Un colosso croato trionfa a Obereggen 

Vince Vidovic, segnali di ripresa per il bolzanino Tonetti


di Valentino Beccari


BOLZANO. Fino all’avvento dei fratelli Kostelic la Croazia sciava solo a spazzaneve e sulla collina di Zagabria si cimentavano gli unici sciatori di una nazione con una spiccata vocazione per il basket, il calcio, il volley, la pallamano. Poi i due fratelli hanno spalancato le porte della disciplina e adesso un nutrito gruppo di giovani di belle speranze si affaccia alla ribalta mondiale del Circo bianco. Tra questi Matej Vidovic, un cestista mancato di quasi due metri per 95 chili di peso che prende letteralmente a pugni la “Maierl” conquistando così lo slalom di Coppa Europa di Obereggen.

Al croato, in testa già dopo la prima manche, é bastato il 20esimo tempo nella seconda manche per staccare l’austriaco Marc Digruber e l’appena 20enne francese Noel Clement. Dopo i due piazzamenti top 10 nei primi due slalom di Coppa Europa a Fjatervaalen in Svezia ora Vidovic ha all’attivo anche il trionfo a Obereggen e lo si vedrà presto in Coppa del mondo. Del resto chi vince da queste parti ottiene storicamente una licenza per conseguire importanti successi anche in Coppa del mondo. Basta dare un’occhiata all’albo d’oro per rendersene immediatamente conto.

La “Maierl” si è confermata pista a cinque stelle con una pendenza impegnativa e dei cambi di ritmo da copertina. Bravi gli organizzatori che hanno dovuto “resettare” la pista dopo che lunedì una pioggia maldestra aveva colto di sorpresa persino le previsioni meteo. 48 ore di lavoro ininterrotto per lo staff di volontari che con la maestria e la dedizione degli artigiani di bottega hanno preparato “a mano” il palcoscenico della gara di Coppa Europa. E gli azzurri ? Il migliore è stato il figlio d’arte Federico Liberatore che 30esimo dopo la prima manche ha sfruttato al meglio la possibilità di poter aprire la seconda manche e su un tappeto bianco e immacolato ha pennellato alla perfezione la linea ideale stampando il miglior tempo di manche e chiudendo all’ottavo posto.

«Dopo la prima manche ero arrabbiato – afferma il 22 sciatore fassano - perchè volevo arrivare più avanti ma col senno di poi è stato meglio così perchè ho potuto sfruttare la pista perfetta e recuperare tante posizioni».

Federico è esponente di quella nuova generazione azzurra che sembra potersi accomodare in prima fila in Coppa del mondo e che invece ha un po’ rallentato la marcia.

«È vero – afferma - sembrava tutto facile ma non è così. Forse rispetto ai giovani di altre nazioni ci manca la fame, quella cattiveria che ti permette di fare il salto di qualità».

Quel salto di qualità che è nelle corde di Riccardo Tonetti che ieri ha corso nel cortile di casa chiudendo dodicesimo ma con l’attenuante del pettorale 49.

Quanti ricordi per il bolzanino che su queste nevi ha macinato migliaia di paletti da giovane promessa dell’Ase Catinaccio che doveva confrontarsi da ragazzino con i valligiani che uscivano da scuola con gli scarponi e potevano allenarsi mentre Riccardo si mangiava uin panino in pullmino per raggiungere Obereggen e allenarsi. Il sacrificio è stato il compagno di viaggio nella sua carriera che lo ha portato a vincere la Coppa Europa assoluta nel 2015 e tanto per non annoiarsi anche a laurearsi.

«Nella prima manche non era semplice – afferma il bolzanino – nella seconda un altro sport. Ho buone sensazioni in vista della Badia».















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