 7. Tutto apertissimo, dunque. Bolzano resterà alla finestra. Il futuro, da queste parti, è già cominciato.

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