Zitti, parla Contador «Ispirato da Pantani oggi mi piace Nibali» 

«La salita più bella? Lo Zoncolan. Dopo successo al Tour del 2007 nessuno mi chiese più cosa facevo per vivere»



TRENTO. Marco Pantani il suo ispiratore, il Giro d’Italia la corsa più bella, Vincenzo Nibali il corridore più vicino al “suo” ciclismo. Si parla di Alberto Contador, l’“anticonformista” delle due ruote come lui stesso si definisce, grande protagonista ieri al Festival dello Sport.

Il suo modello di corridore? «Pantani – spiega l’iberico – Ha ispirato il mio modo di correre».

La prima grande vittoria, invece, fu quella al Tour de France nel 2007. «Al tempo avevo già vinto tappe al Giro di Svizzera, al Giro di Romandia, al Tour de Pologne, ma la gente in Spagna mi chiedeva “ok corri in bicicletta, ma nella vita cosa fai?”– racconta – Vincere il Tour fu un sollievo: capii che da quel giorno nessuno mi avrebbe più fatto quella domanda».

Il mondo del ciclismo, invece, capì di aver trovato un campione, che non ha mai nascosto di prediligere le salite del Giro d’Italia. «Sono diverse, le migliori – commenta Contador – Quando le pendenze sono superiori al 12%, nessuna squadra può controllare la corsa. Tutto dipende dalle tue gambe. Puoi inventare, andartene da solo. La più bella? Lo Zoncolan. La più dura».

La vittoria alla Corsa Rosa arrivò nel 2008, quando Contador fu richiamato dal mare e, a sorpresa, s’impose. Vinse il “bagnino”, come lo appellò Riccardo Riccò. «I suoi sfottò mi divertirono – racconta lo spagnolo – Quel Giro fu un’esperienza incredibile. Ero in spiaggia nel Sud della Spagna e mi venne chiesto di prendere il via. Il mio direttore sportivo mi disse “fai una settimana di gara, poi torni a casa”. Dissi che volevo aspettare la cronometro, dove fui secondo. Mi venne proposto di lasciare, ma la mia risposta fu “scordatelo, io arrivo a Milano”. E ci arrivai in maglia rosa».

Non è mancato un ricordo a Michele Scarponi («riusciva a sorridere anche nei momenti di massima tensione, era allegria pura») e un riferimento al corridore in attività che vede più simile a lui, Vincenzo Nibali. «Quest’anno ho seguito la Milano-Sanremo in tv – spiega Contador – Nibali l’ha vinta grazie al coraggio. Vincenzo è uno dei pochi corridori coraggiosi rimasti in gruppo».

Infine, la rivalità con Armostrong, quella più accesa. «Nel 2009 Lance tornò a correre – conclude Contador – Eravamo al Tour e, qualunque cosa succedesse, pubblicava un post su Twitter per scatenare una guerra psicologica. Non bastò». Vinse Contador, l’“anticonformista”. (l.f.)

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