HOCKEY

Tra Smith e i Foxes si rischia il Tribunale

La società bolzanina replica alle accuse del suo ex atleta sui social



BOLZANO. Tra Austin Smith, ex giocatore dell’Hockey Club Bolzano la scorsa stagione, e la società di Via Galvani, si è arrivati allo scontro totale. L’attaccante americano, pochi giorni fa, aveva pubblicato sul proprio profilo Instagram una lettera di addio all’hockey giocato, condita di accuse pesantissime nei confronti del Bolzano. Smith lamentava di non aver mai ricevuto una parte dei premi pattuiti durante i playoff. E avrebbe poi rincarato la dose sostenendo di essere stato costretto a giocare, dopo uno stop di quasi tre mesi, assumendo farmaci. Dopo qualche giorno di silenzio non si è fatta attendere la risposta del Bolzano.

«Risulta deplorevole - sottolinea la nota della società - la circostanza secondo la quale le iniziative diffamatorie del signor Austin Smith paiono essere causate da pretese economiche per premi ancora da verificare, avendo la società adempiuto al pagamento di tutti gli emolumenti contrattualmente previsti, peraltro con premi più alti rispetto ad altri contratti».

La società ricorda che «il giocatore ha lamentato un primo malessere in data 20.10.2017, dopo la partita contro i Vienna Capitals a Vienna, pur non essendosi rilevati checks, altri falli a suo carico o incidenti da lui subiti, come riscontrabile anche dalla visione del filmato della partita e difatti Austin Smith, in seguito, non ha lamentato il perdurare di sintomi e tantomeno quelli di una eventuale commozione cerebrale; di sua spontanea volontà ha affrontato il trasferimento da Vienna a Znojmo, giocando regolarmente il giorno seguente la partita contro lo Znojmo, segnando un gol e fornendo un assist. Solo dopo la partita del 27.10.2017 a Bolzano contro il Klagenfurt - continua - dove ha fornito due assist, il giocatore ha nuovamente lamentato malessere e da quel giorno non ha più partecipato a partite di campionato dell’HCB fino al 12.01.2018».

Nella nota la società di Via Galvani sottolinea come il giocatore, durante i mesi di assenza, sia sempre stato seguito attentamente da medici e specialisti, abbia ricevuto l’ok dalla società per farsi visitare anche in Nordamerica e sia stato mandato da uno specialista di fama ad Hannover, in Germania. Visite accurate che hanno sempre dato esito negativo. Il Bolzano, infine, ha ribadito con forza come lo staff medico biancorosso «abbia adottato tutte le misure idonee - diagnostico terapeutiche - per il caso in oggetto (anche per l’eventualità di una, mai accertata, commozione cerebrale), prescrivendo periodi di riposo ben più lunghi di quelli previsti dai protocolli internazionali, sottolineando altresì che lo staff medico non ha mai imposto l’uso di farmaci, come invece sostenuto falsamente dal giocatore». Un caso delicato, dunque, che terrà ancora banco.













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