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Il Posta Vecchia è il vincitore della 17ª edizione del concorso “Albergo storico”



Il riconoscimento della Fondazione Cassa di Risparmio è stato assegnato questa volta a quella che è nata secoli fa come locanda di sosta, un antico edificio che offriva riparo e ristoro ai viaggiatori e ancora oggi è un riferimento per l’ospitalità turistica e non solo.

Il premio Albergo storico 2025, conferito dalla Fondazione Cassa di Risparmio, è stato assegnato quest’anno all’albergo-ristorante Posta Vecchia, a Campodazzo.

Situato in corrispondenza di un antichissimo nodo di comunicazione, l’albergo-ristorante Posta Vecchia conferma l’importanza dei luoghi di sosta, riposo e scambio, senza i quali sarebbe stato ed è tuttora impossibile percorrere grandi distanze. Una di queste era la mulattiera che passava per l’altopiano del Renon (la Via Romana), che aggirava l’impervia gola dell’Isarco e, dopo le interruzioni occorse nel VI secolo, tornò a essere molto frequentata dall’VIII secolo.

E’ documentata la realizzazione del cosiddetto Kuntersweg nella prima metà del XIV secolo. Già prima del Kuntersweg un attraversamento del fiume tra Fiè e il Renon sembra coincidere con la località menzionata per in un documento del 1242 come Azzewanch, che significa pascolo di Azzo. Il maso Campodazzo di Sotto è menzionato in un documento del 1335, dove compare per la prima volta il nome di Conrad Atzwanger, citato nel 1490 con funzioni di stazione di posta, fermata per le diligenze postali, vitto e pernottamento per i viaggiatori. Nel XVII secolo uno degli avi della famiglia Kelder, che la gestisce attualmente, rilevò la stazione da Johann (Hans) Atzwanger (1520-1600), che in seguito la cedette alla famiglia Lang del Renon. Il capofamiglia lasciò la proprietà alla figlia Magdalena che sposò Peter Mitterstieler, il quale la ribattezzò con il proprio cognome, immortalato in vari punti dell’edificio.

In foto (da sx): Dr. Roland Flückiger Seiler, Dr.ssa Karin Dalla Torre soprintendente ai beni culturali, Arch. Christian Schwienbacher, Arch. Rosa Sigmund, Arch. Roland Kelder, Dr. Stefan Pan Presidente Fondazione Cassa di Risparmio, Arch. Wolfgang von Klebelsberg coordinatore del concorso, Nathalie Kelder, Dr.ssa Waltraud Kofler Engl, Manfred Pinzger Presidente HGV, Dr. Helmut Stampfer.

Il figlio di Peter ebbe due figlie, Frieda e Gertrud. Frieda, restò a Campodazzo e sposò il gardenese Max Kelder, il loro figlio Roland è l’attuale proprietario e rappresenta la settima generazione di gestori. Le motivazioni del premio. Creatività e accuratezza con cui si combinano tradizione e innovazione, mantenendo le usanze tradizionali e la memoria culturale nel tempo, sono il segno distintivo del concorso “L’Albergo storico dell’anno in provincia di Bolzano”. Questi requisiti sono stati citati dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Stefan Pan, nell’ambito della cerimonia di premiazione della 17sima edizione del concorso, l’altroieri presso l’albergo “Posta Vecchia” di Campodazzo, con la sua lunga storia risalente al lontano 1186. “L’amorevole conservazione della proprietà da parte della famiglia Kelder, merita una menzione speciale. Con grande impegno e profondo rispetto per la storia, non solo curano il patrimonio architettonico, ma anche la tradizione culinaria dell’Alto Adige”, ha sottolineato la vicesindaca di Renon, Julia Fulterer. Nella sua laudatio, il coordinatore del concorso Arch. Wolfgang von Klebelsberg spiega: “La stazione di posta, che forniva ristoro e alloggio ai viaggiatori, nel tempo si è evoluta fino a diventare un complesso di numerosi edifici. Il suo aspetto attuale risale al XVI secolo, e può essere annoverata come uno dei rarissimi esempi di alberghi che hanno svolto la loro funzione di locanda, con o senza stazione di posta annessa, per vari secoli senza interruzioni”. “La Posta Vecchia è una preziosa testimonianza storica.

L’attenta conservazione delle testimonianze del suo passato rende la passeggiata nell’edificio una passeggiata nella storia”, ha dichiarato la dottoressa Karin Dalla Torre, sovrintendente ai beni culturali. Il presidente dell’Unione albergatori e pubblici esercenti altoatesini, Manfred Pinzger ha aggiunto: “Anche gli sforzi dei proprietari, la famiglia Roland Kelder, che hanno saputo curare l’ospitalità, devono essere onorati”. “Ci auguriamo, che grazie all’esempio degli attuali proprietari, anche le nuove leve siano incentivate a proseguire in questa missione e a promuoverne lo sviluppo, garantendo la continuità di queste particolari strutture nel prossimo futuro”, ha dichiarato il membro della giuria Dott. Roland Flückiger-Seiler. Il premio è un riconoscimento che infonde forza e motivazioni per continuare a gestire questo tipo di strutture anche in tempi difficili, mantenendo la tradizione ma con spirito d’innovazione e sensibilità imprenditoriale oltra alla consapevolezza della responsabilità di portare avanti una lunga storia.

IL RICONOSCIMENTO NON NE CONSIDERA SOLO LA STORIA

Le caratteristiche architettoniche. La locanda della stazione di posta di Atzwang, indicata sul Catasto austroungarico del 1858 con l’emblema del corno postale, sorge in posizione incantevole in un piccolo slargo della gola dell’Isarco raggiunta dal sole ogni giorno d’inverno. Dall’atrio di ingresso si accede a tutti i locali del piano terra: l’ufficio, la scala, la cucina, la cantina e le Stuben degli ospiti, nelle quali si possono ammirare ogni sorta di oggetti risalenti all’epoca della stazione di posta. Oltrepassate le porte ad arco acuto con le cornici in pietra il visitatore si trova in un ingresso multifunzione con un bellissimo pavimento antico in lastre di porfido, che oltre a dare accesso a tutti i locali del piano terra, offre spazio anche per due tavoli. Presumibilmente era il luogo in cui cocchieri, postiglioni e carrettieri si sedevano per riposarsi.

Anticamente era anche uno spazio commerciale, come ricorda la catena appesa al soffitto a cui si poteva agganciare una bilancia, prima della deviazione della strada infatti, sullo spiazzo antistante la Posta Vecchia, per secoli si teneva il mercato. Nella zona posteriore dell’atrio si nota una cassaforte con guarniture in ferro in cui venivano custoditi i documenti e i valori di particolare importanza trasportati con la posta. Sulla parete soprastante è raffigurata un’aquila bicipite nera, motivo per cui la Posta Vecchia talvolta veniva erroneamente chiamata anche Gasthaus Schwarzer Adler. Dall’atrio si entra nelle due Stube del piano terra: nella prima, oltre al banco per la mescita, vari elementi d’arredo tra cui una bella stufa, caratterizzano il locale. Le due sale sono rivestite fin poco sotto i soffitti intonacati, di pannellature in legno che riportano le iniziali dei vari proprietari e testimoniano, insieme alle cifre degli anni e a numerosi ritratti, la storia dell’edificio e dei suoi proprietari.

Per raggiungere i piani superiori si torna nell’atrio, che a sinistra dà accesso al vecchio ufficio di posta e sul fondo conduce alla scala. Le cinque camere per gli ospiti sono distribuite tra il primo e il secondo piano. La stanza singola è la cosiddetta Camera di Goethe, un vero gioiello. Alle stanze si accede tramite lunghi corridoi con volte a crociera e antichi pavimenti in lastre di calcare. Alle pareti di uno dei disimpegni sono appese quattro collage stratificate molto originali, simili a rilievi, realizzate principalmente con tessuti colorati e altri materiali.