Carolina quinta, ma continua 

Vince la 15enne russa Zagitova, la Kostner che balla con Malagò, andrà avanti fino al 2019


di Marco Marangoni


GANGNEUNG (Corea del Sud). Carolina e Alina, due nomi leggendari degni della favola del pattinaggio di figura. Carolina Kostner, colei che ha scritto negli ultimi 20 anni la storia delle nobili lame che graffiano il ghiaccio a suon di tripli, doppi e fantastiche trottole; Alina Zagitova, la bambina prodigio che di anni ne ha meno della metà dell’azzurra (31 Carolina, 15 Alina) e che è la seconda pattinatrice più giovane di sempre a vincere l’oro olimpico. Il significativo primato resta, per soli 26 giorni in meno, all’americana Tara Lipinski oro a Nagano nel 1998.

Carolina, la storia recente che parte da lontano; Alina, la storia attuale con un futuro tutto da scrivere. Carolina alla sua quarta Olimpiade ha concluso con un onorevole quinto posto, Alina alla sua prima ha vinto l’oro ed è stata divina portando tante piccole ma gigantesche innovazioni a questo sport antico. Alina, e come lei Evgenia Medvedeva (argento), sono le artefici della rivoluzione silenziosa ma significativa del pattinaggio di figura. Per capire quanto tempo è passato basta ricordare che Carolina quando aveva 15 anni non poteva scegliere brani con parole (solo musica) e il sistema di giudizio era completamente diverso.

Gli anni passano, i campioni pure, ma la passione è unica. È quella che ti fa avere le “farfalle nello stomaco” un po’ come Carolina quando è sul ghiaccio. Carolina, la “Principessa del ghiaccio”, non si ritirerà mai dal pattinaggio: smetterà di gareggiare - la notizia è attesa a primavera inoltrata anche se non è escluso possa arrivare al Mondiale 2019 nel tanto amato Giappone - ma non uscirà dall’ambiente. Forse metterà in piedi una scuola di pattinaggio, forse si trasferirà all’estero per iniziare la carriera da coreografa. Chissà. Sta di fatto che ieri ha mostrato ancora il suo fascino, la sua delizia, la sua passione. Peccato per quelle mani a terra dopo appena 44 secondi, per quelle combinazioni prive di errori ma non fluide come lei è capace di fare. Accompagnata dalle note de “L'apres-midi d'un faune” di Debussy, Carolina ha chiuso comunque tra gli applausi dei 12mila - almeno trequarti russi -, fra i quali mamma Patrizia e papà Erwin, della Gangneung Ice Arena. Il panel dei giudici l’ha portata a totalizzare 212,44 punti tra corto (giuria un po’ avara...) e lungo. Per confermare il bronzo di Sochi 2014 non sarebbero bastati nemmeno i 216,73, bisognava superare i 231,02 della canadese Kaetlyn Osmond, terza. Inavvicinabili le due russe, Zagitova e Medvedeva con quest’ultima strepitosa a proporre “Anna Karenina” e a chiudere con una lacrimuccia per l’oro mancato per un punto e 31. Tra le due Zarine alla fine ha spiccato di più Alina che, trascinata dal “Don Chisciotte” di Leon Minkus con quel tutù rosso e oro da ballerina del Bolshoy, è stata fenomenale per tutto l’esercizio recuperando in corso d’opera anche un salto sbagliato. Con i suoi 239,57 punti è arrivato anche il primo oro della delegazione degli “Atleti olimpici della Russia” a PyeongChang.

Prima di concludere la giornata con il ballo a Casa Italia assieme al presidente del Coni Giovanni Malagò, sulle note di “Tu vuò fà l'americano”, Carolina ha detto: «Credo che l’aver lasciato il segno vada oltre alla medaglia, come far parte dell’elite mondiale tra le donne, che al momento è la più forte della storia. Con le russe c’è rispetto reciproco anche perché i sacrifici sono tanti per tutte».

Parlando di un possibile ritiro la Kostner ha risposto che «ci sono ancora i Mondiali a Milano (21-25 marzo, ndr), vedremo, sono scelte che prenderò ma non in questi momenti». Prendendo d’esempio la cugina sciatrice Isolde, che comunque si è ritirata a meno di un mese dai Giochi di Torino 2006 perché in dolce attesa, “Caro” ha detto: «mia cugina Isolde mi ha sempre detto “vedrai che sentirai dentro di te quando sarà il momento”. Posso dire che alle Olimpiadi di Pechino 2022 non ci sarò, almeno non in questo ruolo».

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