IL PERSONAGGIO

«Col Lecce emozioni forti. Dall’incubo infortunio al paradiso della serie A»

In Puglia la sesta promozione in carriera per il calciatore bolzanino Manuel Scavone


Paolo Gaiardelli


Bolzano. È il Mr. Wolf del pallone. Solo che invece di risolvere i problemi, come l’iconico personaggio di Pulp Fiction interpretato da Harvey Keitel, Manuel Scavone centra promozioni. Lo chiamano per questo? Se non lo fanno dovrebbero, perché lui arriva, valuta la situazione et voilà: il salto di categoria è cosa fatta. L’ultima in ordine di tempo, conquistata appena sabato scorso, con la maglia del Lecce, è la sesta in carriera, la terza consecutiva. Una serie che il bolzanino, arrivato alla soglia dei 32 anni (li compirà il prossimo 3 giugno, ndr), ha iniziato sull’erba di casa dello stadio Druso, salendo, nel 2010, dalla C2 alla C1 con l’Alto Adige, per proseguire l’anno successivo a Novara (dalla B alla A, ndr), poi a Vercelli, stagione 2013/2014, eliminando proprio i suoi ex compagni biancorossi nei playoff per la B; successivamente la favola Parma, con un doppio balzo in avanti in altrettante annate, fino al massimo campionato (dal 2016 al 2018, ndr), ed ora l’esperienza in terra pugliese, con i giallorossi riportati al vertice del calcio italiano dopo anni di anonimato.

L’ultima impresa è stata forse quella più complicata, tanto che, per definirla al meglio, il centrocampista nostrano ha deciso di utilizzare lo slogan con il quale i tifosi salentini hanno celebrato la cavalcata della loro squadra del cuore: «Dall’inferno al paradiso». Sì perché, dopo un ottimo avvio di campionato, Scavone è sprofondato, suo malgrado, in un vero e proprio incubo, dal quale, inizialmente, non c’era la certezza potesse riprendersi. La forza d’animo ha però permesso la rinascita, fino al dolcissimo epilogo, rappresentato dal traguardo chiamato serie A.

È il primo febbraio, quando, a seguito di un contrasto aereo, nell’incontro interno con l’Ascoli, il centrocampista sbatte violentemente la testa sul manto erboso del «Via del Mare», perdendo i sensi e facendo temere il peggio. Superati alcuni giorni di vera paura, Manuel prova a rimettere le cose al loro posto. C’è da faticare, da pazientare, ma con il duro lavoro quotidiano il bolzanino torna arruolabile, rivivendo l’emozione del campo proprio nel match contro lo Spezia, quello che fa esplodere la festa in Salento (2-1 il finale, ndr). Ed ecco così la sesta meraviglia, «un momento di gioia incredibile, pensando a tutti i sacrifici fatti», ci racconta il calciatore.

Il peggio è ormai alle spalle, ma è facile immaginare che gli ultimi mesi di Manuel Scavone non siano stati dei più sereni...

«Un periodo in cui ho sofferto molto, non lo nascondo. Avevo iniziato questa avventura con tanto entusiasmo, poi l’infortunio ha cambiato tutto. Ho provato a rimettermi immediatamente in sesto, ma la data del rientro continuava a slittare e, vedere da fuori i miei compagni lottare per un grande traguardo non potendo dare un contributo, è stato davvero complicato da accettare. Ciononostante ho continuato ad allenarmi, pensando di rientrare in caso di playoff. Alla fine la squadra è andata ancora meglio di quanto ci si aspettasse. Siamo così arrivati alla gara decisiva e mister Liverani mi ha concesso qualche minuto: una sensazione di euforia incredibile; sono davvero contento di esserci stato in un momento così, soprattutto dopo quello che avevo passato».

È stato complicato calarsi nella realtà pugliese dopo essere stato ceduto in prestito dal Parma a poche ore dalla chiusura del mercato ed aver visto così infrangersi il sogno di poter giocare in serie A?

«È normale che ogni calciatore ambisca al massimo palcoscenico e anch’io, dopo il doppio salto di categoria, pensavo di avere la mia occasione in Emilia. In estate però succedono tante cose, il mercato è strano, e ad un certo punto ho capito di non avere più un ruolo centrale in gialloblù. Per questo ho preferito aprire ad altre soluzioni e sono arrivato a Lecce con tanta voglia. È stata una scelta coraggiosa, che penso in pochi avrebbero fatto; ma io sono un ragazzo ambizioso e non mi andava l’idea di adagiarmi e trascorrere un’annata anonima seppur ai massimi livelli, se si parla di calcio italiano».

Una decisione vincente visto che, prima del brutto infortunio, il suo posto nell’undici iniziale a Lecce non è mai stato in discussione...

«Ho sentito sin da subito grande fiducia, sia da parte dei tifosi, i quali mi hanno accolto in maniera splendida, che da parte di tutto lo staff tecnico. Effettivamente fino a febbraio ho praticamente giocato sempre titolare e la considerazione da parte dell’allenatore non è cambiata nemmeno dopo quanto mi è accaduto: anche sabato, nella fase più delicata dell’incontro che ci ha poi regalato la promozione, ha deciso di mettermi in campo. Se non si fosse fidato o se avesse pensato che io non fossi all’altezza della situazione, non lo avrebbe mai fatto».

Un’indicazione certamente importante. Scavone è dunque pienamente recuperato?

«Certo. C’è voluto del tempo, ma sono nuovamente al 100%. Anzi, forse qualcosa in più. La scorsa settimana ho fatto di tutto per farmi notare in allenamento e credo di essermi meritato lo spazio che mi è stato concesso».

Parliamo anche di futuro. L’ambizione resta ovviamente quella di avere finalmente un’occasione in serie A. Meglio col Lecce o con il Parma?

«Non so davvero quello che accadrà il prossimo anno. Ovviamente mi piacerebbe confrontarmi con i più grandi campioni. Farlo con il Lecce sarebbe dare continuità a questa stagione fantastica, ma anche a Parma tornerei volentieri. Il cartellino è degli emiliani e staremo a vedere. Quello che voglio veramente è essere ancora protagonista. La categoria non è un’ossessione».













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