L'Italia beve vino per 14,3 mld, passione per 9 su 10



di Alessandra Moneti Si beve meno e meglio, aumenta la spesa e l'interesse per l'enoturismo. Il mercato italiano, ancora il più importante per gran parte dei produttori riuniti da oggi a Vinitaly, sembra risorto dalle ceneri del minor consumo, nel nome di una maggior qualità e consapevolezza. Grazie soprattutto alla nuova generazione, i millennials (18-38 anni), giovani segnalati in crescita nei consumi di vino sia a casa che fuori casa. L'indagine dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, presentata all'apertura della rassegna veronese, fa il punto sul nuovo rapporto tra gli italiani e il vino. Ed è quasi un plebiscito, da Nord a Sud, con quasi 9 consumatori su 10 (88%) che nell'ultimo anno hanno alzato il calice, in media 3-4 volte la settimana, per una spesa complessiva al consumo nel 2018 di 14,3 miliardi di euro, il 2,8% in più sull'anno precedente, nei wine bar come al ristorante oltre che nel carrello della spesa. Tradotto: ciascun italiano (popolazione attiva) ha acquistato vino in media per oltre 350 euro l'anno. "Il dato - ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese - la dice lunga su quanto il settore impatti non solo sulla filiera ma anche sui servizi e sull'horeca". Con le dovute differenze: la ricerca, che ha indagato su un campione rappresentativo di 5.500 italiani anche con focus regionali e sulle principali città, rileva consumi sopra la media di rosso a Napoli, bianco a Roma e sparkling a Milano. Nelle risposte spontanee gli intervistati associano all'idea di lusso il Barolo, il Brunello e Franciacorta, mentre considera di moda, cool, il Prosecco, il Lambrusco, e lo Spritz. Mentre come vino del quotidiano vengono scelti quelli a base Sangiovese, il Barbera e ancora il Lambrusco. L'indagine evidenzia inoltre un particolare amore per l'enoturismo nei consumatori con redditi alti e negli abitanti delle grandi città, Milano in primis con il 36% dei meneghini che nell'ultimo anno dichiara di aver fatto una eno-vacanza, contro una media nazionale al 23%. Non solo, l'eno-profilo ha incrociato anche i caratteri dei consumatori. Ne emerge come l'amante del vino rosso (la tipologia più consumata) sia maschio, tra i 55 e i 73, e si dichiari riservato e rilassato, mentre lo spritz è appannaggio di femmine laureate, energiche e socievoli, quasi quanto i bianchisti, che però appartengono ai baby boomer (55-73 anni). E poi c'è Vinitaly, uno dei brand più conosciuti in Italia: "Vinitaly è un marchio riconosciuto come bandiera del vino made in Italy - ha detto il direttore generale di Veronafiere Spa, Giovanni Mantovani -: tre italiani su quattro conoscono infatti la nostra manifestazione, dato che sale al Nord (81%), e tra gli italiani con un alto livello di scolarità e reddito. Una notorietà non fine a se stessa - continua il dg - perché Vinitaly ha l'obiettivo di parlare attraverso tutti i canali possibili". Ne è convinto anche il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio: "L'obiettivo che abbiamo come ministero è quello di promuovere Vinitaly, che è il brand dell'Italia del vino nel mondo e che ci permette di comunicare il valore dei nostri territori del vino".









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