La Federciclismo premia i suoi campioni

Gli iridati Eva Lechner e Beltain Schmid ed il ct Hubert Pallhuber accolti a Bolzano dopo i trionfi di Saalfelden


di Marco Marangoni


Hubert Pallhuber, il direttore d’orchestra, Eva Lechner, la garanzia, Beltain Schmid, il volto nuovo della mountain bike azzurra. Sono tre dei cinque artefici dello straordinario oro mondiale nella gara a squadra alla rassegna di Saalfelden am Steinernen Meer. Si, perché nella località austriaca che giace nel “mare di sassi”, i tre altoatesini hanno posto la ciliegina sulla torta sul movimento delle ruote grasse in Italia. Pallhuber, il direttore tecnico già iridato individualmente nel 1997, è stato colui che ha saputo inserire al posto giusto e al momento giusto le sue pedine (“bisogna avere anche fortuna ma soprattutto conoscere gli atleti e le loro caratteristiche”, ha affermato Hubi). La Lechner, ormai da parecchi anni è la biker in rosa numero uno in Italia, si è voluta strappare quel sorriso al termine di un 2012 un po’ troppo avaro in risultati positivi e troppo di manica larga per quando concerna la jella. Poi c’è Schmid, l’emergente junior di Egna che non guarda ai Giochi di Rio 2014 bensì a quelli del 2020. “Non so ancora dove siano, ma credo che tra quattro anni sono ancora giovane”, ha premesso il portacolori dell’Abc Egna. Beltain Schmid, la curiosità sulle origini del suo nome sono tante e per questo domandiamo quali origini ha il suo nome di battesimo. “E’ un nolme che viene citato durante la festa celtica de solstizio di primavera”, spiega sorridendo Beltain a margine della festa organizzata dal Comitato Alto Adige della Federazione Ciclistica Italiana presieduta da Antonio Lazzarotto presso la sede della Raiffeisen. “L’oro in staffetta ovviamente per me è il più importante risultato della mia carriera – prosegue l’azzurrino -. Alla vigilia ero un po’ teso anche perché non dovevo tradire le attese nei confronti dei miei compagni che avevano già vinto tanto”. Schmid rivela poi una curiosità. “Sono venuto qui senza medaglia perché quella che mi avevano consegnato sul podio era dell’edizione precedente. Sulla medaglia d’oro c’era il marchio del 2011 anziché del 2012. L’ho restituita e dovrebbero consegnarmi quella nuova”. Un po’ meno soddisfatta della stagione nonostante aver contribuito alla conquista sia del titolo europeo, a luglio a Mosca, e la settimana scorsa in Austria nella gara squadre, la Lechner. “L’obiettivo è quello di vincere una medaglia a livello individuale. In questa stagione ho avuto parecchia sfortuna, dai problemi tecnici con la bicicletta alle cadute anche abbastanza rocambolesche. Certo che guardo alle Olimpiadi di Rio dei Janeiro, sarà la mia terza partecipazione ai Giochi ma prima c’è da centrare la qualificazione e soprattutto centrare un podio individuale ai Mondiali”. Come confermato da Renato Riedmueller, consigliere nazionale e responsabile della mountain bike che segue la squadra ormai da diversi anni, Hubert Pallhuber è stato confermato nella sua carica per il prossimo quadriennio. “Il nostro gruppo può ancora crescere molto. Va anche detto che Fontana (bronzo a Londra, ndr) è il nostro numero uno ma deve stare attento perché i due Braidot e Kerschbaumer nelle prossime stagioni saranno ancora più competitivi – spiega il tecnico di Brunico che il prossimo 17 settembre festeggerà i 47 anni -. Per quanto concerne Kerschbaumer, non è vero che quest’anno è andato male perché l’anno scorso non dimentichiamoci che ha vinto tutto.

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