La febbre da serie B continua a salire 

L’Alto Adige sfida al Druso il Cosenza. Gyasi in forse


di Valentino Beccari


BOLZANO. La B non è più una missione impossibile, nemmeno un sogno adolescenziale ma un obiettivo concreto il cui segnale lampeggia nel radar di navigazione dell’Alto Adige salpato a settembre dalle acque territoriali e che dopo aver attraversato l’Oceano sta per approdare nel porto più prestigioso. Intendiamoci, il bersaglio grosso è lì, a 270 minuti (salvo supplementari) ma la visuale non deve trarre in inganno perchè l’obiettivo potrebbe aver schiacciato l’immagine.

Però questo Alto Adige ha la fame e la cattiveria giusta per poter ambire alla promozione in B. E la doppia sfida con la Viterbese lo ha confermato perchè se andiamo a soppesare il curriculum dei giocatori delle due squadre non ci sarebbe stato confronto ma il campo nei 180 minuti ha legittimato la conquista delle semifinali.

Perchè l’Fc sviluppa un calcio semplice ma non semplicistico, leggero nelle idee ma non superficiale, senza contorsioni mentali ma efficace, figlio di quel Paolo Zanetti che nel giro di qualche anno sentiremo ai microfoni di Sky parlare del prossimo impegno di Champions contro il Real Madrid.

Perchè la squadra biancorossa non schiera fuoriclasse ma buoni giocatori soprattutto funzionali ad un “3-5-2” non integrale ma adattabile alle situazioni di gioco.

E l’incarnazione dello spirito dell’Alto Adige è Rocco Costantino, uno che fino a qualche mese fa non poteva permettersi di vivere di solo calcio e che a 28 anni si ritrova in copertina. Del resto non si realizzano per caso 18 reti ma non è solo quello. Il centravanti nato in Svizzera ma abruzzese di adozione ha girovagato per Marche e Abruzzo, dividendosi in Eccellenza e D tra Pineto, Morro d’Oro, Amiternina e Pesaro approdando solo la scorsa estate al primo contratto da professionista.

È diventato il beniamino della tifoseria e non solo per i gol ma per il suo modo di interpretare la partita, lottando su ogni pallone e incitando la folla. Un trascinatore vero, un guerrigliero da campo lui che nella vita di tutti giorni è personaggio tranquillo tanto che ha scelto di vivere a Montagna, lontano dalla città.

Anche per la sfida contro il Cosenza mister Zanettti si affiderà a lui, probabilmente in coppia con Candellone perchè Gyasi ha rimediato una distorsione alla caviglia e probabilmente non sarà disponibile nemmeno per il ritorno. Certo, peccato per quel giallo rimediato da Costantino per la discussione con un avversario al momento della sua sostituzione e che lo vedrà giocare in diffida. E diffidato è pure Candellone che dopo il gol del 2 a 0 è andato ad esultare sfilandosi la maglietta così come lo stesso Gyasi. Insomma, le ammonizioni ci stanno ma abbiamo i tre attaccanti titolari in diffida per delle vere e proprie leggerezze.

Un fatto di cui tener conto anche perchè il Cosenza non è squadra composta da ex studenti di Oxford ma da giocatori che sanno muoversi nei territori sconnesssi e rudi dell’Aspromonte dove le buone maniere non sono proprio di moda. Insomma, c’è da giurarci che il Cosenza la metterà sul piano fisico e in tal senso non agevola giocare la prima in casa.

L’Alto Adige dovrà attaccare ma senza esagerare, badando a non scoprirsi troppo, ragionando sui 180 minuti. Ovviamente sarà determinante la tenuta difensiva mentre Berardocco e Fink dovranno fare qualcosa in più perchè hanno piedi e pensieri raffinati ma spesso li lasciano nello spogliatoio.

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