Sala: "Le immagini del video di Ramy danno un brutto segnale"
Sindaco, 'se qualcuno ha sbagliato, chiunque sia, deve pagare'. Ecco i commenti sulla vicenda arrivati anche dalle forze dell'ordine
MILANO. "Certamente le immagini danno un segnale brutto, non c'è dubbio, brutto. Però attendiamo che la giustizia faccia il suo corso". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato il video dell'inseguimento che ha portato alla morte di Ramy, il ragazzo di 19 anni del quartiere Corvetto. "Dal mio punto di vista è chiaro che se qualcuno ha sbagliato deve pagare, sia rappresentati delle forze dell'ordine, sia un commerciante, sia un qualunque cittadino, per cui questo è un punto fondamentale", ha detto a margine della visita all'hub di prima accoglienza dei senzatetto in via Sammartini. "Voglio ringraziare un'altra volta il papà di Ramy per l'atteggiamento che oggettivamente è impeccabile", ha concluso.
Sempre parlando della posizione assunta dal padre del ragazzo dedecuto, Ramy Elgaml, si è espresso Pierluigi Solazzo, comandante dei carabinieri di Milano: "Grande senso di responsabilità e grande senso civico" quando ha detto di aver 'fiducia nella giustizia italiana al 100%'". Il generale ha sottolineato che il video dell'inseguimento ripreso da una dash cam di un militare a bordo di un'altra 'gazzella' rispetto a quella il cui conducente è indagato per omicidio stradale è stato messo a disposizione dagli stessi militari, ciò "dimostra tutta la volontà di agire in trasparenza". "Riteniamo assolutamente necessario attendere l'esito delle indagini per poter fare qualsiasi tipo di valutazione", ha aggiunto Solazzo riguardo a eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti dei carabinieri coinvolti nell'inchiesta: "L'Arma - ha concluso - è e sarà sempre al fianco delle comunità locali".
Più critica invece l'idea dell'ex capo della polizia Franco Gabrielli, consulete alla Sicurezza del sindaco Sala: "Se il tema è fermare una persona che sta scappando, non posso metterla in una condizione di pericolo". "Ovvio che quella non è la modalità corretta con cui si conduce un inseguimento perché c'è pur sempre una targa, un veicolo". "Esiste un principio fondamentale - ha spiegato - ed è quello della proporzionalità delle azioni che devono essere messe in campo per ottenere un determinato risultato: io posso addirittura utilizzare un'arma se è in pericolo una vita, ma se il tema è fermare una persona che sta scappando, non posso metterla in una condizione di pericolo. Questo è un elementare principio di civiltà giuridica". Gabrielli ha poi parlato di "eccessiva criminalizzazione degli operatori delle forze dell'ordine", vorrebbe frenare. "Non ci dividiamo - ha invitato - sempre da chi fa la difesa a prescindere, che ad esempio dal mio punto di vista è un atteggiamento pericoloso perché la difesa a prescindere introduce un elemento di senso di impunità, e dall'altra l'accusa a prescindere cioè la criminalizzazione a prescindere e il fatto che le forze di polizia siano sempre o debbano essere sempre sul banco degli imputati".