Carolina Kostner, il giallo del coach strapagato: "Non è una mia atleta"

Il guru del pattinaggio californiano Frank Carroll l'ha affidata a una sua assistente, ma il Coni versa 12 mila euro al mese per farla crescere tecnicamente



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BOLZANO. "Carolina Kostner non è una mia atleta, sono qui a Vancouver per seguire Mirai Nagasu ed Evan Lysacek".

Carolina Kostner ed il fantasma del coach Frank Carroll. Non c’è pace attorno alla povera Carolina sempre più oggetto di commercio e sempre meno persona da preservare.

Del tecnico strapagato (il Coni ha investito molti soldi per portare Carolina sul podio olimpico)solo l’ombra. Restano la cadute sul ghiaccio della pattinatrice di Ortisei, con una carriera tutta da ricostruire.

E’ stato lo stesso Frank Carroll a tagliare corto e soprattutto, forse ignaro della costruzione mediatica di Carolina Kostner in Italia, a chiarire il suo ruolo nei confronti dell’altoatesina. E’ quanto Carroll ha rivelato ad alcuni giornalisti americani (la conferma arriva da parte di italiani presenti in quel momento) nella mixed zone della Pacific Arena di Vancouver che ha ospitato le gare olimpiche.

Il guru del pattinaggio di figura ha affermato che ovviamente conosce Carolina, che si allena presso la sua struttura ad El Segundo e che però viene seguita dall’allenatrice Christa Fassi.

Il sospetto di tutto ciò si è avuto quando sul kiss & cry (il luogo dove si ascoltano le votazioni) accanto alla Kostner c’era proprio la Fassi, moglie del compianto Carlo. Carroll è stato nei confronti dell’italiana un “coach - fantasma”. Accanto a Carolina si è visto solo, per qualche istante, dopo il drammatico libero come per consolarla.

Completamente differente è stato il comportamento tenuto dal settantenne americano nei confronti della Nagasu (a 16 anni è giunta quarta alle Olimpiadi !) e, ovviamente, del suo pupillo Lysacek capace di laurearsi campione olimpico a meno di dodici mesi di distanza dal titolo mondiale.

Frank, persona definita speciale e molto professionale, che segue ovunque i suoi atleti, li motiva ed è sempre con loro, non ha seguito ne gli allenamenti della gardenese ne è rimasto alla balaustra durante le due esibizioni di gara.

Un altro caso che merita verifiche specie quando lo sport italiano (Coni, Fisg) versa 12.000 euro mensili con l’obiettivo di far crescere tecnicamente l’atleta













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